PAROLE VUOTE
DEL REGOLAMENTO PER
LA “TUTELA E IL BENESSERE
DEGLI ANIMALI” DEL COMUNE DI
ALESSANDRIA
MA ANCHE PROPOSTE ANTISPECISTE PER
CONOSCERE
DAVVERO GLI ANIMALI E CONVIVERE FELICI
Dopo aver letto l’ultima
lettera della dr.ssa Paola Re, pubblicata su questo blog, ho voluto approfondire
e verificare se i valori e gli stili di vita che lei propone siano patrimonio comune o della maggioranza
della popolazione della provincia di Alessandria. E navigando, mi sono
imbattuto nella delibera di regolamento del capoluogo di provincia. Con
favorevole stupore, in cuor mio pensavo di trovare la formalizzazione di questi
valori. Purtroppo ho dovuto ricredermi. La delibera di Regolamento PER LA
TUTELA E IL BENESSERE DEGLI ANIMALI non ha minimamente sfiorato questo
approccio diffuso ampiamente e costantemente dalla fantastica scrittrice.
Tutt’altro, vi ho trovato la tradizionale elencazione di “Parole vuote”.
Le PAROLE VUOTE DI SIGNIFICATO e le
conseguenti funzioni inapplicabili del
regolamento comunale di Alessandria PER
LA TUTELA ED IL BENESSERE DEGLI ANIMALI, approvato il 27- 09-2013, sono
quelle che ho voluto evidenziare tra due parentesi quadre.
……… [favorire la
corretta convivenza fra uomo e animali] il
Comune di Alessandria ha istituito l’Ufficio Tutela Animali a cui sono
attribuite le funzioni di informazione, [sensibilizzazione ed
educazione] dei cittadini sulla [conoscenza e il rispetto] degli animali e
dell’ambiente …………..(art.1)
L’Ufficio
Tutela Animali [promuove
la protezione e il benessere degli animali], divulga alla
cittadinanza l’offerta dei servizi del Comune di Alessandria nel settore della
tutela e dell’assistenza degli animali…. (art.1)
Il Sindaco,
autorità sanitaria comunale, sulla base delle leggi vigenti, [assicura la
tutela di tutte le specie animali] che
vivono stabilmente o temporaneamente nel territorio comunale, vigilando a mezzo
degli organi competenti anche sui maltrattamenti, gli atti di crudeltà e
l’abbandono degli stessi. (art.3)
La definizione
generica di animale, quando non esattamente specificata, di cui al presente
regolamento, si applica a [tutte le
tipologie di animali da affezione] di cui
alla L. 14 agosto 1991 n.281, a tutte le specie di vertebrati ed invertebrati,
tenuti in qualsiasi modo e a qualsiasi titolo, anche in stato di libertà e
semilibertà e a [tutte
le specie sinantrope e selvatiche]. (art.6)
Le norme di
cui al presente regolamento riguardano [tutte le specie animali che si trovano o dimorano,
stabilmente o temporaneamente, nel territorio del Comune di Alessandria].
(art.7)
Il Comune di
Alessandria:
1.
in base alla L. 14 agosto
1991, n. 281 “Legge quadro in materia di animali di affezione e [prevenzione
del randagismo”]….. (art.4 tutela degli animali)
2. Opera, altresì, a [diffondere e promuovere l’informazione] ai
cittadini per quanto riguarda [le garanzie giuridiche attribuite agli animali]
dalle normative vigenti e le relative sanzioni penali e amministrative. (art.4
tutela degli animali)
Ciò detto, esprimo in sintesi le mie considerazione
ed avanzo qualche piccola proposta per i lettori, tra i quali spero ci siano
anche dirigenti e amministratori del comune di Alessandria, e per il gestore di
questo blog.
Sembra che la
prevenzione del randagismo non esista nelle scelte del comune di Alessandria.
Questo concetto è citato una sola volta riferendosi al titolo della legge
nazionale del 1991 che riguarda peraltro solo gli animali d’affezione e
sinantropi. Se non c’è prevenzione non esiste tutela! “Evitiamo di occuparci anche di prevenzione”, dev’essere stata la
considerazione dei consiglieri, prima della approvazione dell’importante
regolamento. Ma la vera motivazione non poteva essere che quella di non dover “individuare accertare ed
eliminare le cause”. Perché questo
vuol dire prevenzione. Non lo si è fatto per l’amianto di Casale
Monferrato, per l’avvelenamento da mercurio dei pesci di Ciriè e perché il comune di Alessandria avrebbe dovuto
farlo per gli altri “esseri senzienti”, nemmeno riconosciuti nel regolamento? Per
il comune di Alessandria, sembra che valgono le considerazioni “di valore”
della DUDA (Dichiarazione Universale Diritti Animali) e non il riconoscimento
giuridico di “essere senziente” previsto dal trattato della Unione Europea, con
effetto dal dicembre 2009.
Se il comune non riconosce agli animali la loro
caratteristica soggettiva, insita in ogni essere vivente, ma celata dall’uomo: quella
di essere senziente, l’informazione rimane di parte, quella
tradizionale, la prevenzione non esiste; basta
solo la funzione repressiva che, come tutti sanno, solitamente si applica solo agli umani più deboli. Non per il
macellaio, il ricercatore, il negoziante, il domatore, l’organizzazione di
pali, o altre feste tradizionali con animali, il politico, il religioso, il
cittadino educato dalle radici ebraiche-cristiane, islamiche e laiche, tutte
culture antropocentriche. Ecco perché il
regolamento è un regolamento vuoto e inapplicabile in gran parte. E’ stata una
precisa scelta di politica culturale.
Non solo ma questo permette di non far conoscere l’attuale stato di
avanzata ricerca etologica e giuridica degli animali che posseggono sentimenti,
ognuno secondo il proprio grado di evoluzione. Impedire di fornire la conoscenza
nelle scuole del raziocinio di specie, accompagnato da sentimenti a loro
necessari, non solo di paura della propria predazione, ma quelli di cura della
prole, di solidarietà, di dolore e di compassione. Quei sentimenti che dalla
specie umana non emergono, perché sono stati volutamene intrappolati dalla cultura di potere, laico e religioso, e
quelle che formano il connesso
corollario del capitale, del mercato, della ricchezza della finanza di pochi
umani. E quando una cittadina, la dr.ssa Paola Re, propone continuamente
alle istituzioni e alla stampa un diverso modo di considerare il vivente sul
nostro pianeta, il trattamento migliore che riceve è ignorarla così da escludere qualsiasi confronto culturale con queste
idee. L’antropocentrismo di ciascuno di noi, frutto di educazione, è la
causa delle principali “disgrazie” (termine usato dal prof. Abelardo dopo
essere stato evirato per aver amato Eloisa) del pianeta e dei viventi. Un
ripensamento per accostare all’umano anche il non umano, nella vita di
compassione e solidarietà non è solo auspicabile ma doveroso per coloro che si
ergono come portatori di valori universali di giustizia, libertà, fraternità, ed
etica, al di là delle idee personali civili e religiose di ciascuno di noi. Grazie a questo Blog ho potuto rilevare anche
qui l’antropocentrismo, anche se meno accentuato. Ma la vita insegna che ogni
persona può cambiare, se vuole,
assumendosi le proprie responsabilità. L’abbiamo fatto e lo stiamo facendo in
molti, a qualsiasi età, gli antispecisti italiani europei e americani, qualche
amministratore, qualche sacerdote, e molti docenti scolastici di ogni ordine e
grado. Spero che il blogger Pier Carlo
Lava, che mi ha consentito di apprezzare la disponibilità alla pubblicazione
delle lettere della dr.ssa Paola Re, vorrà ospitare questo mio contributo e
mantenga la volontà di continuare su questa strada, magari aggiungendo ai suoi
TAG almeno altri due argomenti: quello di “Esseri
senzienti” e “Chi è Paola Re”. E volendo fare ancora di più i “Collegamenti antispecisti” con
l’elencazione dei siti specifici attivi. Grazie mille per l’attenzione che
mi avete dato avendo letto fino a questo punto e per quella che mi vorrete
concedere aprendo un dibattito sulla cultura a 360 gradi, per poter conoscere
davvero gli animali e convivere felicemente.
SCRITTI DI PAOLA RE PUBBLICATI DAL BLOG DI PIER CARLO
LAVA
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