domenica 5 gennaio 2020

Lettera del Movimento Antispecista alla Redazione Radio 24.it

Riflessioni culturali del Movimento Antispecista sull'informazione data da RAI 24 it in relazione al RILASCIO DEGLI 8 MACACHI detenuti per 11 anni, sfruttati "fino al midollo" per uso inumano, crudele e violento, con l'assenso del ministero della sanità italiano.


Lettera del Movimento Antispecista alla Redazione Radio 24.it

4 gennaio 2020

Spett.le Redazione,
ho ascoltato questa mattina a Radio 24 intorno alle ore 9 l’annuncio da Voi diffuso di una ‘bella notizia’ riguardante il rilascio di 8 macachi detenuti da circa 11 anni in uno stabulario del Ministero della Salute, a seguito di una decisione del vertice improntata a un nuovo corso per tali esperimenti, e la conseguente intervista in diretta da Voi fatta alla responsabile del settore sperimentazione animale della LAV, dr.ssa Michela Kuan.
Sono rimasto molto sorpreso nell’apprendere che la questione relativa alla sperimentazione animale non è un problema etico, ma solo scientifico, dato che tale pratica è da considerarsi obsoleta in quanto ‘mai validata’ e in quanto ‘esistono’ oggi metodi alternativi che consentono di evitarla, permettendo così di avere ‘farmaci sicuri salvando i macachi’, come ha concluso il Vostro presentatore con l’approvazione della dr.ssa Kuan.

Desidero esprimere pertanto alcune considerazioni in merito.   

In primis, la notizia non mi è parsa bella, anzi trovo grottesco definirla con tale aggettivo, trattandosi di esseri senzienti non umani (siamo tutti ‘animali’) ormai ‘liberati’ (in quanto ovviamente non più utilizzabili..) per essere rinchiusi,  ovviamente, in altrettante gabbie (certo un po' più grandi) in quanto non più in grado di vivere liberi e di socializzare con i propri simili. Se poi ciò dovesse rappresentare una ‘svolta’ nella interpretazione della normativa da parte selle istituzioni, il principio dovrebbe essere applicato a esperimenti analoghi tutt’ora in via di attuazione, il che non mi pare stia avvenendo. E dovrebbe esserlo non solo nei confronti dei primati non umani, ma di ‘tutti’ gli esseri senzienti, essendo - in caso contrario - una scelta tipicamente specista e populista dettata dalla vicinanza genetica di tali primati con l’essere umano, sommamente ingiusta. Mi domando quindi come sia possibile definire ‘bella’ tale notizia, visto quanto nasconde.
Secondariamente, mi ha profondamente colpito l’affermazione, a quanto pare condivisa, che la sperimentazione animale, alias vivisezione, sia da abbandonare ‘non’ in quanto contraria alla sensibilità umana di oggi, bensì in quanto pratica obsoleta iniziata nell’Ottocento e ancora prevista da normative risalenti a oltre 50 anni fa, perché esistono ormai metodi ‘alternativi’ in grado di sostituirla. Infatti, la direttiva 2010/63 sulla s.a. (recepita dal D.Lgs n. 26 del 2014) conferma che tale ‘pratica’ (al di là della sua discutibilissima efficacia a scopo predittivo per l’essere umano), pone oggi un serio problema etico condiviso dalla maggior parte della popolazione europea. Ossia derivante, da un lato, dalle conferme dell’etologia (gli animali non umani sono oggi riconosciuti esseri ‘senzienti’, come sancito anche nell’art. 13 del T.F.U.E., quindi in grado di comprendere e soffrire come gli umani), e dall’altro dall’assenza di metodi sostitutivi generici (al di là dei soli 90 m.a. specifici, circa, validati dall’ECVAM) che valga per gli infiniti  meccanismi di azione/reazione biologica umana e non umana,  in gran parte sconosciuti. Per tali ragioni la ricerca di metodi realmente sostitutivi per farmaci, sostanze chimiche e sperimentazione di base viene quindi oggi fortemente promossa in tutto il mondo, data proprio l’angoscia che tale problema ‘etico’ pone sia ai ricercatori sia al semplice cittadino, sia di conseguenza ai politici. Se tale affermazione è stata fatta per tranquillizzare gli ascoltatori, ritengo infine che il dire mezze verità o bugie pietose, come già disse Socrate e confermò Nietzsche, faccia solo sì che ‘il rimedio sia peggiore del male ’. In altri termini, far credere che esistano già metodi alternativi generici utili per verificare la tossicità di ogni sostanza o effettuare qualsiasi esperimento, o che utilizzare a tali scopi i non umani ‘non’ sia un problema etico, genera purtroppo o ingenue certezze e ravviva convinzioni speciste (le quali generano poi quelle razziste).
Non comprendo quindi la ratio di tali affermazioni, che trovo contrarie a quanto indicano le normative nazionali ed europee e incoerenti con il sentimento in genere della popolazione.

Cordiali saluti
Massimo Terrile
Consigliere del Movimento Antispecista

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