Palermo, 24 nov. (Adnkronos/Ign) - ''Non è un libro anticlericale. Racconta un fatto storico ma soprattutto quello che mi interessava era puntare l'indice su un fenomeno assai diffuso nel nostro paese: il rifiuto della conoscenza della verità''.
Andrea Camilleri presenta così il suo nuovo romanzo 'La setta degli Angeli' (Sellerio editore Palermo, 233 pagg., 14 euro) con cui lo scrittore torna al romanzo storico. Al centro del libro ''un fatto storico realmente accaduto in un paese della Sicilia nel 1910 che ebbe risonanza nazionale".
E' lo stesso scrittore agrigentino che, alla fine del libro, in una nota spiega: "Un prete, Rosolino Martino, viene deferito all'Autorità giudiziaria per corruzione di ragazze minorenni. Un ex farmacista del luogo, poi diventato avvocato, Matteo Teresi, che dalle pagine di un suo giornaletto, "La Battaglia," combatte le prepotenze dei mafiosi, degli agrari e del clero, comincia un'indagine su quel fatto e arriva alla strabiliante scoperta che
i preti di Alia hanno fondato una setta segreta che ''mobilita giovani fanciulle ancora vergini ed inesperte, e giovani spose, a cui si fa credere che il rapporto sessuale o le stesse pratiche sessuali preparatorie del rapporto, sono uno strumento per acquisire indulgenze divine ed aprire le porte del Paradiso'',
come spiega Gaetano D'Andrea, ex sindaco di Alia".
E' sempre Camilleri a scrivere: "La scoperta della setta e del suo statuto, reso noto da Teresi, scoppia come una bomba, oltrepassa lo Stretto e suscita lo sdegno di molti esponenti politici e religiosi tra i quali Turati e Sturzo. Il prete Rosolino Martino conferma quanto ha scritto Teresi sul suo giornale. Ma il clero, gli agrari e la mafia fanno quadrato. Da un lato attaccano Teresi, dall'altro impongono alla popolazione, anche ai familiari delle giovani donne vittime degli abusi, il più completo silenzio sulla vicenda".
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