Un processo che evoca
l’Inquisizione e l’Indice dei libri proibiti, quello messo in piedi
dal Vaticano - e iniziato il 24 novembre - contro
i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluca Nuzzi, autori rispettivamente di Avaritia e Via
crucis, i due documentatissimi
libri inchiesta sugli scandali finanziari e l’allegra
politica economica della curia vaticana con tanti soldi dei contribuenti
italiani.
Ai
due giornalisti, il Vaticano non contesta la veridicità dei documenti pubblicati,
ma il fatto di averli resi noti, violando la segretezza a cui li aveva confinati. Quanta cura!
Mentre niente si muove
concretamente sulla moralizzazione interna, il Vaticano dà in pasto al tribunale
ecclesiastico la libertà di stampa.
Una libertà perno della democrazia, garantita dalla Costituzione italiana, dalla Dichiarazione
universale dei diritti umani e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
europea.
Questa
libertà – che per un giornalista è dovere deontologico – non è contemplata nei
codici della Monarchia assoluta vaticana, che per altro non ha mai
sottoscritto la Dichiarazione universale dei diritti umani, né la Carta europea. E
che l’unico diritto umano che accampa sempre per sé è la libertà
di religione propria,
usata come un maglio per
subordinare e plasmare su di essa ogni altra libertà degli altri.
Gaetano
Azzariti, professore
di diritto costituzionale alla Sapienza di Roma, ha dichiarato
al quotidiano la Repubblica che «processando i due giornalisti,
il Vaticano rischia di porsi fuori dall'Europa e dal suo diritto».
Ma
questo problema sembra non interessare molto una Chiesa preoccupata piuttosto
di spegnere i riflettori sui suoi scandalosi centri di affare, usando questo processo
anche come distrattore di massa, almeno fino
all’inizio del Giubileo, quando tutti i media saranno al
servizio dell’evento.
La
chiusura del processo è stata infatti annunciata prima dell’8 dicembre. Forse per i giornalisti non ci saranno
conseguenze penali, ma intanto
l’intimidazione alla libertà di stampa avrà sortito il suo nefasto
effetto;
avvalorata da uno Stato italiano che a
livello istituzionale sta lasciando i due giornalisti in balia del tribunale
papalino, che vieta agli imputati difensori che non siano
accreditati dal foro ecclesiastico.
La
politica istituzionale in questi giorni rivendica i valori di libertà contro il
fanatismo islamico,
ma tace sulla violenza ideologica di questo processo imbastito dal tribunale
ecclesiastico.
E lungo questa trincea di
silenzio si consuma la lapidazione della libertà e dei diritti. Così
mentre laicità e democrazia si appannano, il vizio teocratico della Chiesa curiale si arma alla
riconquista dell’Italia,
che ha sempre considerato roba sua.
Maria Mantello
(25 novembre 2015)
Scritto mercoledì, 25 novembre 2015
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/25/maria-mantello-processo-contro-fittipaldi-e-nuzzi-il-vaticano-mostra-il-suo-volto-teocratico/
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