Contro la Malascuola di Renzi tre
giorni di mobilitazione davanti alle prefetture
Pubblicato il 18 mag 2015
di Giovanna Capelli*
Il grande movimento contro la “malascuola”di Renzi non si ferma: dopo
lo straordinario sciopero del 5 maggio con scuole vuote e piazze
piene, grazie ad una inedita unita’ sindacale e a una visibile nuova
connessione fra lavoratori e lavoratrici della scuola, studenti, genitori,
cittadini si
appresta ad affrontare altre scadenze di lotta, nell’imminenza della
discussione parlamentare di un DDL di cui si chiede il ritiro.
Nessuno si è
lasciato ingannare
dalle aperture e dagli incontri con i sindacati, ne’ intimidire dalla repressione del dissenso a Renzi, come le
denunce di chi a Bologna ha osato contestare il Presidente del Consiglio alla
festa dell‘ Unita. Così
la vastità della protesta si è sperimentata ancora il giorno delle prove
Invalsi delle superiori, il 12 maggio: il boicottaggio dei test si è articolato in modo
significativo in tutto il territorio nazionale, testimoniando l’allargamento
della consapevolezza del significato dei test, sia dal punto di vista strettamente didattico come trionfo del tecnicismo
valutativo che esclude
relazioni, contesto e differenze di punto di partenza, sia dal punto di vista simbolico.
Quel tipo di
sistema valutativo allude a un capovolgimento della funzione della scuola.
La pratica del
valutare e punire,dividere e selezionare secondo una feroce logica gerarchica e
di classe si scontra con il modo di essere della scuola italiana, con le sue fondamenta
costituzionali ma anche con la sua costituzione materiale, con le pratiche
didattiche e pedagogiche che ne hanno fatto un sistema capace di essere
contemporaneamente scuola di massa e scuola di eccellenza, in grado di resistere per forza autonoma, grazie alla libertà di
insegnamento e alle pratiche di collegialità e di democrazia, a 20 anni di attacco
neo liberista.
Gli ispiratori
di questo attacco (di Moratti, Gelmini, Profumo ma anche di Luigi Berlinguer) sono stati gli articoli del
trattato di Maastricht 127,128,129 che attraverso una visione economicistica
della formazione e il mantra della razionalizzazione
miravano a trasformare la scuola da
istituzione pubblica a servizio a domanda individuale sempre più sottratta
alle funzioni dello stato e quindi messa a disposizione del “libero” mercato.
Renzi porta a
compimento questo processo: dopo
la immissione nel sistema pubblico delle paritarie
private,
la distruzione del tempo pieno e del tempo prolungato (modello di scuola di
base invidiato da tutto il mondo),
i tagli ai bilanci,
il mantenimento dei precari come dato strutturale
dequalificante,
il dimensionamento delle scuole,
il colpevole abbandono della edilizia scolastica,
il continuo aumento dei fondi alle private
Renzi cancella
la scuola della Costituzione.
Il DDl sulla
buona scuola
fa scomparire diritti e poteri di studenti e docenti, trasformando in potenziale precario anche chi è in
ruolo, suddito nelle mani
del preside sceriffo, è una riorganizzazione della “governance “della scuola
/servizio con al centro la rete dei dirigenti.
Il
decreto sulla buona scuola inoltre ha al suo interno clausole che
sottraggono al Parlamento, alle Commissioni parlamentari e allo
stesso CSPI, organismo di rappresentanza interno alla Pubblica Istruzione ogni potere di controllo successivo in rapporto alle
future deleghe che toccheranno punti dirimenti per la democrazia e la qualità della istruzione.
Si azzera così la funzione di quello che Calamandrei chiamava il quarto
organo costituzionale cioè il sistema scolastico pubblico unico strumento per
attuare nel vivo della vita sociale a partire dall’infanzia quel processo di
rimozione della disuguaglianze che è il cardine su cui si fonda il patto sociale nato dalla
Resistenza.
La mobilitazione dunque continua in questi
giorni 18, 19, 20 maggio con presidi davanti alle prefetture per
manifestare al Parlamento la contrarietà al contenuto della legge e al
metodo antidemocratico con cui e stata elaborata.
Come Partito
della Rifondazione Comunista siamo impegnati a partecipare, a sostenere, a
moltiplicare questi momenti di controinformazione e di lotta.
* segreteria nazionale
PRC-SE
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