lunedì 14 aprile 2014

BARRY HORNE: terrorista, martire, eroe o Anticapitalista?



BARRY HORNEterrorista, martire, eroe o  Anticapitalista?

Barry Horne
Quello che dovrebbe essere messo in evidenza è l'assoluta arroganza e pervicacia del potere politico e religioso con la quale NASCONDE E RENDE SILENZIOSA LA DISEGUAGLIANZA DELLE SCELTE UMANE A FAVORE DEL PROFITTO per poi far passare per criminali le scelte di liberazione delle altre vite animali.

Non c'è dubbio che Berry sia stata una persona compassionevole e determinata nel voler raggiungere obiettivi, condivisi peraltro solo da una parte del movimento animalista. 

Ma dobbiamo anche ricordarci che se il mondo è in queste condizione la responsabilità è anche nostra. Cioè di coloro che impediscono che le forze di umani e associazioni che si ispirano autenticamente alla LIBERAZIONE ANIMALE, RICONOSCENDONE I DIRITTI,  progrediscano chiedendo la limitazione della logica del profitto a tutti i costi, con il quale mettono a morte ogni anno miliardi di animali non umani per scopi di potere attraverso lo sfruttamento, sopraffazione e uccisione dei più deboli.
Gianluca Albertini
14 aprile 2014 alle ore 9.41
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Barry Horne
Barry Horne è stato un martire! Una eroica e scomoda vittima sia del pregiudizio umano, che non attribuisce alcun valore alla sofferenza degli Animali non umani, sia di quella falsa ed ignobile scienza, che si ostina a percorrere, solo ed esclusivamente per fini di utilità economica, una perversa menzogna scientifica, nota col nome raccapricciante di vivisezione.
Onore a Barry Horne ed al Suo sacrificio.
Federico Bartolozzi
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RICORDO DI BARRY HORNE di Paolo Ricci

Il patriota Bobby Sands si lasciò morire di fame per la libertà degli irlandesi.

Barry Horne si è  lasciato morire di fame per la libertà degli animali.

I tempi sono cambiati, ma le istituzioni inglesi hanno mostrato nuovamente la loro natura brutale creando le condizioni per la distruzione fisica di un essere umano. Barry Horne è morto il 6 novembre alle ore 8.30 del mattino nell’ospedale di Ronkswood, dopo il quarto sciopero della fame della sua vita: aveva rifiutato cibo, acqua e interventi medici fin dal 21 ottobre.
Barry aveva 49 anni.  Era nato a Liverpool ed era un netturbino. Era stato sposato due volte ed aveva due piccoli. Doveva scontare 18 anni di carcere perché etichettato come uno dei più temuti ecoterroristi. Era stato internato per cinque anni nel reparto dei criminali più pericolosi. Una pena spropositata come è stato riconosciuto persino dalla Corte che lo ha incriminato, poiché la condanna a 18 anni di carcere è stata una condanna politica a conclusione di un processo politico; infatti le azioni dirette di liberazione animale compiute da Barry erano sempre state rivolte contro strutture, non contro esseri viventi. Ma il Diritto-Canaglia che permette agli uomini di smontare e distruggere gli animali come se fossero cose, non può permettere che un uomo attenti alla sacra figura della proprietà minacciando semplici oggetti! Barry fu arrestato quando la polizia, che lo pedinava da tempo, lo colse con pacchetti di sigarette incendiare in un British Home Store e in un negozio per la ricerca sul cancro a Bristol. Horne era stato ripetutamente arrestato dal 1997 per le sue attività in difesa degli animali. Nel 1980 aveva incendiato, nell’isola di Wight in Newport, alcuni negozi di Boots causando oltre 2.8 milioni di sterline di danni. Era stato arrestato dopo una campagna con bombe incendiarie che avevano provocato, complessivamente, 3 milioni di sterline di danni.
Il giudice Darwall-Smith descrisse – durante il processo – l’attività di Barry come terrorismo urbano, pur accettando l’idea che Horne non voleva colpire esseri umani. In tale occasione, Barry si era dichiarato un combattente per la causa animale che lottava per difendere gli animali vivisezionati nei laboratori. Egli chiedeva la fine immediata di tutte le pratiche di vivisezione, che non riguardassero la scienza medica, in particolare quelle fatte dal centro ricerche Portland Down, la chiusura immediata del Comitato Procedure Animali (la parte statale che sponsorizza la vivisezione) e l'impegno per la fine di tutte le pratiche vivisezionistiche entro l'inizio del 2000.
Davanti ai giudici Horne, aveva ripetuto la sua dichiarazione di guerra contro chi tortura gli animali. I detective che lo pedinavano affermarono che Horne era un uomo senza scrupoli dedito fanaticamente alla causa della liberazione animale. La polizia era, inoltre, convinta di aver salvato Bristol da “orrendi” attacchi con bombe incendiarie. Era, altresì, persuasa che Horne non fosse preoccupato di causare la morte di esseri umani durante gli attacchi incendiari. Horne, in prigione continuava a ricevere decine e decine di lettere di altri membri dell'Animal Liberation Front e era stato informato dei massacri dei bovini e delle pecore inglesi in seguito all'epidemia di afta. Si era per questo particolarmente agitato. Aveva inviato una petizione perché questo massacro fosse sospeso. Non aveva ricevuto alcuna risposta. La sua protesta era rivolta contro le terribili crudeltà che, secondo lui, gli animali britannici erano costretti a subire. Barry aveva sospeso un precedente sciopero della fame nel febbraio del 1997 quando i New Labour promisero di abolire la vivisezione. Ma non fecero niente in questa direzione, anche dopo l'incontro all’Home Office con i rappresentanti del comitato di appoggio a Barry Horne. Nel 1998 con la sua protesta Barry era riuscito ad ottenere però un grosso risultato: la messa al bando degli esperimenti sugli animali per fabbricare cosmetici, un progetto di alcuni laburisti che restava bloccato da anni a causa delle pressioni delle ditte produttrici, inoltre aveva richiesto l'istituzione di una "Royal Commission" che affrontasse seriamente la questione della vivisezione. Ma niente fu fatto. Nel frattempo le sue condizioni di salute erano divenute sempre più precarie.
Horne è morto in seguito a complicazioni epatiche. Il suo fegato era divenuto particolarmente vulnerabile a causa dei precedenti lunghi digiuni durati 35, 46 e 68 giorni. Quando le sue condizioni di salute erano divenute precarie alcuni mesi fa, una decina di suoi commilitoni aveva inviato un messaggio quanto mai minaccioso nei confronti di giudici, scienziati e addetti a laboratori di ricerche sugli animali. Gli animalisti sapevano che Barry Horne aveva deciso di dare la sua vita per la causa. Egli riceveva in prigione una media di 40 lettere al giorno da persone che lo consideravano un santo animalista. La sua fama nel Regno Unito era notevole ed ha raggiunto il suo apice dopo la morte.
La ALF ha condannato il Partito Laburista per non aver mantenuto le promesse fatte riguardo la commissione per la vivisezione. Gli animalisti pensano che la sua morte renderà i loro movimenti più radicali. Gli animalisti considerano Barry un martire e le frange più estreme saranno sicuramente ispirate dalla morte di Horne. La ALF sostiene che il sacrificio di Barry spronerà gli animalisti del regno Unito a radicalizzare la loro lotta. La sua protesta ha ispirato manifestazioni come quelle contro lo stabilimento di vivisezione di gatti di Hillgrove, che ha avuto come conseguenza molti arresti e diverse condanne al carcere.
I movimenti che hanno salutato Horne come un eroe sono: People For The Ethical Treatment Of Animals; Stop Huntingdon Animal Cruelty; Animal Aid; Viva; League Against Cruel Sports; British Union For The Abolition Of Vivisection; Animal Liberation Front; Movimento Antispecista. A questi, il collettivo Rinascita Animalista unisce la sua voce promettendo agli umani di buona volontà la ricerca di TUTTE le strade che possano portare un giorno al riconoscimento di quei diritti irrinunciabili per i quali Barry è caduto.

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