domenica 14 dicembre 2014

Condivido la posizione personale, sotto riportata, di PAOLA RE e contribuisco a diffondere le notizie che la RAI, servizio pubblico, NON COMUNICA attraverso la trasmissione TELETHON e le relative martellanti pubblicità

Condivido la posizione personale, sotto riportata, di  PAOLA RE e contribuisco a diffondere le notizie che la RAI, servizio pubblico, NON COMUNICA attraverso la trasmissione
TELETHON e le relative martellanti pubblicità

Facciamoci una domanda: Perché la RAI non dice che dopo gli esperimenti degli animali è obbligatorio per legge SPERIMENTARE ANCHE SULL’UOMO e non diffonde i relativi risultati (positivi e negativi) ottenuti dalle corporation di BIG FARMA, e dagli ospedali in cui si sperimentano. E perché  non sono postati sui siti del “trasparente” governo Renzi, oltre che in rete e sui quotidiani nazionali.
SI VERREBBE A CONOSCENZA CHE E’ INUTILE SPERIMENTARE SUGLI ANIMALI E CHE
LA RICERCA SCIENTIFICA NON PUO’ CHE ESSERE SPECIE-SPECIFICA.
Ma i governi del capitale non ne vogliono sapere (ALTRO COLLEGAMENTO capitale-politica e mafia internazionale?)
BISOGNA NASCONDERE I TEST INUTILI, ESEGUITI SUGLI ANIMALI, E DANNOSI
PER UMANI E NON UMANI, CHE PER LA MASSIMA PARTE
NON PRODUCONO NE’ HANNO PROPROTTO IL RISULTATO SPERATO,
MA I CUI FARMACI SONO COMUNQUE DIFFUSI PER IL BUSINESS MONDIALE!
EPPURE LE PROPOSTE PER GOVERNO UE BIGFARMA E VERONESI CI SONO BASTA CONDIVIDERLE

Aspettiamo una risposta non quella di Veronesi e di altri partigiani convinti vivisezionisti
perché la Fondazione Veronesi è parte della PROPAGANDA DEL SISTEMA CAPITALISTICO MONDIALE
CON L’ASSENSO DELLE CHIESE, IN PARTICOLARE DELLA CATTOLICA,
NELLA COPERTURA DELL0 SFRUTTAMENTO DI ANIMALI E DEL NON DIRITTO ALLA SALUTE DI UMANI E NON UMANI

MA SOLO PER LA CREAZIONE E LO SVILUPPO DI AFFARI ESTENDENDO ALL’ INFINITO IL NUMERO DI MALATI CRONICI
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Lettera di Paola Re

Spettabile Fondazione Veronesi,
mi è arrivata la newsletter sottostante che mi invita a offrire sostegno alla ricerca della vostra Fondazione.
Ho sentito più volte il Prof. Umberto Veronesi parlare in difesa degli animali, riferendosi soprattutto alla pratica del mangiarli, essendo egli un convinto vegetariano.
Ho visitato il sito della Fondazione Veronesi per informarmi sulle sue modalità di ricerca.
Ho letto questa dichiarazione del Professor Veronesi che mi ha tolto ogni dubbio.

Vivisezione, va subito precisato, è un termine anacronistico e non più rispondente alla realtà, ma viene utilizzato spesso per suscitare  visioni di orrore e mi stupisce come questa vecchia polemica non accenni a risolversi malgrado i contendenti siano entrambi dalla parte del giusto. Hanno infatti ragione coloro che lottano perché non siano inflitte inutili sofferenze ai poveri animali; ma non hanno torto i ricercatori, quando sostengono che gli esperimenti sugli animali consentono di sviluppare farmaci più efficaci e meglio tollerati. Appartenendo a entrambe le categorie, penso di conoscere abbastanza a fondo sia le ragioni degli animalisti sia quelle dei ricercatori.”
Un medico di fama internazionale come il Prof. Umberto Veronesi conosce la Direttiva 2010/63/UE “Sulla protezione degli animali usati a fini scientifici meglio di me ma gli ricordo volentieri le procedure “moderate” nell’allegato VIIE’ giusto sapere a che cosa sono sottoposti gli animali “sperimentati”, non “vivisezionati”, come precisa il Prof. Umberto Veronesi.
Per esempio
chirurgia in anestesia generale e somministrazione di idonei analgesici, associata a dolore, sofferenza o deterioramento delle condizioni generali post-chirurgici (toracotomia, craniotomia, laparatomia, orchiectomia, linfadenectomia, tiroidectomia, chirurgia ortopedica con stabilizzazione efficace e trattamento delle lesioni;
trapianto di organi con trattamento efficace dei rigetti, impianto chirurgico di cateteri o dispositivi biomedici (ad esempio trasmettitori telemetrici, mini-pompe, ecc.);
modelli di induzione di tumori;
irradiazione o chemioterapia in dose subletale o dose letale;
riproduzione di animali geneticamente modificati da cui dovrebbe risultare un fenotipo con effetti moderati;
creazione di animali geneticamente modificati mediante procedure chirurgiche;
uso di gabbie metaboliche;
studi con uso di diete modificate che non soddisfano tutte le esigenze nutrizionali degli animali e che si prevede causino anomalie cliniche moderate nell’arco di tempo dello studio;
sospensione dell’alimentazione nei ratti adulti;
induzione della fuga e di reazioni di evitamento.

Per passare poi alle procedure “gravi”come 
la prova di dispositivi che, in caso di guasti, possono causare dolore o angoscia intensi o la morte dell’animale (ad esempio dispostivi cardiaci);
prova di potenza dei vaccini caratterizzata da deterioramento persistente delle condizioni dell’animale, graduale malattia che porta alla morte, associate a dolore, angoscia o sofferenza moderati e di lunga durata;
interventi chirurgici e di altro tipo in anestesia generale che si prevede causino dolore, sofferenza o angoscia postoperatori intensi, oppure moderati e persistenti, ovvero deterioramento grave e persistente delle condizioni generali dell’animale;
produzione di fratture instabili, toracotomia senza somministrazione di idonei analgesici, ovvero traumi intesi a produrre insufficienze organiche multiple;
trapianto di organi in cui il rigetto può causare angoscia intensa o deterioramento grave delle condizioni generali dell’animale (ad esempio xenotrapianto);
riproduzione di animali con alterazioni genetiche che si prevede causino deterioramento grave e persistente delle condizioni generali, ad esempio morbo di Huntington, distrofia muscolare, nevriti croniche recidivanti;
scosse elettriche inevitabili (ad esempio per indurre impotenza acquisita);
isolamento completo di specie socievoli per lunghi periodi, ad esempio cani e primati non umani;
stress da immobilizzazione per indurre ulcere gastriche o insufficienze cardiache nei ratti;
nuoto forzato o altri esercizi in cui il punto finale è l’esaurimento.”

Ci vuole un bel coraggio a difendere la sperimentazione animale considerandola meno grave della vivisezione.

“Difendo a tal punto i diritti degli animali che non ne mangio la carne. Sono vegetariano da sempre per ragioni filosofiche, ho il massimo rispetto della vita di chiunque, specie quando non può far valere le proprie ragioni.” 

Forse un animale “da laboratorio” può farle valere?
“Il movimento animalista ha molti meriti tra cui quello di aver imposto precisi limiti alla sperimentazione animale, di aver promosso lo sviluppo di metodi di studio (su modelli matematici, su colture cellulari e altri ancora) che oggi sono un punto fermo a livello internazionale. Come medico-ricercatore che ha dedicato più di mezzo secolo alla lotta contro il cancro e per la vita – in qualità e quantità – del paziente, non posso però sottrarmi ad alcune considerazioni, che spero siano condivise (o quanto meno ascoltate) anche dai paladini dei diritti animali. L’affermarsi delle tecniche alternative ha ridotto, ma non azzerato, l’utilizzo di animali nella ricerca scientifica. Se i test di efficacia di un farmaco si possono realizzare su cellule tumorali in coltura, cioè in vitro, quelli di tollerabilità (quale dose massima di un certo farmaco si può somministrare senza incorrere in effetti tossici? quanto tempo deve trascorrere tra una dose massima e la successiva?) si possono eseguire prevalentemente in vivo, cioè sul viventeE allora è giocoforza servirsi degli animali: lo si fa nei migliori centri di biomedica con un preciso obbligo statuito a livello mondiale. E cioè che “fattore essenziale della ricerca sull’animale è l’assenza di dolore, di angoscia e anche di semplice disagio dell’animale. Il vero dramma degli animali è come sono trattati da tutti noi e non dai ricercatori scientifici. Il vitello, uno degli animali più evoluti nella scala neuropsichica e che soffre molto di più di quelli usati in laboratorio come cavie, non trova molti oppositori contro la fine terribile cui viene sottoposto nei mattatoi per garantire le belle “fettine di vitello” sulle nostre tavole.
Difendere l’operato dei ricercatori scientifici senza se e senza ma è un grave errore: sono ampiamente noti, proprio perché visibili su video in rete, certi comportamenti che rivelano violenza, dominio e sopraffazione a opera di ricercatori sugli animali oggetto dei loro esperimenti. Condannare i mattatoi e difendere i laboratori di sperimentazione animale è mistificatorio: sono entrambi lager di cui dovremmo liberarci
Non farò alcuna donazione in tempo e denaro alla vostra Fondazione finché la linea di pensiero sarà quella che ho letto.
Cordiali saluti.
Paola Re
Via Virginio Arzani n.47

15057 Tortona (AL) 

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