martedì 30 agosto 2011

SVIZZERA PARADISO PER CAPITALI E INFERNO PER GATTI

LA SVIZZERA: UNO STATO LAICO
“AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO”
Così diceva un libro di qualche anno fa del prof. J. Zigler che svelava i suoi  più oscuri segreti della finanza nei cavò sotterranei delle banche elvetiche. Uno stato dall’ Etica spiccatamente antropocentrica a favore dei potenti del mondo attraverso l’appoggio della religione (sovrapponibile a quella dello stato-chiesa cattolica in Italia)
UN PARADISO FISCALE PER GLI EVASORI ITALIANI, CAPITALISTI E DITTATORI DEL MONDO GLOBALIZZATO
Ma che cosa c’è ancora di PIÙ ABERRANTE nella
terra federata in 22 stati o cantoni?
UN INFERNO PER  I GATTI RANDAGI
L’etologia più avanzata in Italia ha riconosciuto correttamente lo stato, ai felini non adottati, di gatti liberi e conseguentemente tutelati.
In Svizzera invece la legge permette di ucciderli. Una mostruosità, come il segreto bancario che permette di oscurare i miliardi depositati permettendone l’evasione delle tasse per quelli dei “poveri” italiani.

OLTRE 13.000 CITTADINI SVIZZERI HANNO CHIESTO CHE QUESTA BRUTALITA’ MEDIEVALE FOSSE FINALMENTE CANCELLATA CON MOTIVAZIONI RAZIONALI E DI COMPASSIONE
Purtroppo le radici cristiane e di egoismo di stato e personale hanno fatto rispondere:
NO, CONTINUEREMO AD UCCIDERLI COME AFFERMA LA LEGGE!
La Svizzera, un piccolo stato egoista, collocato nello spazio economico europeo (SEE) che aspira ad entrare nella UE dove tutti gli animali, e in particolare quelli di affezione, sono considerati esseri senzienti, cioè che hanno
non solo emozione ma anche sentimenti
e quindi hanno
 il diritto alla loro vita e al benessere
come qualunque altro essere senziente umano.
La svizzera, con questa legge, dimostra di rimanere al palo della discriminazione di specie  che si accompagna a quella razziale (si ricordano le frequenti iniziative di raccolta di firme per impedire la costruzione di moschee) e di genere (si ricorda che il voto alle donne è stato concesso solo nel 1971).
Illuminante la storia delle discriminazioni  in questa pagina http://www.ch.ch/abstimmungen_und_wahlen/02186/02191/02320/index.html?lang=it 
anche se quella contro gli altri esseri senzienti non è ancora stata scritta


La norma incriminata e del quale si è confermata la validità
E’ l’art. 5 della Legge Federale sulla caccia e della protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici (LChP) “…. le seguenti specie possono essere cacciate tutto l’anno: cani erranti, procioni e gatti erranti.”
Luc Barthassat, parlamentare ginevrino PPD.
il suo nome ha fatto il giro del Paese per una mozione alla quale
il Consiglio federale ha risposto picche.
L’oggetto della mozione: Vietare, in Svizzera, la caccia ai gatti randagi.
La petizione dell'Associazione SOS Gatti è stata sottoscritta da oltre 13'700 persone da tutta la Svizzera. La mozione presentata in parlamento
chiedeva di introdurre il divieto per questa pratica barbara,
auspicando che il Governo federale privilegiasse campagne di sterilizzazione e castrazione
(in Ticino sono già promosse dal GAR - Gruppo aiuto randagi, in collaborazione con i Comuni)
La petizione è stata  lanciata da «SOS Chats Noiraigue»
con le seguenti motivazioni
Il Consiglio federale ha risposto «no»
con le seguenti motivazioni
LE PROPOSTE
possibili
sempre più gatti domestici girano senza collarino perché dotati di microchip ed è quindi difficile distinguerli;
perché la decisione in materia spetta ai Cantoni
Promuovere campagne per la castrazione/sterilizzazione.
la caccia al randagio, in alcuni Cantoni, si svolge anche nei centri abitati ed è particolarmente pericolosa anche per gli umani;
perché le campagne di sterilizzazione/castrazione sono troppo costose
e, nel contempo, modificare l’art. 5 della LF sulla caccia e sulla protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici.

molti randagi, dopo essere stati feriti dai «cacciatori di gatti», riescono a sopravvivere e sono costretti a sopportare perciò sofferenze indicibili.
Perché vi è la necessità di preservare la specie “gatto selvatico”
(che peraltro esiste solo nel Giura)
Istituire programmi cantonali di educazione al rapporto uomo-animale per azzerare gli abbandoni eliminando così il randagismo.

Una prevenzione al randagismo potrebbe essere quella di supportare scientemente ed economicamente specifiche campagne di educazione da parte dei comuni, con l’apporto determinante delle associazioni, al rapporto con gli animali di affezione (che vivono nelle nostre case) e sinantropi (che vivono nel nostro habitat). Si possono prevedere campagne di sterilizzazione e, per quegli umani, che non vogliono adeguarsi a questi principi di civiltà occorre prevedere azioni dissuasive finalizzate al non abbandono e maltrattamento di adulti e cuccioli. In caso di mancata osservanza si dovrà procedere a comminare la sanzione che dovrà connotarsi come forte deterrente fino alla previsione di reato di maltrattamento e abbandono come avviene da quasi dieci anni in Italia.
A questo punto per non attendere che trascorrano altri 30 anni (1981) o 40 (1971) come è avvenuto per la parità di genere e di diritti politici tra uomo e donna è fortemente auspicabile che le associazioni animaliste e antispeciste elvetiche promuovano il referendum abrogativo per la cancellazione dell'art.5 della LEGGE FEDERALE sulla caccia e sulla protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici nella parte in cui, la classe dirigente politica insensibile alla vita, stabilisce e conferma ancora l'uccisione di esseri senzienti citati e non citati dalla norma.


     Gianluca Albertini                               
Movimento Antispecista
   Delegato di Varese

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