lunedì 1 maggio 2017

“La caccia va spiegata in maniera onesta nelle scuole.”

La proposta di insegnare la caccia nelle scuole? 
Inaccettabile da un consigliere regionale
Lettera pubblicata il - 29 aprile 2017 - 7:50 su "il vostro giornale"

Un paio di settimane fa il signor Francesco Bruzzone, esponente della Lega Nord, cacciatore e Presidente del Consiglio Regionale Liguria, invitò gli insegnanti a informare le scolaresche, ovviamente in orario di lezione, dell’utilità del prelievo venatorio. “Basta con gli insegnanti che ci definiscono assassini. La caccia va spiegata in maniera onesta nelle scuole. Dobbiamo farla finita di parlare male di questa categoria. La scuola deve dare un segnale più obiettivo (…) Non ho detto che voglio delle lezioni di caccia, ma sono stanco di ricevere telefonate di papà che mi raccontano di maestre che in classe hanno parlato dei cacciatori come assassini. I bambini chiedono a questi genitori: “Perché anche tu papà sei un assassino?”.

Bruzzone dà prova della sua traballante conoscenza dell’ambiente sparandola (da cacciatore non può fare altro che sparare) davvero grossa: “Da qualche anno sull’Appennino c’è un forte aumento di alcune specie di fauna selvatica. Il tentativo di arginare questo incremento che crea dei problemi si è sviluppato in diverse modalità”, nessuna delle quali è stata ottimale. “Piaccia o meno questa questione può essere risolta solo dalla caccia. I cacciatori, tuttavia, sono in diminuzione. Dobbiamo qualificare il cacciatore come soggetto che interviene per il controllo numerico faunistico. Inoltre questa categoria la cui immagine non è positiva, deve tornare ad essere considerata in maniera onesta a partire dalla scuola”.

Ciò che il cacciatore Consigliere non conosce sono le soluzioni ed è per questo che contesto la sua superficialità nell’affrontare l’argomento.

I metodi efficaci, di lungo periodo, di prevenzione e non emergenziali dovrebbero prevedere l’arresto per qualche anno della caccia al cinghiale per poi fare valutazioni scientifiche su quanto essa sia dannosa: tutti lo sanno, soprattutto i cacciatori che però non rinunciano a divertirsi col sangue altrui.

Le vie verdi per la libera circolazione dei cinghiali tra zone e tra regioni dovrebbero rientrare nella politica nazionale ed europea. Se i cinghiali non possono circolare finiscono prigionieri tra strade, paesi, reticolati, muri…. e ovviamente arrivano nell’abitato umano, ma lo fanno solo perché non hanno alternative.

Già questi due primi metodi darebbero eccellenti risultati e non ci sarebbe bisogno di molto altro.
In caso di emergenza, ci possono essere gli investimenti pubblici a compensare gli agricoltori nell’acquisto di barriere fisiche per difendere le colture più sensibili dai danni provocati dai cinghiali.

I metodi più invasivi si devono usare in ultima istanza quando tutti gli altri non hanno funzionato: cattura/ immunocontraccezione/rilascio è il metodo più moderno. Non si tratta di usare la chirurgia ma di praticare una puntura, la nuova frontiera della ricerca, utilizzata in USA e in UK.

Questa è l’intervista al dottor Mauro Delogu esperto in gestione di animali selvatici: dirige un ospedale universitario per selvatici a Bologna e ha gestito parchi con 5000 cinghiali. E’ una delle persone più esperte in materia

Carlo Consiglio, già professore ordinario di Zoologia nell’Università di Roma, ha fatto un interessante studio sui cinghiali dimostrando che la caccia al cinghiale non limita i danni all’agricoltura

La Regione Veneto è contraria alla caccia per ridurre i cinghiali e manifesta la necessità di un piano integrato di sistemi diversi

Legambiente Chianti ritiene che la caccia non sia la soluzione ma il problema

L’Associazione Gabbie Vuote di Firenze da tempo studia il problema cinghiali.

Per quanto riguarda gli incidenti stradali, la caccia non risolverà il problema: i cinghiali attraversano le strade e i metodi utili a evitare gli incidenti sono

i prismi catarifrangenti

e i semafori sonori
Non sono un’esperta del settore e se devo occuparmi di cinghiali, per lo meno mi documento, come ho fatto adesso, sulle soluzioni ai problemi che essi causano e soprattutto sul perché li causano; ogni problema si risolve a monte, non a valle.

L’attività venatoria provoca una strage (a valle) dopodiché tutto (a monte) tornerà prima.
Giusto per completare l’operato degli insegnanti che il cacciatore Consigliere vorrebbe ambasciatori del verbo venatorio, allego anche il bollettino di guerra della stagione venatoria 2016-2017, chiusa de iure ma non de facto, visto che i nostri eroi sanguinari proseguono indisturbati anche fuori tempo limite.

Che un cacciatore si esprima come Bruzzone è normale ma che lo faccia un Consigliere è inaccettabile. Visto che in Bruzzone convivono entrambi i ruoli, sarebbe opportuno il silenzio che magari accontenterebbe l’uno e l’altro.

Il silenzio sarebbe utile a pensare in un’ottica di lungo periodo, di prevenzione, per la salvaguardia e il rispetto di tutte le vite, umane e non umane.
Cordiali saluti.
Paola Re
Consigliera L.I.D.A. Firenze Onlus – www.lidafirenze.it
Lega Italiana dei Diritti dell’Animale



1 commento:

  1. LA CACCIA E'UN DISVALORE, UN'OSTACOLO AL PROPAGARSI DELLA CULTURA DELL'AMORE, DELL'ESPRESSIONE DELL'EMPATIA E NON PUO' COSTITUIRE UN MESSAGGIO PIU' O MENO EDULCORATO PER I BAMBINI NELLE SCUOLE. E' UNA FOLLIA DEGLI IRRIDUCIBILI GUERRAFONDAI E DEI LORO SUPPORTER POLITICI ED ECONOMICI, CON LA TOLLERANZA DELLA CHIESA DELL'AMORE DI FRANCESCO.

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