“L’ATTIVISMO NON È TERRORISMO”, come è stato strumentalmente
definito dall’FBI. E LO HA DIMOSTRA LO SCORSO ANNO LA BOCCIATURA DELLA LEGGE AUSTRALIANA SULLA QUALE HANNO TROVATO LA
CONVERGENZA LE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE, QUELLE DEI DIRITTI CIVILI E I MASSMEDIA.
PORTIAMO ALLO SCOPERTO LA FALSIFICAZIONE
DEI MESSAGGI, FATTI CIRCOLARE DAGLI
SFRUTTATORI DI ANIMALI americani.
6 GIUGNO 2015
LEGGI BAVAGLIO E REPRESSIONE: UN
PESSIMO SEGNALE DAGLI USA
di Alessandro Ricciuti – Avvocato, blogger e attivista per i diritti
animali
Aumenta il numero degli stati americani che vietano le investigazioni nei
luoghi di sfruttamento animale
La Carolina del Nord è l’ultimo dei nove stati
americani1 ad essersi dotato di una delle famigerate leggi
“ag-gag”, che vietano
di filmare e fotografare senza il consenso dei proprietari le
attività che si svolgono all’interno di allevamenti e macelli. Approvate sotto la spinta dei lobbisti che
rappresentano le influenti industrie dello sfruttamento animale, queste leggi sono ideate al preciso scopo
di ostacolare il lavoro investigativo delle organizzazioni che si
battono per i diritti animali.
Attivisti di Mercy For
Animals protestano contro la legge Ag-Gag in Idaho.
Del resto, ogni nuova indagine che
documenta ciò che accade agli animali in quei luoghi, oltre a contribuire
al lento ma inevitabile progresso etico della società e quindi una
tendenziale riduzione di consumi nel lungo periodo, produce conseguenze economiche immediate come
indagini per maltrattamento animale con il conseguente danno all’immagine e la
cancellazione di contratti di fornitura per le catene di distribuzione e
trasformazione di prodotti animali. Sentitesi minacciate, le società che traggono i propri utili da queste
attività sono passate al contrattacco spendendo la propria influenza
nella politica locale, facendo leva proprio sul possibile
danno all’economia che deriverebbe dalla diffusione
di immagini che mettono in
discussione l’attuale sistema di produzione alimentare basato sugli allevamenti intensivi e il
sottostante rapporto di sfruttamento della nostra società nei confronti
degli animali.
Basti pensare
che nella sola Carolina del Nord ci sono circa 2000 allevamenti di maiali, che danno lavoro a oltre
12mila persone. Non a caso, l’approvazione della legge è arrivata dopo che di
recente Compassion Over Killing aveva
diffuso un filmato molto forte in
cui si vedevano lavoratori intenti a colpire ripetutamente dei polli in un macello
proprio nella Carolina del Nord.
Incredibilmente, portare alla luce e denunciare questi comportamenti oggi sarebbe un
reato.
Nel settembre 2014, alcuni attivisti erano
finiti sotto indagine nello Utah per aver fotografato dalla strada un allevamento di
maiali, rei appunto di non aver richiesto
il consenso del proprietario, commettendo il reato di “interferenza in attività
agricole2”, che colpisce anche chi accede sotto mentite spoglie o
diffonde immagini di quei luoghi, se vi lavora e non richiede
il permesso del proprietario.
All’inizio
dello scorso anno, Mercy for Animals aveva diffuso un filmato di lavoratori
che maltrattavano delle mucche nell’Idaho. In
quell’occasione erano state aperte delle indagini per
maltrattamento di
animali ma dopo poche settimane, con l’approvazione della legislazione ag-gag, la diffusione di
quelle immagini si è trasformata in reato, punibile anche con il carcere.
Ma non è tutto: ad incappare nella fobia
degli allevatori verso ogni “interferenza” esterna era stato nel 2013
addirittura un fotografo del National Geographic, arrestato in Kansas per aver effettuato riprese dall’alto di mucche in un recinto di ingrasso.
Leggi simili sono state proposte anche in altri stati
americani ma per il momento sono
state rigettate. Per la verità, la legge appena
approvata nella Carolina del Nord ha uno scopo più vasto, poiché non ha precisi limiti di
settore e consente quindi a
tutti i datori di lavoro di licenziare i dipendenti sorpresi nell’atto di
effettuare riprese senza il loro consenso, anche se si tratta di attività
illegali. Per questa sua estensione, aveva
ricevuto critiche da molte organizzazioni per la tutela dei lavoratori e delle
libertà di espressione e il governatore aveva posto il suo veto. Tuttavia, l’entusiasmo è durato poco, perché con una nuova
approvazione di entrambe le camere, il veto è stato superato e la legge promulgata.
La storia insegna che ovunque sia esistito un
movimento che si è battuto per ottenere giustizia sociale o per sovvertire
interessi economici, vi è stata una repressione da parte del potere politico. Anche il movimento di
liberazione animale è già stato attaccato duramente, in particolare negli USA e nel
Regno Unito.
Nel 2006 il
Congresso USA su pressione delle industrie
farmaceutiche che volevano distruggere la campagna SHAC aveva
approvato la “Animal Enterprise Terrorism Act”, una legge che affibbia
l’aggravante di terrorismo ad alcuni reati comuni commessi sul suolo
americano «for the purpose of damaging or interfering with the operations of an
animal enterprise» («allo scopo di
danneggiare o interferire con le attività di imprese che utilizzano animali»). Se si produce un danno (ad es. a un laboratorio di vivisezione)
superiore ai 100.000 dollari, si rischiano fino a 20 anni in una prigione
federale di massima sicurezza.
Questi argomenti sono sviscerati dal giornalista Will
Potter3 nel
suo libro e omonimo blog “Green is The
New Red”. Potter si spende in prima persona per
innescare un dibattito pubblico su queste forme di repressione. Nel libro, egli evidenzia come è stata accuratamente fabbricata la retorica
del terrorismo per far passare un messaggio distorto all’opinione
pubblica, bloccando la libertà di pensiero e salvaguardando i profitti delle
industrie che sfruttano animali. Vi è un parallelo
tra la propaganda dell’epoca
maccartista sulla “red scare” con la campagna di
lobbying e disinformazione che ha portato
a far rientrare le azioni dirette del movimento di liberazione animale nella
categoria fumosa di ecoterrorismo4 o
terrorismo interno.
Da ultimo, va detto che purtroppo queste forme di
repressione non sono solo un fenomeno americano. Nel Regno Unito dal 2005 sono state
introdotte misure speciali finalizzate a contrastare la Campagna SHAC,
che hanno portato negli anni successivi ad una serie di arresti anche in altri
paesi europei. Lo
scorso anno in Australia s’è tentato di fare
approvare una
legislazione ag-gag, che non è passata per via della strenua opposizione
oltre che delle associazioni animaliste, anche dei gruppi per le libertà civili
e dei media (anche perché vengano presi di mira
non solo gli attivisti ma anche le associazioni e i media che pubblicavano le
immagini “rubate”).
La vittoria
australiana rappresenta un utile momento di riflessione. Ogni nuova legislazione che impedisca di svolgere attività di
informazione e documentazione sulle forme di sfruttamento animale è una
sconfitta di civiltà, perché mina alle fondamenta
le libertà di espressione, di informazione e diffusione del pensiero che
sono alla base di ogni sistema democratico. Per questo, è importante che il movimento di
liberazione animale cerchi il più vasto appoggio delle organizzazioni
che si occupano di diritti civili e di libertà di stampa, affinché si possa
contrastare efficacemente la retorica che vede questi diritti come sopprimibili
in virtù del maggiore interesse alla sicurezza pubblica.
“L’attivismo non è
terrorismo”, è il messaggio che Will Potter lancia ad ogni
occasione pubblica.
È importante ripeterlo, per contrastare
l’opposto messaggio che gli sfruttatori di animali tentano di far passare.
____________
Note
1 Gli altri sono Idaho, Kansas, Missouri, Utah, Montana, Wyoming e Nord Dakota;
Note
1 Gli altri sono Idaho, Kansas, Missouri, Utah, Montana, Wyoming e Nord Dakota;
2 Per
attività agricole la legge intende espressamente le proprietà private utilizzate per l’allevamento di animali e non le coltivazioni;
3 Oltre
ad essere un giornalista freelance, Potter
è conferenziere e relatore per TED. Egli stesso ha fatto attivismo per i diritti animali e per
l’ambiente,
seguendo da vicino ALF e ELF e conoscendo alcuni dei protagonisti di azioni
dirette che sono stati in seguito individuati e condannati. Dopo essere stato arrestato e minacciato
da un agente FBI di essere inserito nell’elenco dei sorvegliati come potenziali
ecoterroristi, soltanto per aver partecipato a volto
scoperto a un pacifico volantinaggio in una zona in cui si erano stati
sabotaggi nei mesi precedenti, ha
deciso di occuparsi della tematica della repressione ai danni degli attivisti;
4
Definito dall’FBI come «l’uso
o la minaccia di ricorrere alla violenza in modo criminale, contro istituzioni
o beni privati, da parte di organizzazioni d’orientamento ecologista, per
ragioni politiche legate all’ambientalismo, o animate dalla volontà di ottenere
visibilità tramite un obiettivo, spesso di natura simbolica».
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