domenica 2 febbraio 2014

LA SPERIMENTAZIONE CON ANIMALI NON AIUTA GLI ESSERI UMANI MA NE PREGIUDICA IL BENESSERE E LA SALUTE.





ECCO PERCHE' LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE PREGIUDICA
LA SALUTE DEGLI ESSERI UMANI
 
"Quanti esseri umani sarebbero guariti e sarebbero vivi, oggi, se al posto degli animali avessimo utilizzato metodi di sperimentazione attendibili? Metodi effettivamente in grado di predire gli eventuali effetti avversi e l'efficacia dei rimedi? E' impossibile non chiederselo...".

Aysha Akhtar, Laureata alla Eastern Virginia Medical School, specializzata in Neurologia e in Medicina Preventiva, lavora per l'Ufficio Contro Terrorismo e Minacce Emergenti della FDA americana e per il Public Health Service degli Usa (http://www.ayshaakhtar.com/about).

Blogger del settore Scienze dell'Huffington Post, in questo articolo Akhtar spiega in quante situazioni (tre quelle più importanti) la sperimentazione sugli animali non solo non aiuta gli esseri umani ma ne pregiudica il benessere e la salute.

Ecco l'articolo: "Vostra figlia dodicenne è in partenza per un campeggio estivo e per la prima volta viaggia in aereo da sola. Ma la lascereste salire su quell'aereo sapendo che le probabilità che arrivi senza incidenti a destinazione sono inferiori al 10%? Se la risposta è no, allora dovete chiedervi per quale motivo accettiamo percentuali di rischio analoghe quando invece si tratta di sperimentazione animale.

Dopo avere superato i test sugli animali, tutti i nuovi farmaci devono obbligatoriamente entrare nella fase dei trial clinici sull'uomo. Ebbene, chiunque partecipi come volontario a uno di questi trial clinici deve sapere che nel 90% dei casi e oltre il rimedio dimostratosi efficace e sicuro sugli animali si rivelerà invece inefficace o addirittura pericoloso su di lui.

In una precedente serie di articoli ho cercato di spiegare perché la sperimentazione animale non funziona.

Un fallimento in questo campo ci costa molto più caro che in ogni altro settore scientifico, e reca danno a noi esseri umani in tre modi diversi ma egualmente importanti.

PRIMO - I test di sicurezza condotti sugli animali ci possono danneggiare in modo diretto
Nel marzo 2006, a sei volontari umani fu somministrata una dose di TGN 1412, una terapia sperimentale creata dalla società TeGenero. Come racconta il giornale online Slate: "Nel giro di pochi minuti, i sei volontari giacevano a terra in preda a collasso. Il composto era stato concepito per attenuare la risposta immunologica, mentre in realtà l'aveva magnificata, scatenando una serie di reazioni chimiche a catena che mandarono tutti e sei i volontari dritti all'ospedale. Per diversi di loro il danno agli organi interni è risultato irreversibile, e la testa di uno di loro s'è gonfiata in modo talmente orrendo che i tabloid inglesi hanno ribattezzato il caso "the Elephant Man trial"". Il TGN 1412 era stato testato sui topi, sui conigli, sui ratti e sulle scimmie senza che venisse riscontrato alcun effetto avverso. Come se non bastasse, le scimmie cynomolgus usate negli esperimenti erano state scelte proprio perché si riteneva che replicassero le reazioni umane che costituivano l'obiettivo del nuovo rimedio TGN 1412 (1).
Insomma, non solo nei test erano state usate diverse specie animali ma tra queste erano state scelte le specie che si pensava fossero più idonee allo scopo. Non soltanto le scimmie erano state sottoposte a diversi test di tossicità a dose ripetuta ma per quattro settimane consecutive gli erano state somministrate dosi 500 volte più grandi di quelle in seguito somministrate ai volontari umani. E malgrado ciò, nessuna di loro aveva accusato nessuna delle reazioni avverse che colpirono gli uomini pochi minuti dopo aver ricevuto una minuscola dose del rimedio in regime di trial.
Il caso del TGN 1412 esemplifica fino a che punto siano inaffidabili gli esperimenti animali destinati a verificare se un composto o un nuovo rimedio saranno sicuri per l'uomo.

Ecco alcuni altri esempi di test animali che hanno causato gravi danni all'uomo:
Ø  Nel 2004, Elan Pharmaceuticals fu costretta a interrompere i trial per un vaccino per l'Alzheimer che aveva ottimamente curato i modelli di "topo Alzheimer", perché la sostanza aveva determinato l'infiammazione del cervello negli umani (2).
Ø  Una terapia genica fortemente reclamizzata perché aveva curato cani affetti da emofilia fu abbandonata perché aveva danneggiato il fegato e indotto altri problemi negli umani, problemi mai emersi negli esperimenti animali.
Ø  Un trial clinico sulla fialuridina, giudicata un promettente rimedio per l'epatite B, eseguito dal National Institutes of Health (NIH) fu bruscamente interrotto quando si scoprì che aveva provocato gravissimi problemi al fegato di sette persone, cinque delle quali morirono e per due delle quali si rese necessario un trapianto di fegato. (3)

Insomma, lungi dal proteggerci, la sperimentazione animale ci espone a forti rischi. Oltre ai rischi diretti, come quelli appena descritti, ci sono anche rilevantii effetti indiretti.

SECONDO - Test animali fuorvianti possono indurci a scartare rimedi che sarebbero risultati benefici per l'uomo. Non è possibile quantificare quante opportunità siano andate perdute per colpa di inattendibili esperimenti sugli animali. Ma innumerevoli esempi ci dicono che per fortuna sono gli stessi ricercatori a giudicare inaffidabili i test animali.

Per esempio:

·        Un editoriale di Nature Reviews Drug Discovery (http://www.nature.com/nrd/journal/v2/n3/full/nrd1057.html) rivela che il tamoxifene, uno dei più efficaci rimedi contro alcune forme di tumori al seno è stato sul punto di essere scartato perché provocava tumori al fegato nei ratti, cosa che non succede negli esseri umani.

·        Il trattamento contro la leucemia a base di Gleevec andò quasi perduto perché determina una gravissima forma di tossicità nei cani ma non nell'uomo (4). Fortunatamente, il produttore decise di svilupparlo sulla base dei promettenti risultati ottenuti su colture cellulari umane. Come argomenta John Pippin, direttore del Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM): "Il Gleevec è la storia di un successo costruito sulla base di una progettazione razionale e di test realizzati con metodologie specie-specifiche, un rimedio che prolunga la vita che non sarebbe mai stato sviluppato se i risultati dei test sugli animali fossero stati presi seriamente in considerazione dai ricercatori.

·        Gli esperimenti realizzati sugli animali ritardarono l'approvazione della ciclosporina, rimedio utilizzato con successo per i disordini autoimmuni e per combattere il rigetto post trapianti d'organo (5).

·        Esperimenti realizzati sugli animali suggerivano che una perdita precoce della vista è causa di irreversibile cecità, finché un individuo cieco dalla nascita non riacquistò la vista in seguito a un'operazione per rimuovere una cataratta eseguita quand'era già in là con gli anni (6). In virtù di questa scoperta "umana", molti individui ciechi ora possono riacquistare la vista grazie a operazioni che sulla base dei precedenti esperimenti animali erano state giudicate inutili. Solo cinque dei 10.000 potenziali rimedi testati in laboratorio raggiungono lo stadio dei trial clinici sull'uomo. Molti non vanno oltre i test animali a causa di reazioni specie-specifiche.

Ma è possibile, anzi probabile che molte di queste sostanze si sarebbero rivelate straordinariamente sicure ed efficaci per l'uomo.

Domanda: Quanti esseri umani sarebbero vivi, oggi, se al posto degli animali avessimo utilizzato metodi di ricerca e sperimentazione davvero attendibili? Metodi effettivamente capaci di predire gli eventuali effetti avversi e l'efficacia dei rimedi? E' impossibile non chiederselo.

E adesso veniamo al terzo danno che ci procurano gli esperimenti sugli animali.

TERZO - Il tempo e il denaro sprecati negli esperimenti animali avrebbero potuto essere convogliati a sostegno di test specie-specifici di ben altra attendibilità. Un inattendibile modello animale di malattia può spingere i produttori di cure e trattamenti nella direzione sbagliata, con spreco di tempo e di considerevoli investimenti.
In media, una società farmaceutica spende più di 1 miliardo di dollari per portare un nuovo rimedio sul mercato. Il National Institutes of Health (NIH) americano convoglia quasi metà dei suoi finanziamenti - fino a 14,5 miliardi all'anno di tasse dei contribuenti - verso gli esperimenti animali.
I ricercatori vengono ripetutamente tratti in inganno e sospinti in vicoli ciechi da informazioni estrapolate da esperimenti animali che si rivelano, più tardi, inaccurati, insignificanti o addirittura in contrasto con la biologia umana.
Ci sono voluti più di 25 anni di fallimenti sul terreno dei vaccini contro l'AIDS perché i ricercatori cominciassero finalmente a interrogarsi sull'utilità dei primati non umani per gli esperimenti sull'HIV, e più di 30 anni perché si rendessero conto che il modello roditore del diabete è sbagliato.
Possiamo essere sicuri che le vittime della tragedia del TGN 1412 non rischieranno mai più la vita sulla base di esperimenti animali. La verità è che un test in vitro basato su colture umane avrebbe previsto gli effetti dannosi del medicamento e protetto quegli uomini (7).

Quanti altri esseri umani devono ancora soffrire e morire prima che ci rendiamo conto che se vogliamo davvero aiutare noi stessi dobbiamo eliminare alla radice la sperimentazione animale e concentrarci sullo sviluppo di metodi più efficaci basati sull'uomo?".

Bibliografia
1- Akhtar (2012) Animals and public health. Why treating animals better is critical to human welfare. Hampshire, UK: Palgrave Macmillan, p. 147-148.
2 - Allen. Of mice and men. The problems with animal testing. Slate. June 1, 2006.
3- Mckenzie, et al. Hepatic Failure and Lactic Acidosis Due to Fialuridine (FIAU), an Investigational Nucleoside Analogue for Chronic Hepatitis B. N Engl J Med 1995; 333:1099-1105.
4 - Pippin. South Texas Law Review 2013; 54: 469-511.
5 - Greek, Greek. Animal research and human disease. JAMA 2000; 283: 743-744.
6 - Ostrovsky, et al. Vision following extended congenital blindness.Psychological Science 2006; 17: 1009-1014
7 - Dhir et al. A predictive biomimetic model of cytokine release induced by TGN1412 and other therapeutic monoclonal antibodies. J. Immunotoxicol. 2012;9:34-42.
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