Foto di G. Albertini 
04-2007 Lago di Varese loc. Schiranna 
La Cicogna bianca: un simbolo per la
nuova Europa
(da: La Cicogna bianca storia di un ritorno
Quaderni del parco Adda Sud)
Il 2004 è un anno importante
per la Cicogna bianca. 
Non tanto perché le attuali centocinquanta
coppie italiane sembrano farci 
dimenticare che solo mezzo secolo
fa la specie non nidificava ancora nel nostro Paese in seguito all’estinzione o
perché gran parte della popolazione europea mostra ancora oggi lenti ma
inequivocabili segni di ripresa, quanto per le recenti novità nella politica internazionale europea.
L’allargamento dell’Unione ai Paesi dell’Europa orientale, che con la loro  adesione hanno
incrementato la superficie comunitaria del 58%, costituisce infatti un
elemento di svolta importante nella gestione
di vasti territori che ospitano oltre un terzo della popolazione mondiale di
Cicogna bianca.
Le politiche di gestione del territorio in Europa
occidentale hanno  comportato drastiche
trasformazioni ambientali e conseguenti drammatiche  perdite di
biodiversità in
gran parte del territorio, lasciando un segno
evidente anche nella qualità della vita delle popolazioni locali.
La capacità di contenere tali fenomeni in Paesi che da secoli conoscono ritmi di crescita economica più lenti,
ma che hanno permesso di conservare  ambienti straordinari ormai altrove scomparsi,
costituirà l’elemento chiave per la  conservazione della specie sia a livello
locale sia a livello globale.
L’effettiva possibilità di garantire politiche di gestione sostenibile
delle risorse
in un territorio sempre più vasto, caratterizzato da numerosi elementi di diversità che
costituiscono anche una straordinaria ricchezza, sottoposto  progressivamente a crescenti pressioni
antropiche e deciso a competere 
economicamente con il resto del mondo, deve costituire un impegno  imprescindibile della nuova Europa.
Ancora una volta il destino della specie è legato all’Uomo, con la  speranza che l’allargamento dell’Unione Europea
costituisca un sapiente e  fecondo
incontro tra culture, capace
di tracciare un nuovo percorso, nel quale Uomo e
Natura imparino velocemente a camminare insieme.
In tal senso, le aree protette costituiscono uno
strumento strategico per  stimolare le
popolazioni e le amministrazioni locali ad interagire attraverso processi
partecipati mirati alla sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo, dal livello ambientale a quello sociale ed economico. 
L’OPERAZIONE CICOGNA BIANCA 
dell’Associazione Olduvai Onlus
vuole costituire una concreta opportunità in questa direzione. Attraverso la protezione
di una specie “bandiera” come la Cicogna bianca è possibile parlare contemporaneamente di animali, ambiente e
uomo, mettendo in relazione tra loro natura, territorio, società, economia,
cultura e storia, intesa come storia del passato ma anche come storia
del futuro.
La Cicogna bianca è allora
uno strumento per realizzare un laboratorio vivente, capace di trasformare una responsabilità,
la conservazione della specie, in una risorsa a supporto dell’intero sistema
vivente, Uomo compreso.
La Cicogna bianca è, dunque, ancora un simbolo. É il simbolo
di una nuova cultura del vivere che trova le
proprie radici in un sapiente passato, il simbolo di una natura che sebbene
ferita tenta disperatamente, anno dopo anno, di instaurare un nuovo rapporto
con l’Uomo, lo stesso Uomo, quasi nella consapevolezza che dal successo di
questo gesto dipende la sopravvivenza di entrambi.
Ambrogio Molteni - Presidente dell’Associazione
Olduvai Onlus

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