IL CERVO VOLANTE E I DIRITTI UMANI E ANIMALI
UNA
SPECIE PARADIGMATICA
E
UN ESEMPIO
della
complessità della vita
In FB un'amica, dopo aver letto il mio primo intervento: il
cervo volante una vita adulta, mi ha posto una domanda: ma gli uccelli insettivori mangiano anche altri
insetti? E quella che segue è la mia risposta.
Certo che gli uccelli insettivori
mangiano anche altri insetti, non trovando le uova le larve o gli adulti di
Cervo volante. Ma il problema, come
tutti i problemi non può essere risolto per ciascuna specie, come fa la
comunità europea con direttive, decisioni, regolamenti o convenzioni
internazionali, o come fanno i singoli governi con le proprie leggi, richieste
tra l’altro anche da associazioni animaliste e ambientaliste. E questo succede perché
le stesse NON HANNO MAI POSTO al centro delle loro richieste IL DIRITTO ALLA
DIGNITÀ E ALLA VITA DI OGNI ESSERE SENZIENTE, se non timidamente negli
ultimi anni. Quindi il problema non è quello di “non perdere una specie” ma quello per il quale L'UMANO NON SI VUOLE OCCUPARE REALMENTE DEL
RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DEGLI ALTRI, in particolare se sono
animali. Gli
altri (animali), sono sempre considerati in mille modi, fuorché “esseri senzienti”.
Tra le tante classificazioni che la religione e la politica fanno, ci sono
quelle dell’animale come MERCE (la carne) con precise leggi che
garantiscono l’uomo ed uccidono gli animali “da reddito”; come FASTIDIO
(insetti, ragni) e quindi da eliminare; come CAUSE DI DANNI ALLA PRODUZIONE AGRICOLA
(lumache, insetti fitofagi, ecc.) e quindi da
eliminare perché riducono il reddito, o sono infestanti o dannosi per acque o
suoli (nutrie, ratti, castori, ed altri roditori); come CAUSA DI IMPEDIMENTO
AL CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO DI PALUDI O ZONE UMIDE (per la
presenza di fauna acquatica tutelata, dagli anfibi con o senza coda, agli
innocui serpenti d'acqua alla conseguente fauna che questo habitat ne
garantisce la sopravvivenza); CONCORRENZA con i cacciatori da parte degli
uccelli acquatici che pescano
giustamente per alimentarsi, e tanti ALTRI CASI in cui le leggi regolano
minuziosamente, in particolare quando gli interessi economici da garantire alle
multinazionali dell’alimentazione, della
chimica, delle armi, e degli ogm sono altissimi. Per tutti questi “interessi” il “diritto
alla vita degli animali” (che corrisponde al dovere umano di non uccidere o maltrattare
gli altri) NON DEV’ESSERE
PREVISTO NELL’ETICA DEL PIU’ FORTE, COME NELL’OLOCAUSTO NAZISTA. Le leggi non
devono interferire sulla riduzione dei profitti (è il principio del
capitalismo, diventato sempre più reale, anche se gradualmente; applicato ormai
da molti anni negli USA, ma in sordina, per non far gridare allo scandalo i
credenti di tutte le chiese. Questo rapporto non si è mai visto scritto sui
giornali? Mai! Eppure le leggi lo affermano a chiare lettere. E questo nonostante
tutti vedano quello che succede agli animali: sono schiavizzati e devono rimanere tali per poter
far guadagnare sempre di più, pochi umani: quelli che sfruttano il mondo del
vivente. Per esempio facendo riprodurre all’infinito per poi ucciderli
anzitempo gli animali da reddito, in quanto non è produttivo farli invecchiare e poi consumarli. Facendoci
credere oltretutto che le loro carni, come i risultati degli esperimenti
scientifici con l’uso di animali, come il loro uso nelle tradizioni, negli
spettacoli circensi, nelle prigioni, negli zoo, nei rettilari, negli acquari e
parchi faunistici e persino nei parchi canile, siano “COSE BUONE PER L’UOMO”. In
realtà sono biocidi
ingiustificati sul piano della scienza e su quello dell’etica.
Invece per la morale cattolica, cristiana, ebraica
e in genere quelle morali che discendono dalle religioni monoteiste, va quasi tutto bene, specialmente se c’è l’interpretazione del
comandamento divino che lo sostiene. Quindi per tornare al Cervo
volante è vero che la sua scomparsa può non essere avvertita in modo
esponenziale ma è comunque una perdita di biodiversità, di relazioni etiche e di equilibrio del sistema ecologico del nostro
pianeta. E’ la
disapplicazione del principio, cioè il NON VOLERE TUTELARE L’ANIMALE,
che s’indebolisce. Gli animali sono tutti ESSERI SENZIENTI: UMANI E NON
UMANI. E SE PERDIAMO ANCHE
SOLO UNA SOLA SPECIE PER VOLONTA’ E CULTURA DELL’UOMO, il principio non ha più
validità come tale. La cultura specista
continuerà, come tenta di fare in questi anni, a riproporre le tradizioni e a
NON CONSIDERARE IL DIRITTO ALLA VITA E ALLA DIGNITA’ dei DIVERSI, UMANI E NON
UMANI; o magari solo di alcuni e non di altri, come accade per la preferenza degli
animali di affezione. Diminuendo, in questo modo, la portata, equa, solidale e
compassionevole e generale che ogni principio deve avere, oltre che a perdere
la fiducia nella sua realizzazione. E’ come dire “LA LEGGE E’ UGUALE
PER TUTTI” e poi troviamo persone che non “devono” essere giudicate dalla legge
(quella uguale per tutti) ma da leggi diverse perché si sentono e s’immaginano diverse
e su un gradino più alto. Allora perdiamo fiducia nel principio DI UGUAGLIANZA
DAVANTI ALLA LEGGE. E perdere fiducia nei principi costituisce una pericolosa china che apre la strada all’autoritarismo, alla dittatura,
alla perdita della libertà, alla povertà, alla schiavizzazione, non solo degli
animali ma anche della maggioranza della popolazione umana di 7 miliardi a
vantaggio di poche centinaia di migliaia di UOMINI E DONNE GOVERNANTI, dei SUPERPOTENTI
e loro collaboratori. SI CANCELLEREBBE DALLA STORIA DELL’UOMO QUELLO CHE ERA, ED E’ ANCORA, UN SOGNO: VIVERE
IN DEMOCRAZIA, DOVE OGNUNO PARTECIPA, VIVENDO IN PACE E GOVERNANDO LECITAMENTE,
SECONDO EQUITÀ, E DOVE OGNUNO POSSA RICEVERE SECONDO LE PROPRIE NECESSITÀ DI
VITA. UNA VITA
CHE ASSICURI LA DIGNITÀ, LA GIUSTIZIA, L’UGUAGLIANZA E LA LIBERTÀ DI TUTTI: UMANI E NON UMANI
(e NON solo di POCHI).
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