Abusi Attualità
Brindisi, l’evoluzione del terrore
di Cecilia M. Calamani[19 mag 2012]
Straziante l’attentato di Brindisi. Colpisce al cuore. Melissa – o Vanessa, la cui sorte è ancora incerta - poteva essere mia figlia,
 è il meno che un genitore possa dirsi. Morire di scuola non è 
immaginabile, è  uno di quegli orrori che incontrano una resistenza 
feroce nella mente di chiunque. Ma qui non c’è stato il crollo di un 
edificio, che disperde le colpe nell’incuria di tanti fino a farle 
diventare anonime. No, qui c’è un gesto predeterminato, una barbarie 
ingiustificabile (più di quanto ogni barbarie lo sia) di qualcuno che mirava ad ammazzare decine di ragazzini.
Tanti ne muoiono e tanti ne sono morti per strage terroristica o 
fondamentalista, per vendetta, per essere capitati nel momento sbagliato
 nel posto sbagliato ed essersi beccati una pallottola in testa in un 
regolamento di conti tra criminali o ancora per rapimento, ma 
l’obiettivo, quello vero, era sempre un altro e gravitava nel mondo degli adulti. Finora, nonostante il nostro passato stragista, le morti di bambini e ragazzi sono stati effetti collaterali,
 per usare un termine caro agli americani dell’esportazione della 
democrazia. Non l’obiettivo primario ma la risultanza di un’azione, per 
quanto ignobile, volta ad altro.
Qui è la differenza e qui il raccapriccio si 
trasforma in sdegno, furore. Per la prima volta gli studenti di una 
scuola sono vittime di un attentato a loro destinato. Non effetti collaterali
 ma il puntuale obiettivo di qualche assassino organizzato. Mafioso? 
Terrorista? La magistratura, si spera, ci darà una risposta. Ma intanto è
 lecito chiedersi se di fronte a una volontà dichiarata, quella di 
colpire una scuola allo scopo di far strage di ragazzi, il nostro 
governo tecnico saprà intuire la differenza con il passato, il cambio di mira e di passo e individuarne mandanti e ragioni. Se sarà in grado di gestire, oltre a spread e mercati, anche questo nuovo orrore che compare oggi per la prima volta nella storia della Repubblica.
E mentre aspettiamo la risposta, assistiamo ancor più sconcertati al 
circo mediatico che ci sbatte in faccia foto e video di facce, lacrime, 
disperazione, oggetti, dettagli, dichiarazioni di parenti, amici, 
compagni, persino del parroco, tutti in prima fila a testimoniare che 
Melissa era amatissima dai genitori, amava la vita, era una brava 
ragazza. Nei prossimi giorni avremo i dettagli sul suo profilo facebook e
 l’eventuale fidanzatino, le aspirazioni, le amicizie e i voti a scuola,
 i genitori, la loro età e il loro mestiere.
A distogliere chi ha bisogno di santi e di eroi dalla cupa fotografia che un attentato atroce come questo, e così diverso, sottende.
A distogliere chi ha bisogno di santi e di eroi dalla cupa fotografia che un attentato atroce come questo, e così diverso, sottende.
Cecilia Maria Calamani
Cecilia M. Calamani 
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