Condivido
la posizione personale, sotto riportata, di
PAOLA RE e contribuisco
a diffondere le notizie che la
RAI, servizio pubblico, NON COMUNICA attraverso la trasmissione
TELETHON e le relative martellanti
pubblicità
Facciamoci una domanda:
Perché la RAI non dice che dopo gli esperimenti degli animali
è obbligatorio per legge
SPERIMENTARE ANCHE SULL’UOMO e non diffonde i relativi risultati
(positivi e negativi) ottenuti dalle corporation di BIG FARMA, e dagli ospedali
in cui si sperimentano. E perché non
sono postati sui siti del “trasparente” governo Renzi, oltre che in rete e sui
quotidiani nazionali.
SI VERREBBE A CONOSCENZA CHE E’ INUTILE
SPERIMENTARE SUGLI ANIMALI E CHE
LA RICERCA SCIENTIFICA NON PUO’ CHE ESSERE
SPECIE-SPECIFICA.
Ma
i governi del capitale non ne vogliono sapere (ALTRO COLLEGAMENTO
capitale-politica e mafia internazionale?)
BISOGNA NASCONDERE I TEST INUTILI,
ESEGUITI SUGLI ANIMALI, E DANNOSI
PER UMANI E NON UMANI, CHE PER LA MASSIMA
PARTE
NON PRODUCONO NE’ HANNO PROPROTTO IL
RISULTATO SPERATO,
MA I CUI FARMACI SONO COMUNQUE DIFFUSI PER
IL BUSINESS MONDIALE!
EPPURE
LE PROPOSTE PER GOVERNO UE BIGFARMA E VERONESI CI SONO BASTA CONDIVIDERLE
Aspettiamo una risposta non quella di Veronesi e di altri partigiani
convinti vivisezionisti
perché la Fondazione Veronesi è parte della PROPAGANDA DEL SISTEMA CAPITALISTICO MONDIALE
CON
L’ASSENSO DELLE CHIESE, IN PARTICOLARE
DELLA CATTOLICA,
NELLA COPERTURA DELL0 SFRUTTAMENTO DI
ANIMALI E DEL NON DIRITTO ALLA SALUTE DI UMANI E NON UMANI
MA SOLO PER LA CREAZIONE E LO SVILUPPO
DI AFFARI ESTENDENDO ALL’ INFINITO IL NUMERO DI MALATI CRONICI
.-.-.-.-.-.-.-.-
Lettera di Paola Re
Spettabile Fondazione Veronesi,
mi è arrivata la newsletter sottostante che mi invita a offrire sostegno alla
ricerca della vostra Fondazione.
Ho sentito più volte il Prof. Umberto Veronesi parlare
in difesa degli animali, riferendosi soprattutto alla pratica del mangiarli,
essendo egli un convinto vegetariano.
Ho visitato il sito
della Fondazione Veronesi per informarmi sulle sue modalità di ricerca.
Ho letto questa
dichiarazione del Professor Veronesi che mi ha tolto ogni dubbio.
https://www.fondazioneveronesi.it/i-blog-della-fondazione/umberto-veronesi/io-non-sono-un-animalista
“Vivisezione, va subito precisato, è un
termine anacronistico e non più rispondente alla realtà, ma viene utilizzato spesso per suscitare visioni di orrore e mi stupisce
come questa vecchia polemica non accenni a risolversi malgrado i contendenti
siano entrambi dalla parte del giusto. Hanno infatti ragione coloro che lottano perché non siano inflitte inutili
sofferenze ai poveri animali; ma non hanno torto i ricercatori, quando sostengono che gli esperimenti
sugli animali consentono di sviluppare farmaci più efficaci e meglio tollerati. Appartenendo a entrambe le categorie, penso di
conoscere abbastanza a fondo sia le ragioni degli animalisti sia quelle dei ricercatori.”
Un medico di fama internazionale come il Prof. Umberto Veronesi conosce la Direttiva
2010/63/UE “Sulla protezione
degli animali usati a fini scientifici” meglio di me ma gli ricordo
volentieri le procedure “moderate” nell’allegato VII. E’ giusto
sapere a che cosa sono sottoposti gli animali “sperimentati”, non “vivisezionati”, come precisa il Prof.
Umberto Veronesi.
Per esempio
“chirurgia in anestesia generale e somministrazione di idonei analgesici,
associata a dolore, sofferenza o deterioramento delle condizioni generali
post-chirurgici (toracotomia, craniotomia, laparatomia, orchiectomia,
linfadenectomia, tiroidectomia, chirurgia ortopedica con stabilizzazione
efficace e trattamento delle lesioni;
trapianto di organi con trattamento efficace dei
rigetti, impianto chirurgico di cateteri o dispositivi biomedici (ad esempio
trasmettitori telemetrici, mini-pompe, ecc.);
modelli di induzione di tumori;
irradiazione o chemioterapia in dose subletale o dose
letale;
riproduzione di animali geneticamente modificati da
cui dovrebbe risultare un fenotipo con effetti moderati;
creazione di animali geneticamente modificati mediante
procedure chirurgiche;
uso di gabbie metaboliche;
studi con uso di diete modificate che non soddisfano
tutte le esigenze nutrizionali degli animali e che si prevede causino anomalie
cliniche moderate nell’arco di tempo dello studio;
sospensione dell’alimentazione nei ratti adulti;
induzione della fuga e di reazioni di evitamento.
Per passare poi alle procedure “gravi”come
“la prova di dispositivi che, in caso di
guasti, possono causare dolore o angoscia intensi o la morte dell’animale (ad esempio dispostivi
cardiaci);
prova di potenza dei vaccini caratterizzata da
deterioramento persistente delle condizioni dell’animale, graduale malattia che
porta alla morte, associate a dolore, angoscia o sofferenza moderati e di lunga
durata;
interventi chirurgici e di altro tipo in anestesia
generale che si prevede causino dolore, sofferenza o angoscia postoperatori intensi, oppure moderati e
persistenti, ovvero deterioramento grave e persistente delle condizioni
generali dell’animale;
produzione di fratture instabili, toracotomia senza
somministrazione di idonei analgesici, ovvero traumi intesi a produrre
insufficienze organiche multiple;
trapianto di organi in cui il rigetto può causare
angoscia intensa o deterioramento grave delle condizioni generali dell’animale
(ad esempio xenotrapianto);
riproduzione di animali con alterazioni genetiche che
si prevede causino deterioramento grave e persistente delle condizioni
generali, ad esempio morbo di Huntington, distrofia muscolare, nevriti croniche
recidivanti;
scosse elettriche inevitabili (ad esempio per indurre
impotenza acquisita);
isolamento completo di specie socievoli per lunghi
periodi, ad esempio cani e primati non umani;
stress da immobilizzazione per indurre ulcere
gastriche o insufficienze cardiache nei ratti;
nuoto forzato o altri esercizi in cui il punto finale
è l’esaurimento.”
Ci vuole un bel coraggio a
difendere la sperimentazione animale considerandola meno grave della
vivisezione.
“Difendo a tal punto i
diritti degli animali che non ne mangio la carne. Sono vegetariano da sempre
per ragioni filosofiche, ho il massimo rispetto della vita di chiunque, specie
quando non può far valere le proprie ragioni.”
Forse un animale “da
laboratorio” può farle valere?
“Il movimento
animalista ha molti meriti tra cui quello di aver imposto precisi limiti alla
sperimentazione animale, di aver promosso lo sviluppo di metodi di studio (su
modelli matematici, su colture cellulari e altri ancora) che oggi sono un punto fermo a
livello internazionale. Come medico-ricercatore che ha dedicato più
di mezzo secolo alla lotta contro il cancro e per la vita – in qualità e
quantità – del paziente, non posso però sottrarmi ad alcune
considerazioni, che spero siano condivise (o quanto meno ascoltate) anche dai
paladini dei diritti animali. L’affermarsi
delle tecniche alternative ha ridotto, ma non azzerato, l’utilizzo di animali
nella ricerca scientifica. Se i test di efficacia di un farmaco si possono realizzare su cellule
tumorali in coltura, cioè in vitro, quelli di
tollerabilità (quale dose massima di
un certo farmaco si può somministrare senza incorrere in effetti tossici?
quanto tempo deve trascorrere tra una dose massima e la successiva?) si possono eseguire prevalentemente in vivo, cioè
sul vivente. E allora è giocoforza
servirsi degli animali: lo si fa nei migliori centri di
biomedica con un preciso obbligo
statuito a livello mondiale. E cioè che “fattore essenziale della ricerca
sull’animale è l’assenza di dolore, di angoscia e anche di semplice
disagio dell’animale”. Il vero dramma degli animali è come sono trattati da tutti noi e non dai ricercatori scientifici. Il vitello, uno degli animali più evoluti nella scala
neuropsichica e che soffre molto di più di quelli usati in laboratorio come cavie, non trova molti oppositori contro la fine terribile cui viene sottoposto
nei mattatoi per garantire le belle “fettine di vitello” sulle nostre tavole.
Difendere l’operato
dei ricercatori scientifici senza se e senza ma è un grave errore: sono ampiamente noti, proprio perché visibili su video
in rete, certi comportamenti che rivelano violenza, dominio e sopraffazione a
opera di ricercatori sugli animali oggetto dei loro esperimenti. Condannare i mattatoi e difendere i laboratori di sperimentazione
animale è mistificatorio: sono entrambi lager di
cui dovremmo liberarci
Non farò alcuna
donazione in tempo e denaro alla vostra Fondazione finché la linea di pensiero
sarà quella che ho letto.
Cordiali saluti.
Paola Re
Via Virginio Arzani n.47
15057 Tortona (AL)
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