VEGANISMO: UNA NECESSITA’.
MA PER CHI?
C’è chi riporta
Una goliardata:
Mangiamoci un vegano. E' alimentato ad erba, ecologico, non cancerogeno e
a differenza delle lumache non lo devi mettere nel secchio con la menta per due
giorni a spurgarlo. E' già pronto per l'uso.
Un opinione
antropocentrica alquanto diffusa:
1) Tutto quello che mangiamo è pericoloso.
2) Possiamo solo
tentare di limitare i danni ma non potremo mai avere cibo sano.
3) La sovrappopolazione è la causa principale del problema.
4) La speculazione
commerciale è la seconda causa.
Oppure
Se potessi, la mia
alimentazione sarebbe: 10% carne rossa, 10% carne
bianca, 10% pesce, 30% farinacei, 40% verdure.
Alcune mie considerazioni
Opinioni
come quelle esposte sopra non possono che confermare la “giusta” risposta,
frutto della cultura che ci è stata data. Altri esempi significativi denotano
come noi attraverso l’ideologia dei valori umani, impostata dai potenti di ogni tempo (laici e
religiosi), ci è stata propinata. La suddivisione di 10%
carne rossa,
10% carne bianca, 10% pesce, 30% farinacei, 40% verdure
non evidenzia il soggetto animale ma solo parte del loro organismo o un gruppo
specifico: i pesci. Ed è evidente che quando si parla di animali in
questo modo si parla solo per
individuare una fonte di alimentazione: addirittura il 30%. E’ vero che piatti veloci come ajo, ojo e
peperoncino possono sopperire ai tempi lunghi di preparazione rispetto a quelli
con la carne o alternativamente con proteine vegetali (in genere i legumi). Possiamo
trovarne altri e ce ne sono a centinaia, senza animali. Occorre solo la
volontà di prepararli. Purtroppo noi
oggi (io ne sono uscito solo da qualche anno e spero di rimanerci per la difesa
degli animali, compreso l’uomo, e del nostro pianeta) continuiamo a comportarci
(seguiamo la tradizione imposta dai carnefici) come vuole chi sfrutta la
situazione della nostra ignoranza impartita (ignoranza sui processi, non solo
di produzione, ma di costruzione dell’imperialismo, così direbbero Marx e
Lenin. Ignoranza dettata dalla cultura del falso
amore (le famose “radici cristiane” ma non solo) che, come si sa è quella
religiosa. Falso amore, perché è
anch’essa basata sull’antropocentrismo: l’uomo “ad immagine e somiglianza di
dio” e non sul rapporto interspecifico. Perché il rapporto d’amore si esprime
quando ci sono almeno due individui, umani e non umani, e non tra sé e sé. Ma chi decide qual’è la cultura utile per
l’uomo? Si sa: chi si trova a gestire il potere, in un determinato tempo,
opprimendo, sfruttando e discriminando i sottoposti.
L’esempio
riportato nella storia di Ipazia nel film “Agorà”, secondo me tratteggia bene
la realtà di quel periodo orrendo (IV
secolo e successivi). Il regista ha potuto dimostrare pubblicamente per la
prima volta come si è sviluppata l’arroganza della religione cristiana,
finalizzata alla presa del potere temporale del cristianesimo del falso amore e
lo sterminio di centinaia e migliaia di pagani tra cui la scienziata atea Ipazia
che non ha voluto aggregarsi al carro della maggioranza vincente e arrogante. Altro
che diffondere la parola di un dio inesistente!
E oggi purtroppo ci ritroviamo ancora con questa cultura. Una cultura
che non ha mai tenuto conto del rapporto etico tra umani e non umani (e non
avrebbe potuto, perche l’inesistente dio aveva sentenziato che l’uomo era il custode e il responsabile
di tutti gli animali della terra; ma questo dopo il diluvio universale. Prima del
diluvio la pensava esattamente all’opposto: gli animali, essendo sue creature
nessuno poteva né ucciderli né mangiarli: e questo sempre detto da lui. Gli
uomini dovevano mangiare solo bacche, funghi, frutti ed erbe. Come sempre io
affermo che se esistesse, sarebbe un dio schizofrenico e ovviamene uno spietato
criminale per tutte le morti dirette e indirette che ha provocato. Ma questa è
un’altra “storia”. Il punto è che se la questione dell’alimentazione carnivora
aveva un senso, in particolare per chi comandava, per gli altri c’erano solo
bacche, funghi, frutti, erbe e, se andava bene qualche uovo di uccelli resi
“galline e galli da cortile” dalle pretese umane giustificate dai potenti (capi
tribù. clan, sacerdoti, ecc.) in quanto solo loro potevano andare a caccia e
disporre di animali da sacrificare e mangiare. Si può obiettare che anche
l’uomo primitivo, che ha vissuto in tempi precedenti a quello storico, andava a
caccia. E’ vero. Ma la scienza paleontologica, attraverso la ricerca sul campo,
è venuta a conoscenza che l’uomo è diventato carnivoro solo un milione di anni
fa (riscontri fossili) dopo essere stato predato da altri carnivori, inizialmente rubando i residui di carne
rimasti sulle carcasse dei grandi predatori. Insieme ma anche precedentemente a
questo periodo, si è scoperto che l’alimentazione di un “cespuglio” di ominidi
africani era vegetariano (il Gorilla, scimmia di notevoli dimensioni era ed è ancora vegetariano. Queste scoperte
sono di poche decine di anni fa. Ed hanno fatto fatica ad emergere, proprio
perché non si dovevano diffondere. Perché? Per motivi culturali legati anche e
soprattutto agli interessi economici. Perché il mondo della macellazione, prima
locale (la macelleria sotto casa) e poi globale, collegato alle multinazionali
dell’alimentazione, allevamento, distribuzione e agli alti profitti che si
generano, ha prodotto ormai da qualche centinaio di anni il settore ECONOMICO
degli animali DA REDDITO. La pubblicità martellante giornaliera che passa in
tv, radio, giornali, siti internet, volantinaggio porta a porta e
cartellonistica stradale lo prova abbondantemente. Se si tocca o s’impedisce di
far soldi con gli animali “da reddito” (quelli che ci hanno insegnato a mangiare)
si è un uomo morto o espulso dalla comunità “cristiana” e “laica”. E lo sanno
anche molte Associazioni animaliste, protezioniste e anche antivivisezioniste,
insieme ai medici ufficiali della “cultura veterinaria”, necessaria ai
controlli ai fini della “nostra salute”. Non viene detto che questi controlli servono
soprattutto per garantire il non risarcimento di eventuali danni provocati da
carni infette alla salute umana. Danni che potrebbero essere richiesti dai
consumatori ai capitalisti che speculano e sfruttano altre vite senzienti. Controlli
che si ripropongono allo stesso modo, senza evidenziare la stessa motivazione
sottostante, fatta valere per le “cavie” degli istituti pseudoscientifici, dove
si sacrificano inutilmente gli animali. E le associazioni cosiddette animaliste
o protezionistiche non lo evidenziano più di tanto, altrimenti perdono il ruolo
che il potere del capitale ha loro assegnato o riconosciuto come Associazioni
che “difendono gli animali”. Cosa voglio dire. Voglio dire che senza un’analisi storica della ricerca
scientifica sulla conoscenza degli altri viventi animali non si può
decidere liberamene ma solo “tradizionalmente” come ci è stato insegnato. E la
ricerca scientifica ci ha dimostrato che ogni specie vivente ha una sua
intelligenza che serve alla sua sopravvivenza come ha dei sentimenti base simili
a quelli umani (paura, amore, felicità, rispetto, ecc. ma non l’odio, l’invidia
e la vendetta tipicamente e abominevolmente umani). La maggioranza degli umani
ne sa qualcosa di questa questione del rapporto sconosciuto o nascosto uomo-animali?
Sicuramente no. E comunque anche se si sapesse è difficile cambiare il proprio
stile di vita dopo che ti hanno inculcato dalla più tenera età i VALORI DELL’”UOMO” SENZA PERALTRO DIRTI CHE
SIAMO ANIMALI ANCHE NOI. Anzi bisogna nasconderlo, guai a dirlo a scuola.
Anche se io lo affermo, con la specificazione che siamo una specie diversa per
molti aspetti dalle altre, peraltro tutte diverse tra loro, ma con alcuni
elementi comuni: l’intelligenza di specie e alcuni sentimenti di base. Riflettiamo
e pensiamo se sia ancora corretto stare nella “tradizione” o iniziare un
cambiamento epocale per il pianeta, pensando anche agli altri non umani e a
quello che vorremmo lasciare alle nuove generazioni.
P.S. -
Ringrazio un amico in FB che mi ha dato l’occasione di esprimere questa
riflessione.
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