sabato 27 agosto 2011

PROPOSTA DEI RADICALI ITALIANI: FAR PAGARE L'ICI SUGLI IMMOBILI, AD USO COMMERCIALE, DELLA CHIESA


COME HA FATTO LA CHIESA CATTOLICA A EVADERE L'ICI NONOSTANTE LA LEGGE LO PREVEDESSE DAL 1993? 

"per via delle "radici cristiane" diffuse magistralmente, più o meno in buona fede, nei comportamenti dei parlamentari e degli uomini di governo italiani"

Quelle radici che si alimentano reciprocamente: tu dai una cosa a me stato (devi tenere nell'ignoranza politica i fedeli)  e io do una cosa a te chiesa (ti faccio immensi regali non facendoti pagare le tasse ti dono anche quello che gli italiani non ti chiedono la parte dell'8 per mille proporzionale). Il tutto legalizzando l'accordo ed omettendo i tuoi "favori" (la prima parte) quella che gli italiani non devono vedere scritto in nessuna norma giuridica altrimenti si scopre il "gioco" o meglio il "giogo": l'oppressione politico-ideologica dei pochi potenti e super ricchi nei confronti delle numerose classi subordinate 

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L' interessante  posizione dei radicali italiani nel PD

UNA PROPOSTA PER RIPORTARE GIUSTIZIA SOCIALE TRA LE PARTI

RADICALI ITALIANI – www.radicali.it

La proposta Radicale – emendamento alla manovra

A seguito della legge con cui nel 2005 il Governo Berlusconi ha disinnescato la sentenza della Cassazione e della successiva modifica del Governo Prodi (unici contrari in Parlamento il gruppo Rosa nel Pugno), l’esenzione ICI non si limita agli immobili destinati alle attività di culto, ma anche a quelli per attività commerciali.
La formulazione “attività non esclusivamente commerciali” infatti ricomprende anche le attività commerciali, oltre ad aprire spazio a interpretazioni dubbie  nella valutazione di quel “non esclusivamente” che consentono peraltro un’ampia area di elusione fiscale.  Subito dopo le modifiche Berlusconi-Prodi, l’Anci stima in 400 milioni di euro il minor gettito Ici da attività commerciali degli enti ecclesiastici
Nel marzo 2009, rispondendo ad una interrogazione popolare dei Radicali Roma, il Sindaco Alemanno stima in 25,5 milioni di euro la perdita di gettito ICI conseguente alla nuova esenzione per le attività commerciali degli enti ecclesiastici, più 8 milioni di arretrati persi Nella stessa risposta, Alemanno dice che la formula attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale “genera confusione proprio sulle modalità di individuazione delle attività esenti”.
Nel 2011, sempre il Sindaco Alemanno risponde ad una nuova interrogazione popolare a prima firma del segretario di Radicali Roma Riccardo Magi, e dichiara che a seguito di attività di accertamento sulle attività degli enti ecclesiastici svolte successivamente alle modifiche Berlusconi Prodi, è stata individuata una area di elusione che ha consentito un recupero di 11 milioni di euro
Emendamento alla manovra che presenteranno i Radicali
«L’esercizio a qualsiasi titolo di una attività commerciale, anche nel caso in cui abbia carattere accessorio rispetto alle finalità istituzionali dei soggetti e non sia rivolta a fini di lucro, comporta la decadenza immediata dal beneficio dell’esenzione dall’imposta»
Con questo emendamento non ci sarà più spazio a dubbi interpretativi, evasione ed elusione.  Spazi  lasciati dall’uso di formule come “in via esclusiva”, “in via prevalente”, “non esclusivamente”.
In conseguenza di questo emendamento, rimarranno esenti dall’ICI tutte le attività di religione o di culto, cioè quelle dirette
·         all’esercizio del culto e alla cura delle anime,
·         alla formazione del clero e dei religiosi,
·         a scopi missionari,
·         alla catechesi,
·         all’educazione cristiana
Rimarranno esenti anche le attività di assistenza, beneficienza. culturali e educative
La Caritas dunque non pagherebbe ICI


ESENZIONE ICI ATTIVITÀ COMMERCIALI ENTI RELIGIOSI

Un po’ di storia: dimenticata e quasi nascosta

1992: il  decreto legislativo 504/1992 istituisce l’Ici e all’art 7 prevede le esenzioni per le sole attività di culto degli enti ecclesiastici
2004: la Sentenza, n. 4645 della Corte di Cassazione conferma l’interpretazione della legge nel senso che l’esenzione ICI vale solo per gli immobili dove si svolgono esclusivamente le attività di religione o di culto ( cioè dirette all'esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all'educazione cristiana). La sentenza  risolve un contenzioso tributario iniziato nel 1995 tra il comune de L’Aquila e l’Istituto delle suore zelatrici del sacro cuore relativo alla  gestione di pensionati con pagamento di rette
2005: per disinnescare la sentenza ed evitare anche il pagamento degli arretrati per i cinque anni precedenti, il Governo Berlusconi inserisce nel decreto infrastrutture n 163/2005 una interpretazione autentica alla legge  sulle esenzioni ICI che cancella gli effetti della Cassazione. Siccome questa norma esenta solo le attività commerciali degli enti ecclesiastici e quindi è incostituzionale, viene ritirata e sostituita con una norma che estende l’esenzione a tutti i soggetti
2006: il decreto 223/2006 cd  Visco-Bersani modifica la norma del Governo Berlusconi nel senso che l’esenzione  si intende applicabile alle “attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale”
2010: a seguito delle denunce di Maurizio Turco e Carlo Pontesilli, il Commissario europeo alla concorrenza Joaquin Alumnia  riapre il fascicolo perché «non si può escludere che le misure costituiscano un aiuto di Stato
2011: il Governo Berlusconi introduce nel federalismo fiscale l’IMU, mantenendo le medesimi agevolazioni per le attività commerciali degli enti ecclesiastici

Sintesi: Con la legge istitutiva l’esenzione era riservata per gli immobili dove si svolgevano solo attività di tipo non commerciale (attività di culto nel caso degli enti ecclesiastici) mentre con le modifiche 2005 e 2005 l’agevolazione è stata estesa anche alle attività di tipo commerciale.
Altrimenti che bisogno c’era di fare una nuova legge, visto che la Cassazione aveva detto no alle attività commerciali?

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