ANIMALI NEGLI UFFICI - NON
E' IL SINDACATO IL PROBLEMA, SONO LE POLEMICHE CHE NON AIUTANO
A CONOSCERE PER AVANZARE IN UNA SOCIETA' CIVILE E SOLIDALE.
L'appassionata
quanto pericolosa polemica che si è aperta nei confronti della inopportuna presa di posizione della
CGIL, a tutela dei propri iscritti, non depone a favore dei nostri amici
animali.
L'educazione,
o meglio l'assenza di educazione
relativa al rapporto uomo animali e la
conseguente formazione autoctona
diseducativa, che alberga nella maggioranza degli umani, fa emergere i lati più negativi dei nostri
caratteri. Non ci fa riflettere sull'obiettivo che vogliamo raggiungere nè
sulle azioni che vogliamo attivare ma soprattutto non ci fa riflettere sul
nostro comportamento e sulla relazione con gli altri.
Io penso che
nonostante tutte queste considerazioni negative ognuno di noi che veramente ama
non solo il proprio animale ma tutti gli esseri senzienti, anche umani,
dovrebbe forse farsi un esame di coscienza come dicono i credenti o una seria
autocritica come affermano i laici. Non serve a nessuno e nemmeno agli animali
offendere o accusare gli altri. Quello che serve è cercare di capire come
possiamo reimpostare un'etica interspecifica e migliorare i nostri rapporto con
gli altri umani.
E per capire
occorre un po' di tempo, contrariamente a ciò che oggi accade quando si pensa
di aver captato le informazioni date per via telematica. Non è sufficiente
cliccare su "mi piace", occorre riflettere e magari esprimere la
propria opinione, anche se diametralmente opposta.
Quando ho
letto il titolo del post di "Cuore" mi sono subito adirato anch'io
contro la CGIL ma questo dipende da come è stato impostata la notizia. E
ovviamente il dibattito è subito precipitato dall'amore per gli animali,
all'odio per i sindacati e per tutti i "falsi animalisti".
In quanti si
sono accorti che il problema era quello di analizzare come si può fare per non
interrompere i sentimenti che intercorrono con i nostri amici animali quando
abbiamo necessità di svolgere le nostre azioni nella vita civile di tutti i
giorni? Lo so che i problemi di tutti invece di risolversi si accumulano e
sembra senza via d'uscita. Ma quando una città come quella di Milano, dotata di
un regolamento per la tutela degli animali che non preveda l'accesso dei nostri
amici negli uffici pubblici o ne limiti la disponibilità in altri, si premura
di cambiare questa situazione in favore di un corretto rapporto uomo-animali e
di civiltà urbana, perché devono essere gli animalisti o i sindacalisti a
mettere i bastoni tra le ruote? Ci sono già coloro che non amano gli altri
animali a farlo.
Questa
polemica mi ha ulteriormente ferito perché non aiuta a venirne fuori. Quello
che potremmo fare ma non facciamo è informarci e proporre soluzioni. Avere
un'amministrazione locale, una tra le più importanti d'Italia, che decide di
dare accesso agli animali di affezione (cani, gatti, furetti, topolini, rettili,
ecc.) con la precisa responsabilità del proprio adottante dovrebbe essere un
vanto, un motivo per cercare di far capire agli altri umani, (quelli che non
conoscono le interazioni interspecifiche) che si può essere tutti dalla stessa
parte, quella che valorizza le relazioni con i diversi (umani e non umani)
superando le discriminazioni, le offese gratuite, e i comportamenti negativi di
rottura che fanno vivere male anche coloro che li mettono in atto.
Nel mio
piccolo ho voluto approfondire la materia, al di là della posizione della richiesta del sindacato della funziona
pubblica milanese. Ho scoperto informazioni interessanti alla base della scelta
del comune di Milano. Informazioni che non sono apparse con il dovuto rilievo
sulla stampa, nelle televisioni, nelle radio nazionali o quelle libere.
Mi chiedo: perché
nessuno dei polemisti ha parlato del
contenuto del comunicato del comune di Milano relativo alla scelta di
acconsentire l'accesso degli animali agli uffici aperti al pubblico?
Penso che
semplicemente non è arrivata loro la notizia.
Ma se veramente fossimo felici di
questo evento faremmo in
modo di rilanciarlo, prelevandolo dal sito web del comune, stampandone il testo
per portarlo con noi, negli uffici comunali e farlo conoscere in particolare a
chi, nelle code, non conosce ancora il
contenuto cioè uno dei modi per costruire il
sano rapporto esistente tra tutti gli animali: umani e non umani, purtroppo
soffocato dalla nostra plurimillenaria cultura.
Dopo aver letto
i commenti postati sul sito "Nel Cuore" e prima di immettermi nel
confronto ho chiesto e regolarmente ricevuto dall'assessorato milanese
competente il testo della comunicazione che potete scaricare qui
Con grande meraviglia
e soddisfazione, da questo
testo ho scoperto che il 26 giugno 2012 è stato sottoscritto un accordo tra
ANCI Nazionale e FIADAA sul rapporto esseri umani e animali d'affezione
in cui si fa
esplicito riferimento a 3 tipologie
di "Ordinanza sindacale" che tutti i comuni dovrebbero adottare:
E non
dimentichiamoci mai che questi strumenti giuridici: le ordinanze (come in parte è avvenuto con quelle, altrettanto
avanzate, del precedente governo, a firma dell'On Francesca Martini) potrebbero rimanere lettera morta se noi (e tutti coloro che vogliono vivere in un
mondo migliore) non
saremo in grado di sostenere, con qualsiasi mezzo lecito e non violento,
la loro concreta applicazione.
E questa è la mia esortazione alla
partecipazione attiva per tutti i cittadini italiani, sapendo che non sarà
facile e che troveremo potenti resistenze antropocentriche ad ogni livello.
D'altra parte queste preziosissime ordinanze
sono atti da far conoscere a tutti. Strumenti che, in un paese come il nostro,
che è considerato dai più seri intellettuali e docenti universitari, il primo
al mondo in cui la legislazione sulla tutela animale è la più avanzata, ci permetteranno di avere un diverso
rapporto con l'ente locale ma anche con gli altri umani che verranno a
conoscenza di norme, comportamenti, atteggiamenti, in poche parole di un'etica completamente nuova, fino
ad oggi ad appannaggio di pochissimi antispecisti ed animalisti empatici e
compassionevoli, quella della visione di
un mondo diverso sempre più simile a quello tratteggiato nel "Pianeta
verde"
dove la
felicità trova spazio e si diffonde anche se, nel film non è la nostra terra.
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