Unione europea
Servizio Ricerca del Parlamento europeo
Un emendamento che è entrato
in vigore dopo 30 anni
Unione Europea
da osservatore a contraente
Contesto
La Convenzione sul
commercio internazionale di
specie della flora
e della fauna selvatiche minacciate
di estinzione (CITES) è
volta a garantire
che il commercio
internazionale di esemplari
di animali e
piante selvatici non metta a repentaglio la sopravvivenza delle specie.
Offre vari livelli di protezione a 35 000 specie di animali
e piante, indipendentemente
dal fatto che
siano scambiate come
animali vivi, pellicce,
legno o erbe essiccate.
La protezione può includere
il divieto di
commercio, o il
controllo del commercio
tramite autorizzazioni all'importazione
e alla (ri)esportazione delle specie contemplate dalla Convenzione.
La Convenzione è entrata in vigore
nel 1975 e conta attualmente 180 parti
contraenti, tra cui tutti gli Stati
membri dell'UE. Sebbene
l'adesione fosse inizialmente
limitata agli stati, l'emendamento di
Gaborone adottato dalla conferenza
delle parti ad aprile
1983, ha consentito
l'accesso alla Convenzione
alle organizzazioni
regionali di integrazione
economica. Ai
fini dell'entrata in
vigore dell'emendamento era necessaria la
sua ratifica da parte dei due terzi degli 80 stati che all'epoca erano parti
della Convenzione, soglia che è stata
raggiunta soltanto 30 anni dopo, nel novembre 2013. L'Unione europea, che è attualmente un
osservatore, può ora diventare parte contraente della Convenzione CITES.
Il regolamento n. 338/97 sulla protezione di
specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro
commercio costituisce il
principale strumento per
l'attuazione di queste
disposizioni. Il primo regolamento relativo
all'applicazione delle disposizioni della CITES in tutti gli Stati membri
risale al gennaio 1984.
Le materie disciplinate dalla
CITES riguardano
principalmente
·
la tutela dell'ambiente, competenza condivisa tra l'UE e gli Stati
membri, e
·
il commercio internazionale, di competenza esclusiva
dell'Unione.
Impatto
previsto dell'adesione
Stando alla
Commissione, l'adesione
dell'UE alla CITES
è un passo
logico e necessario affinché l'Unione europea sia
pienamente in grado
di perseguire gli
obiettivi che si
è prefissata nel
quadro della propria politica ambientale, e fornirebbe all'UE una base istituzionale più solida per contribuire ai progetti CITES e per assistere le singole parti nei
loro programmi di rafforzamento delle capacità.
L'adesione
potrebbe inoltre consentire all'UE
di partecipare pienamente
ai lavori della
Convenzione. Essa
permetterebbe inoltre di razionalizzare
e formalizzare la
prassi attuale, secondo cui
gli Stati membri concordano su
una posizione comune, per poi
votare individualmente durante
le riunioni della
CITES. In quanto parte della
Convenzione, l'UE
voterebbe secondo le sue competenze (con un numero di voti pari al
numero degli Stati
membri dell'Unione), sulla base di una
posizione comune. Gli Stati
membri manterrebbero i loro diritti e obblighi a norma della Convenzione
per quanto riguarda le loro competenze.
Quanto alle implicazioni
finanziarie, in base alla tabella
delle Nazioni Unite, si prevede che l'Unione europea dovrebbe
finanziare annualmente il 2,5%
dell'importo totale del fondo fiduciario CITES (circa € 115 000 nel 2015).
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Autore: Didier Bourguignon, Servizi di ricerca per i deputati
IT (or. EN) PE 542.179
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