CHI VIENE E CHI VA: I MIGRATORI
Il tordo bottaccio
UNO SPIRITO LIBERO CHE AMA
VIAGGIAR DI NOTTE
Nelle notti di ottobre,
soprattutto
se si ha la fortuna di abitare in campagna
può capitare di
sentirli.
Di colpo il cielo si anima di suoni secchi e metallici..zip..zip...zip
zip; chi non li conosce si chiede che origine abbiano quegli
strani suoni, difficile per chi non li conosce anche associarli a dei volatili. .
. invece sono loro, alti nel cielo stanno passando rapidi i tordi
bottacci!
Sono uccellini lunghi fino a 22 centimetri, e
pesano in media 80 grammi.
Arrivano dalle zone a Nord e a Nord Est dell’Europa, volando nella notte guidati dalla loro bussola biologica.
Stanno andando via dal freddo, cercano località più calde dove poter passare l’inverno.
Alcuni di loro sverneranno qui in Italia, altri proseguiranno
fino al Nord Africa. Non c’è una regola, se
trovano un posto per loro sufficientemente ricco di cibo e dal clima mite si
fermano, se no ripartono .
Quelli che passano dal Piemonte arriveranno in
Liguria, e lì molti di loro compiranno un’impresa: voleranno in mare aperto
fino in Corsica, puntando poi verso la Sardegna e la Tunisia. Altri invece dalla Liguria
continueranno lungo la direttrice Francia
- Spagna - Algeria .
Infine un'altra corrente migratoria, più ridotta, percorre interamente la nostra
penisola.
Aspetteranno la
primavera, per poter risalire l ’Europa e tornare finalmente nei
luoghi di riproduzione.
Tra di loro ci sono soggetti giovanissimi: sono i piccoli
nati nei boschi del Nord, dove sono stati
nutriti a sazietà con bacche, frutta, vermi e insetti; in Italia assaggeranno
le nostre olive, cibo di cui sono ghiotti.
Migrano di notte,
dicevamo, e alle prime luci dell’alba scendono in un bosco; pochi voletti per
cercare un buon posto dove rifocillarsi, e poi la boscaglia li inghiotte e
diventa quasi impossibile trovarli.
Ma purtroppo il sorgere del sole svela
l’insidia: ci sono i cacciatori, arrivati col buio, che li stanno aspettando. Nascosti
tra le frasche, col naso all’insù e il fucile tra le mani attendono in silenzio
il loro passaggio. Oppure dentro ad un capanno aspettano di vederli accorrere
ai richiami di altri tordi prigionieri nelle gabbiette sparandogli quando si
posano sui rami vicini. Per non parlare dei bracconieri, che li insidiano con
reti alte fino a tre metri e con trappole piene di bacche prelibate per
attrarli. Affamati, disorientati e stanchi per il viaggio sono in
tanti a perdere la vita nelle mattine di
ottobre. Tutto questo non ha più senso, se mai ne ha avuto.
Giorgio Galletta
direttore di
pelo
& contropelo giornale online
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