Considerazioni condivisibili e da diffondere. Superficialità culturale o scelta politica di governo del cattolico Renzi?
Da RMF
IL BATTERIO KILLER E FACEBOOK
di DANIELE ZANZI - 24/04/2015
Xylella
fastidiosa. Questo il nome scientifico del batterio
“killer”
che “ufficialmente” sta facendo strage di piante di ulivo
in Puglia arrecando un danno
incalcolabile sia all’economia che al paesaggio del Salento.
Una vera
piaga, tant’è che tutti i mass media ne hanno parlato a lungo e ne stanno
parlando; tutti si sentono autorizzati ad esprimere pareri e commenti:
ministri, ricercatori, politici, Commissione Europea; pure il Governo francese mette
il becco sui nostri affari e sulle nostre disgrazie.
Il Governo
emana Decreti di
lotta obbligatoria al supposto patogeno
nell’illusione di fermare “il contagio”; così
esemplari arborei secolari sono abbattuti preventivamente, sfidando le ire
popolari, dalle impietose motoseghe del Corpo
Forestale nell’illusione di formare un cordone sanitario ed
isolare il batterio.
Insomma
un bel pasticcio e, come spesso accade nel nostro Paese,
una gran confusione dove la scienza e la tecnica cedono il passo ai luoghi
comuni, all’improvvisazione e al sentito dire.
Non potevo starmene zitto su un tema tanto spinoso e
non espormi. E così, di getto, la settimana scorsa ho affidato alcune mie considerazioni, certo fuori
dal coro, a Facebook. Apriti cielo: il popolo virtuale si è scatenato e in
poco più di tre giorni, con mia grande sorpresa, le mie parole hanno raggiunto
oltre 35.000 lettori, migliaia
di navigatori interessati hanno condiviso e commentato le mie considerazioni
tecniche e tutt’ora sono tempestato da centinaia di messaggi da ogni dove
d’Italia e del mondo.
Potenza dei
social network e della loro capacità di diffondere in un battibaleno pensieri, idee
e iniziative!
A beneficio dei socialnetwork
– scettici, di chi non vuole o non può navigare su Fb, riporto anche su RMF le stesse mie considerazioni sul batterio “killer
“ degli ulivi, sperando
che anche questo serva a fermare questa ennesima prova della follia e della
faciloneria italiana.
“Su pressante invito di molti amici e colleghi vorrei
manifestare qui, condividendola apertamente, la mia opinione, che per molti
sarà fuori dal coro – ma non me ne importa nulla -, sul problema della moria degli ulivi
pugliesi imputata ad un batterio.
Da tempo seguo la
vicenda del cosiddetto “batterio killer” cui viene imputato
il deperimento delle piante in Puglia. Seguo con apprensione soprattutto quello
che sta accadendo in termini di lotta obbligatoria alla malattia con
l’emanazione di Decreti Legge che sanciscono l’abbattimento preventivo di
alberi per evitare il “contagio”.
Una logica degna di Erode che nel timore che nasca
Gesù Cristo attua la soppressione di tutti i nuovi nati.
Non ho mai capito questo modo di guardare e affrontare
le problematiche del mondo vegetale.
Un mondo in cui lavoro da oltre trent’ anni accumulando
un’ esperienza pratica e teorica riconosciuta ovunque.
Il vecchio
detto “la
malattia rende l’uomo professore “ è
sicuramente appropriata al caso specifico ed è il
frutto di un approccio accademico e
superato di affrontare i problemi degli alberi.
Alcune considerazioni:
·
Vi è un grande confusione nel campo
della fitopatologia e dell’arboricoltura dovuta al fatto che si
pensa e si equipara una pianta a ciclo breve o brevissimo ad un albero che può
vivere per secoli.
Così molti ritengono che l’anatomia di
una giovane pianticella sia eguale a quella di un albero maturo, che ambedue abbiano
gli stessi tipi di apparati radicali, che il modo di difendersi di un pisello o di un pomodoro sia
uguale a quello di un platano o di un ulivo,
che il modo di trasmettersi di una malattia
sia il medesimo, ecc.
Così ricerche svolte in laboratorio su piante giovani
o erbacee sono estese e ritenute per assonanza valide anche per gli alberi
maturi e centenari.
Tutto questo non È VERO;
è una pericolosa
superficialità e approssimazione che poi porta praticamente ad interventi
sbagliati.
·
A
cavallo degli anni 2000 fui chiamato dall’Ordine provinciale degli Agronomi del
Salento, in collaborazione con l’Università di Lecce, a tenere alcuni seminari
teorico-pratici sulla biologia degli alberi ornamentali. Casualmente
la sede – veramente unica e splendida – degli incontri era localizzata in una
masseria circondata da olivi centenari. Fui così “costretto” ad analizzare le condizioni di queste
piante secolari e mi confrontai in realtà con organismi vegetali profondamente
debilitati. Da cosa? ….
dall’uomo
principalmente con le sue scorrette pratiche – potature intense che costringevano
l’albero continuamente a difendersi, abuso di fertilizzanti che uccidevano
nel terreno ogni forma di vita utile, abuso di diserbi e trattamenti inutili con fitofarmaci.
Si era in presenza di individui deboli con scarsissime riserve energetiche, facili prede dunque di qualsiasi cosa
– insetti, patogeni,
batteri e virus -. In quelle piante si sarebbe trovato
ogni sorta di patogeno …. bastava andare a cercarlo!
Era una storia
che avevo già visto una quindicina d’anni prima per il cosiddetto
“cancro
colorato “ del platano che, per
alcuni soloni teorici, avrebbe dovuto far scomparire completamente la specie
dai nostri viali e giardini e contro cui si emanò uno scellerato Decreto di lotta
obbligatoria che imponeva l’eliminazione anche delle piante sane vicine a
quelle supposte “infette” e tutta un’altra serie di amenità profilattiche.
I
platani non sono scomparsi e il Decreto Legge, nei fatti, ha provocato più morti
della supposta malattia.
·
Nella fitopatologia italiana, e non solo, vi è una sorta di pericolosa emulazione al campo medico. Questo è frutto di approssimazione ed ignoranza: dovendo
curare un albero lo si fa con le stesse metodiche e profilassi che si
riserverebbero al proprio caro. Sbagliando, perché un albero è diverso da un cristiano. Troppe volte ho visto piante secolari uccise da cure
antropizzate.
Dietro questo comportamento vi è anche
l’indubbio desiderio per qualcuno di rivestirsi di una surrettizia
professionalità.
·
Ci si deve rendere conto dell’assurdità di eventualmente voler combattere l’ultra piccolo,
il microscopico – un
batterio – con un Decreto
Legge.
È pure supponenza umana questa: il problema del deperimento degli ulivi si risolve
riportando energia e vigoria nel sistema albero, non uccidendo
piante sane nel timore del contagio o per fermare un’epidemia.
Qualcuno è rimasto troppo influenzato
dalle letture manzoniane su monatti, untori e peste bubbonica.
Negli
alberi non è così. Fermatevi!”.
E FB si scatenò!
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