martedì 29 luglio 2014

Dopo 10 anni dalla pubblicazione del quaderno sulla CICOGNA BIANCA del Parco Adda sud


Foto di G. Albertini  04-2007 Lago di Varese loc. Schiranna

La Cicogna bianca: un simbolo per la nuova Europa
(da: La Cicogna bianca storia di un ritorno Quaderni del parco Adda Sud)

Il 2004 è un anno importante per la Cicogna bianca.
Non tanto perché le attuali centocinquanta coppie italiane sembrano farci  dimenticare che solo mezzo secolo fa la specie non nidificava ancora nel nostro Paese in seguito all’estinzione o perché gran parte della popolazione europea mostra ancora oggi lenti ma inequivocabili segni di ripresa, quanto per le recenti novità nella politica internazionale europea.
L’allargamento dell’Unione ai Paesi dell’Europa orientale, che con la loro  adesione hanno incrementato la superficie comunitaria del 58%, costituisce infatti un elemento di svolta importante nella gestione di vasti territori che ospitano oltre un terzo della popolazione mondiale di Cicogna bianca.
Le politiche di gestione del territorio in Europa occidentale hanno  comportato drastiche trasformazioni ambientali e conseguenti drammatiche  perdite di biodiversità in gran parte del territorio, lasciando un segno evidente anche nella qualità della vita delle popolazioni locali.
La capacità di contenere tali fenomeni in Paesi che da secoli conoscono ritmi di crescita economica più lenti, ma che hanno permesso di conservare  ambienti straordinari ormai altrove scomparsi, costituirà l’elemento chiave per la  conservazione della specie sia a livello locale sia a livello globale.
L’effettiva possibilità di garantire politiche di gestione sostenibile delle risorse in un territorio sempre più vasto, caratterizzato da numerosi elementi di diversità che costituiscono anche una straordinaria ricchezza, sottoposto  progressivamente a crescenti pressioni antropiche e deciso a competere  economicamente con il resto del mondo, deve costituire un impegno  imprescindibile della nuova Europa.
Ancora una volta il destino della specie è legato all’Uomo, con la  speranza che l’allargamento dell’Unione Europea costituisca un sapiente e  fecondo incontro tra culture, capace di tracciare un nuovo percorso, nel quale Uomo e Natura imparino velocemente a camminare insieme.
In tal senso, le aree protette costituiscono uno strumento strategico per  stimolare le popolazioni e le amministrazioni locali ad interagire attraverso processi partecipati mirati alla sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo, dal livello ambientale a quello sociale ed economico.
L’OPERAZIONE CICOGNA BIANCA
dell’Associazione Olduvai Onlus

vuole costituire una concreta opportunità in questa direzione. Attraverso la protezione di una specie “bandiera” come la Cicogna bianca è possibile parlare contemporaneamente di animali, ambiente e uomo, mettendo in relazione tra loro natura, territorio, società, economia, cultura e storia, intesa come storia del passato ma anche come storia del futuro.
La Cicogna bianca è allora uno strumento per realizzare un laboratorio vivente, capace di trasformare una responsabilità, la conservazione della specie, in una risorsa a supporto dell’intero sistema vivente, Uomo compreso.
La Cicogna bianca è, dunque, ancora un simbolo. É il simbolo di una nuova cultura del vivere che trova le proprie radici in un sapiente passato, il simbolo di una natura che sebbene ferita tenta disperatamente, anno dopo anno, di instaurare un nuovo rapporto con l’Uomo, lo stesso Uomo, quasi nella consapevolezza che dal successo di questo gesto dipende la sopravvivenza di entrambi.

Ambrogio Molteni - Presidente dell’Associazione Olduvai Onlus

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