venerdì 14 settembre 2012

MILANO ACCESSO DEGLI ANIMALI AGLI UFFICI APERTI AL PUBBLICO



ANIMALI NEGLI UFFICI - NON E' IL SINDACATO IL PROBLEMA, SONO LE POLEMICHE CHE NON AIUTANO A CONOSCERE PER AVANZARE IN UNA SOCIETA' CIVILE E SOLIDALE.

L'appassionata quanto pericolosa polemica che si è aperta nei confronti della inopportuna presa di posizione della CGIL, a tutela dei propri iscritti, non depone a favore dei nostri amici animali.
L'educazione, o meglio l'assenza di educazione relativa al rapporto uomo animali e la conseguente formazione autoctona diseducativa, che alberga nella maggioranza degli umani, fa emergere i lati più negativi dei nostri caratteri. Non ci fa riflettere sull'obiettivo che vogliamo raggiungere nè sulle azioni che vogliamo attivare ma soprattutto non ci fa riflettere sul nostro comportamento e sulla relazione con gli altri.
Io penso che nonostante tutte queste considerazioni negative ognuno di noi che veramente ama non solo il proprio animale ma tutti gli esseri senzienti, anche umani, dovrebbe forse farsi un esame di coscienza come dicono i credenti o una seria autocritica come affermano i laici. Non serve a nessuno e nemmeno agli animali offendere o accusare gli altri. Quello che serve è cercare di capire come possiamo reimpostare un'etica interspecifica e migliorare i nostri rapporto con gli altri umani.
E per capire occorre un po' di tempo, contrariamente a ciò che oggi accade quando si pensa di aver captato le informazioni date per via telematica. Non è sufficiente cliccare su "mi piace", occorre riflettere e magari esprimere la propria opinione, anche se diametralmente opposta.
Quando ho letto il titolo del post di "Cuore" mi sono subito adirato anch'io contro la CGIL ma questo dipende da come è stato impostata la notizia. E ovviamente il dibattito è subito precipitato dall'amore per gli animali, all'odio per i sindacati e per tutti i "falsi animalisti".
In quanti si sono accorti che il problema era quello di analizzare come si può fare per non interrompere i sentimenti che intercorrono con i nostri amici animali quando abbiamo necessità di svolgere le nostre azioni nella vita civile di tutti i giorni? Lo so che i problemi di tutti invece di risolversi si accumulano e sembra senza via d'uscita. Ma quando una città come quella di Milano, dotata di un regolamento per la tutela degli animali che non preveda l'accesso dei nostri amici negli uffici pubblici o ne limiti la disponibilità in altri, si premura di cambiare questa situazione in favore di un corretto rapporto uomo-animali e di civiltà urbana, perché devono essere gli animalisti o i sindacalisti a mettere i bastoni tra le ruote? Ci sono già coloro che non amano gli altri animali a farlo.
Questa polemica mi ha ulteriormente ferito perché non aiuta a venirne fuori. Quello che potremmo fare ma non facciamo è informarci e proporre soluzioni. Avere un'amministrazione locale, una tra le più importanti d'Italia, che decide di dare accesso agli animali di affezione (cani, gatti, furetti, topolini, rettili, ecc.) con la precisa responsabilità del proprio adottante dovrebbe essere un vanto, un motivo per cercare di far capire agli altri umani, (quelli che non conoscono le interazioni interspecifiche) che si può essere tutti dalla stessa parte, quella che valorizza le relazioni con i diversi (umani e non umani) superando le discriminazioni, le offese gratuite, e i comportamenti negativi di rottura che fanno vivere male anche coloro che li mettono in atto.
Nel mio piccolo ho voluto approfondire la materia, al di là della posizione della  richiesta del sindacato della funziona pubblica milanese. Ho scoperto informazioni interessanti alla base della scelta del comune di Milano. Informazioni che non sono apparse con il dovuto rilievo sulla stampa, nelle televisioni, nelle radio nazionali o quelle libere.
Mi chiedo: perché nessuno dei polemisti ha parlato del contenuto del comunicato del comune di Milano relativo alla scelta di acconsentire l'accesso degli animali agli uffici aperti al pubblico?
Penso che semplicemente non è arrivata loro la notizia.
Ma se veramente fossimo felici di questo evento faremmo in modo di rilanciarlo, prelevandolo dal sito web del comune, stampandone il testo per portarlo con noi, negli uffici comunali e farlo conoscere in particolare a chi, nelle code, non  conosce ancora il contenuto cioè uno dei modi per costruire il sano rapporto esistente tra tutti gli animali: umani e non umani, purtroppo soffocato dalla nostra plurimillenaria cultura. 
Dopo aver letto i commenti postati sul sito "Nel Cuore" e prima di immettermi nel confronto ho chiesto e regolarmente ricevuto dall'assessorato milanese competente il testo della comunicazione che potete scaricare qui  


Con grande meraviglia e soddisfazione, da questo testo ho scoperto che il 26 giugno 2012 è stato sottoscritto un accordo tra ANCI Nazionale e FIADAA sul rapporto esseri umani e animali d'affezione

in cui si fa esplicito riferimento a 3 tipologie di "Ordinanza sindacale" che tutti i comuni dovrebbero adottare:


E non dimentichiamoci mai che questi strumenti giuridici: le ordinanze (come in parte è avvenuto con quelle, altrettanto avanzate, del precedente governo, a firma dell'On Francesca Martini) potrebbero rimanere lettera morta se noi (e tutti coloro che vogliono vivere in un mondo migliore) non saremo in grado di sostenere, con qualsiasi mezzo lecito e non violento, la  loro concreta applicazione. E questa è la mia esortazione alla partecipazione attiva per tutti i cittadini italiani, sapendo che non sarà facile e che troveremo potenti resistenze antropocentriche ad ogni livello.
D'altra parte queste preziosissime ordinanze sono atti da far conoscere a tutti. Strumenti che, in un paese come il nostro, che è considerato dai più seri intellettuali e docenti universitari, il primo al mondo in cui la legislazione sulla tutela animale è la più avanzata, ci permetteranno di avere un diverso rapporto con l'ente locale ma anche con gli altri umani che verranno a conoscenza di norme, comportamenti, atteggiamenti, in poche parole di un'etica completamente nuova, fino ad oggi ad appannaggio di pochissimi antispecisti ed animalisti empatici e compassionevoli, quella della visione di un mondo diverso sempre più simile a quello tratteggiato nel "Pianeta verde"
dove la felicità trova spazio e si diffonde anche se, nel film non è la nostra terra.

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