Aree
protette e biodiversità
Giornata mondiale della biodiversità, in Italia è il Camoscio
Day
da: www.greenreport.it
[ 21 maggio 2012 ]
Il 22
maggio si celebra la giornata mondiale della biodiversità ed in Italia
sarà anche il "Camoscio Day", dedicato ai 20 anni d'impegno dei parchi per la conservazione del camoscio appenninico (Rupricapra
pyrenaica ornata), considerato il camoscio più bello del mondo e che
vive solo nel nostro Paese, esclusivamente in alcune aree protette
dell''Appennino.
Si pensa che ci siano poco più di 1500 esemplari di camoscio appenninico, altamente
protetti, da
non confonderlo con il camoscio
alpino, ampiamente
diffuso sulle Alpi, che appartiene a una
specie diversa e gode di un regime di protezione inferiore.
La protezione di questo raro animale è affidata anche al progetto europeo Life
Coornata (capofila è il Parco nazionale
della Majella) che interessa, per la prima volta, tutte le aree protette in
cui si trova la popolazione appenninica della specie o che potenzialmente sono
in grado di ospitarla: i parchi nazionali della Majella, d'Abruzzo Lazio e
Molise, del Gran Sasso Monti della Laga, dei Monti Sibillini e il parco
regionale Sirente Velino. Oggi
ci sono 530 camosci nel Parco
Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, 525 nel Parco Nazionale della
Majella - dove le reintroduzioni sono iniziate nel 1991 - e 450 nel
Parco Nazionale del Gran Sasso dove i
primi esemplari sono stati reintrodotti
nel 1992. L'ultima colonia creata, e quindi la meno numerosa, è quella del Parco Nazionale dei Monti
Sibillini: 29 camosci, di cui 14 nati
in natura a partire dal 2010. Una quinta colonia sorgerà presto nel Parco Regionale del Sirente
Velino, che studi recenti hanno individuato come area idonea, grazie al progetto Life Coornata.
Legambiente, che è partner del progetto Life, spiega
che «All'inizio del 900 la popolazione di camoscio appenninico
si era ridotta a circa 30 individui, nel Parco nazionale d'Abruzzo
(oggi Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise), l'unico areale da dove non è mai
scomparso. Il fatto di vivere in
un territorio così ristretto, con continui
incroci e quindi scarsa diversificazione genetica, lo mise a rischio di
estinzione. Da qui la volontà del Parco di avviare, con i propri animali,
introduzioni sulla Majella, sul Gran Sasso e, infine, sui Monti Sibillini, dove
sono stati introdotti, negli ultimi 20 anni, esemplari che hanno dato vita a
nuove colonie. Tanto che il vecchio appellativo di camoscio d'Abruzzo sta ormai
decisamente stretto a questo animale che non ha nulla da invidiare all'orso
bruno marsicano in quanto ad "ambasciatore dei parchi" e della buona
riuscita delle loro politiche di conservazione».
Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente,
sottolinea che «Il progetto Life Coornata
evidenzia la capacità dei parchi appenninici di fare progetti di sistema, di
conservare specie faunistiche di grande importanza e soprattutto di coinvolgere
i territori nella condivisione delle scelte. Il camoscio appenninico per questi territori rappresenta un'opportunità
anche dal punto di vista della promozione e valorizzazione locale. E'
possibile avvistarlo liberamente nei territori in cui vive. Proteggerlo significa conservare in buona salute il suo habitat,
con conseguenti ricadute positive anche su altre specie presenti, animali o
vegetali.
Per questo, i regolamenti dei parchi
vanno sempre rispettati, come, per esempio rimanere sui sentieri. In caso d'incontro ravvicinato, poi, i camosci non vanno considerati alla stregua di animali
domestici: non bisogna
fornire loro cibo e cercare di toccarli, è importante evitare di spaventarli e
di farli allontanare dai luoghi di pascolo».
Per il Camoscio
Day sono previsti eventi e visite guidate nelle
aree faunistiche e la premiazione di coloro che si sono distinti per il
loro contributo alla salvaguardia della specie.
Il programma
è disponibile su www.camoscioappenninico.it.
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