sabato 12 ottobre 2013

I veterinari devono rispettare il codice deontologico nei confronti degli esseri senzienti e dei loro adottanti



Arca 2000
"La prima associazione italiana contro la malasanità animale, per i diritti di tutti i viventi "

PREVENIRE E COMBATTERE LA MALASANITA’ ANIMALE
IN ATTESA DI UNA LEGGE  

Comunicato di
“Arca 2000 onlus diritti dell’animale malato” 
CONSIGLI UTILI  DA DIFFONDERE PER LA MAGGIORE INFORMAZIONE DEGLI UTENTI 
Da oltre dieci anni, l’associazione “Arca 2000” onlus, diritti dell’animale malato,  denuncia il vergognoso vuoto legislativo attuale che permette ai medici veterinari di tutelarsi da negligenze, omissioni e imperizie non essendovi alcun obbligo di tracciabilità del loro operato a livello legislativo. Per questo, saranno inviate, nei prossimi giorni, al Ministero della Salute, al Presidente del Senato e della Camera le oltre 16.000 firme raccolte in tutta Italia per chiedere che venga approvata al più presto una legge di Regolamentazione della Professione Veterinaria per la tutela sanitaria degli animali d’affezione che preveda l’obbligo di tracciabilità dell’operato veterinario tramite cartelle cliniche da compilare, conservare e rilasciare ai proprietari degli animali in cura. Lo sportello legale di “Arca 2000”diritti dell’animale malato ( www.arca2000.it) attivo in tutta Italia, registra ogni anno centinaia di richieste di aiuto e di denuncia da parte di proprietari di animali che lamentano il mancato rilascio di referti scritti e di cartelle cliniche, ma anche la mancanza di reperibilità costante 24h e di strumentazione minima ambulatoriale da parte dei medici veterinari.
Si tratta della negazione di un diritto di trasparenza e di tutela che contrasta con le principali leggi sul benessere degli animali, e con i diritti del consumatore.
I veterinari vogliono essere chiamati “medici”, ma devono accettare di equipararsi ai medici degli umani anche negli obblighi di responsabilità verso la vita, senza distinzioni di specie o razza.
In attesa che il governo decida di approvare un’apposita legge, vogliamo dare qualche consiglio ai tanti proprietari di animali perché non si  trovino del tutto sprovveduti a piangere la morte del loro amico a quattro zampe, senza quella minima documentazione clinica  che può permetterci di vedere riconosciuti i  diritti dei nostri animali in sede legale.
ALCUNI CONSIGLI UTILI
-          pretendere sempre che ogni diagnosi, terapia farmacologica e indagine strumentale e clinica venga trascritta su carta intestata (e datata) del medico veterinario curante;

-          ogni operazione chirurgica deve essere trascritta sul libretto sanitario dell’animale e datata, così come  ogni vaccinazione;

-          ogni radiografia, ecografia e analisi, deve essere rilasciata al proprietario dell’animale con allegato referto scritto firmato dal veterinario o dal laboratorio di analisi terzo;

-          prima di procedere ad un’operazione chirurgica il proprietario dell’animale in cura, deve sottoscrivere il consenso informato come liberatoria per l’operazione;

-          prima di ogni intervento chirurgico è consigliato effettuare tutte le indagini cliniche e strumentali per verificare lo stato di salute dell’animale e i rischi legati all’intervento;

Il veterinario deve rilasciare ricevuta fiscale di ogni pagamento effettuato dal cliente.
Il veterinario deve assicurare trasparenza terapeutica ed informare circa gli effetti collaterali dei Farmaci. La documentazione clinica è sempre  di proprietà del cliente; il veterinario è tenuta a rilasciarla  anche senza esplicita richiesta del cliente (codice deontologico).
In caso di morte sospetta dell’animale, far eseguire l’esame autoptico da una clinica veterinaria Terza.
Per ogni ulteriore info si rimanda al codice deontologico che può essere scaricato anche dal sito www.arca2000.it

2 commenti:

  1. Gran brutto tono quello che il Sig. Albertini usa contro i Medici Veterinari. Non so che tipo di Medico abbia avuto la sfortuna di incontrare, ma qualunque Veterinario serio non può essere che contento dell'applicazione delle norme che sono sopra elencate, anzi spesso far firmare un consenso informato, effettuare le analisi prima dell'intervento e informare il proprietario dell'animale sui rischi e benefici di una terapia sono cose che facciamo routinariamente ogni giorno e spesso purtroppo dobbiamo imporle poichè in tempo di crisi tanti proprietari preferirebbero risparmiare qualcosa.
    Noi Veterinari siamo alla ricerca della felicità degli animali e dei proprietari, investiamo il nostro tempo e le nostre finanze in aggiornamenti continui e in nuovi macchinari e se talvolta non siamo al livello dei Medici umani è perchè tutto quello che occorre nella nostra professione dobbiamo pagarlo di tasca nostra e non lo troviamo già a disposizione in una struttura, pagato dai soldi pubblici.
    In prima persona faccio questo lavoro perchè ho sempre amato e tuttora amo gli animali e prendo molto sul serio quello che faccio e come me la maggior parte dei miei colleghi
    Quindi con un po' di buon senso credo che un cattivo Veterinario non rappresenti tutti i Veterinari.

    Dr. Alessandro Rabissi (Medico!!!!! Veterinario)

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  2. Evidentemente il dr. Alessandro Rabissi pensa che tutti gli umani debbano pensarla in modo antropocentrico, come fa la maggior parte dei veterinari, alcuni dei quali anche professionisti “alla ricerca della felicità umana ed animale”, dei politici e dei potenti del mondo, e a cascata, degli schiavi moderni educati volontariamente o involontariamente a questo tipo di educazione oppressiva.
    Anche gli apprezzamenti fatti sulla sua professione denotano questa superiorità nei confronti degli adottanti degli altri animali. Il suo antropocentrismo lo si può respirare nella sua breve critica al mio titolo che non fa altro che rimarcare l’antropocentrismo umano, di cui quello veterinario fa parte. Il codice deontologico ne è la prova. Se gli umani e i veterinari fossero, non solo amanti, ma anche rispettosi della dignità umana e non umana non ci sarebbe alcun bisogno di un tale codice e nemmeno l’affermazione che gli animali sono ESSERI SENZIENTI. Il problema fondamentale non è quello del “buon o cattivo veterinario”, questo è solo la conseguenza che però ricade sugli umani: quelli che riescono a mettersi nei panni dell’amico animale senza autodefinirsi “loro amico”. Un vero amico degli animali riesce a capire il singolo individuo e dovrebbe fare in modo che possa vivere secondo la propria dignità di “specie”. Le 16.000 firme raccolte e citate nell’articolo di Arca 2000 onlus, stanno a significare che non solo c’è una moltitudine di veterinari nei vari settori della professione: degli animali da reddito, selvatici, d’affezione, esotici, di ricerca, da spettacolo o da collezione e addirittura per singole specie, che non rispettano le più elementari norme di convivenza civile, sfruttando e abusando dell’ignoranza degli adottanti (veterinari privati e pubblici), della disinformazione o della mancata informazione sulle responsabilità umane ad ogni livello (sindaci e ASL), sulla sottovalutazione di situazioni di schiavizzazione e di tortura (veterinari dei comitati etici dei centri di ricerca) o di malessere e di ambienti in cui vivono certi animali (veterinari ASL), sull’evasione fiscale non fatturando perché l’umano è un cliente che altrimenti potrebbe essere perso (veterinari privati). Un barlume di speranza a livello formativo nella professione sembrerebbe essere portata dall’inserimento dell’etica nei corsi universitari di veterinaria, peraltro purtroppo ancora non antispecista ma antropocentrica.

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