lunedì 7 novembre 2011

IL TORDO BOTTACCIO E I SUOI "ASSASSINI"


CHI VIENE E CHI VA: I MIGRATORI
Il tordo bottaccio
UNO SPIRITO LIBERO CHE AMA VIAGGIAR DI NOTTE
Nelle notti di  ottobre,
soprattutto se si ha la fortuna di  abitare in campagna
può capitare di sentirli.

Di colpo il cielo si anima di suoni secchi e metallici..zip..zip...zip zip; chi non li   conosce si chiede che origine abbiano quegli strani  suoni, difficile per chi non  li conosce anche associarli a dei volatili. . . invece sono loro, alti nel cielo stanno passando rapidi i tordi bottacci!

Sono uccellini lunghi fino a 22 centimetri, e pesano in media 80 grammi.

Arrivano dalle zone a Nord e a Nord Est dell’Europa, volando nella notte guidati dalla loro bussola biologica.

Stanno andando via dal freddo, cercano località più calde dove poter passare l’inverno.

Alcuni di loro sverneranno qui in Italia, altri proseguiranno fino al Nord Africa. Non c’è una regola, se trovano un posto per loro sufficientemente ricco di cibo e dal clima mite si fermano, se no ripartono .

Quelli che passano dal Piemonte arriveranno in Liguria, e lì molti di loro compiranno un’impresa: voleranno in mare aperto fino in Corsica, puntando poi verso la Sardegna e la Tunisia. Altri invece dalla Liguria continueranno lungo la direttrice Francia  - Spagna - Algeria .

Infine un'altra corrente migratoria,  più ridotta, percorre interamente la nostra penisola.

Aspetteranno  la primavera,  per poter risalire l ’Europa  e tornare finalmente  nei  luoghi di riproduzione.

Tra di loro ci sono soggetti giovanissimi: sono i piccoli nati nei boschi del Nord, dove sono stati nutriti a sazietà con bacche, frutta, vermi e insetti; in Italia assaggeranno le nostre olive, cibo di cui sono ghiotti.

Migrano di notte, dicevamo, e alle prime luci dell’alba scendono in un bosco; pochi voletti per cercare un buon posto dove rifocillarsi, e poi la boscaglia li inghiotte e diventa quasi impossibile trovarli.

Ma purtroppo il sorgere del sole svela l’insidia: ci sono i cacciatori, arrivati col buio, che li stanno aspettando. Nascosti tra le frasche, col naso all’insù e il fucile tra le mani attendono in silenzio il loro passaggio. Oppure dentro ad un capanno aspettano di vederli accorrere ai richiami di altri tordi prigionieri nelle gabbiette sparandogli quando si posano sui rami vicini. Per non parlare dei bracconieri, che li insidiano con reti alte fino a tre metri e con trappole piene di bacche prelibate per attrarli.  Affamati,  disorientati e stanchi per il viaggio sono in tanti a perdere la vita nelle  mattine di ottobre. Tutto questo non ha più senso, se mai ne ha avuto.

               Giorgio Galletta
                 direttore di
pelo & contropelo giornale online

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