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Aree protette e biodiversità | Urbanistica e
territorio
La
“strada della morte” voluta dal prete italiano distruggerà le tribù
incontaminate.
Survival presenta le nuove prove del
governo e della Fenemad
[ 16 agosto
2012 ]
Il progetto di apertura della cosiddetta "‘Strada della morte"
attraverso l'Amazzonia peruviana avrebbe
subito un duro colpo. Oggi Survival International
informa che «le autorità hanno confermato che lungo il percorso proposto vivono
alcune tribù incontaminate. Quest'ultima
ammissione indebolisce la battaglia del sacerdote italiano che nella sua
incessante corsa alla costruzione della strada, ha deciso di ignorare l'esistenza di tribù
isolate nell'area. Padre Miguel
Piovesan considera la
strada una "necessità pubblica" e nonostante la vasta opposizione, continua a
esercitare pressioni sul Congresso del Perù per accelerare il progetto».
Ma le nuove prove raccolte dal Dipartimento peruviano per le aree protette
e dalla Federación Nativa del Río Madre de Dios y Afluentes (Fenemad),
un'organizzazione degli Indiani
amazzonici peruviani, dimostrano che
il progetto minaccerà direttamente la sopravvivenza
delle tribù isolate.
Survival spiega che «alcuni segnali tipici, tra cui le barriere di rami spezzati
poste lungo i sentieri vicini al tracciato proposto per la strada, dimostrano la
chiara volontà delle tribù incontattate di essere lasciata sole».
Se approvata dal Congresso, la strada attraverserà
Madre de Dios, la più grande riserva del Perù destinata alle tribù isolate, e attirerà nella regione ondate di coloni, tra cui taglialegna illegali
che abbatteranno le foreste natali degli Indiani e introdurranno nell'area
malattie potenzialmente letali.
Invece il prete italiano Piovesan dice che senza la strada, le
comunità della regione del Purus moriranno per gli effetti dell'isolamento: «Isolamento significa morte,
morte in ogni senso», ma anche se è stato ricevuto dal presidente del
Perù Humala, i
ministeri dell'ambiente, dei trasporti e dei beni culturali non sono d'accordo
con lui ed hanno espresso preoccupazione per il benessere delle tribù isolate,
definendo la strada «un progetto
impraticabile e incostituzionale».
Il direttore generale di Survival
International, Stephen Corry, non ha dubbi sui disastri che provocherebbe la strada così
testardamente richiesta dal prete italiano: «Queste nuove prove confermano
gli effetti catastrofici che la strada Puerto Esperanza-Iñapari scatenerà se
dovesse essere approvata. e tribù isolate vivono lungo il suo percorso, e
questo non può più essere negato. È tempo di ascoltare le comunità locali e le organizzazioni
indigene che si sono schierate fermamente contro il progetto,
e di trovare soluzioni alternative per
l'isolamento della regione. Questa strada
scatenerebbe più problemi di quanti ne possa risolvere».
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