venerdì 11 luglio 2014

IL CERVO VOLANTE - DIRITTI UMANI E ANIMALI E IL SOGNO DI UNA VITA DIVERSA

IL CERVO VOLANTE E I DIRITTI UMANI E ANIMALI
UNA SPECIE PARADIGMATICA
E UN ESEMPIO
della complessità della vita

In FB un'amica, dopo aver letto il mio primo intervento: il cervo volante una vita adulta, mi ha posto una domanda: ma gli uccelli insettivori mangiano anche altri insettiE quella che segue è la mia risposta.


Certo che gli uccelli insettivori mangiano anche altri insetti, non trovando le uova le larve o gli adulti di Cervo volante.  Ma il problema, come tutti i problemi non può essere risolto per ciascuna specie, come fa la comunità europea con direttive, decisioni, regolamenti o convenzioni internazionali, o come fanno i singoli governi con le proprie leggi, richieste tra l’altro anche da associazioni animaliste e ambientaliste. E questo succede perché le stesse NON HANNO MAI POSTO al centro delle loro richieste IL DIRITTO ALLA DIGNITÀ E ALLA VITA DI OGNI ESSERE SENZIENTE, se non timidamente negli ultimi anni. Quindi il problema non è quello di “non perdere una specie” ma quello per il quale L'UMANO NON SI VUOLE OCCUPARE REALMENTE DEL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI DEGLI ALTRI, in particolare se sono animali. Gli altri (animali), sono sempre considerati in mille modi, fuorché “esseri senzienti”. Tra le tante classificazioni che la religione e la politica fanno, ci sono quelle dell’animale come MERCE (la carne) con precise leggi che garantiscono l’uomo ed uccidono gli animali “da reddito”; come FASTIDIO (insetti, ragni)  e quindi da eliminare; come  CAUSE DI DANNI ALLA PRODUZIONE AGRICOLA (lumache, insetti fitofagi, ecc.) e quindi da eliminare perché riducono il reddito, o sono infestanti o dannosi per acque o suoli (nutrie, ratti, castori, ed altri roditori); come CAUSA DI IMPEDIMENTO AL CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO DI PALUDI O ZONE UMIDE (per la presenza di fauna acquatica tutelata, dagli anfibi con o senza coda, agli innocui serpenti d'acqua alla conseguente fauna che questo habitat ne garantisce la sopravvivenza); CONCORRENZA con i cacciatori da parte degli uccelli acquatici  che pescano giustamente per alimentarsi, e tanti ALTRI CASI in cui le leggi regolano minuziosamente, in particolare quando gli interessi economici da garantire alle multinazionali  dell’alimentazione, della chimica, delle armi, e degli ogm sono altissimi. Per tutti questi “interessi” il “diritto alla vita degli animali” (che corrisponde al dovere umano di non uccidere o maltrattare gli altri)  NON DEV’ESSERE PREVISTO NELL’ETICA DEL PIU’ FORTE, COME NELL’OLOCAUSTO NAZISTA. Le leggi non devono interferire sulla riduzione dei profitti (è il principio del capitalismo, diventato sempre più reale, anche se gradualmente; applicato ormai da molti anni negli USA, ma in sordina, per non far gridare allo scandalo i credenti di tutte le chiese. Questo rapporto non si è mai visto scritto sui giornali? Mai! Eppure le leggi lo affermano a chiare lettere. E questo nonostante tutti vedano quello che succede agli animali:  sono schiavizzati e devono rimanere tali per poter far guadagnare sempre di più, pochi umani: quelli che sfruttano il mondo del vivente. Per esempio facendo riprodurre all’infinito per poi ucciderli anzitempo gli animali da reddito, in quanto non è produttivo  farli invecchiare e poi consumarli. Facendoci credere oltretutto che le loro carni, come i risultati degli esperimenti scientifici con l’uso di animali, come il loro uso nelle tradizioni, negli spettacoli circensi, nelle prigioni, negli zoo, nei rettilari, negli acquari e parchi faunistici e persino nei parchi canile, siano “COSE BUONE PER L’UOMO”. In realtà sono biocidi ingiustificati sul piano della scienza e su quello dell’etica. Invece per la morale cattolica, cristiana, ebraica e in genere quelle morali che discendono dalle religioni monoteiste, va quasi tutto bene, specialmente se c’è l’interpretazione del comandamento divino che lo sostiene. Quindi per tornare al Cervo volante è vero che la sua scomparsa può non essere avvertita in modo esponenziale ma è comunque una perdita di biodiversità, di relazioni etiche  e di equilibrio del sistema ecologico del nostro pianeta. E’ la disapplicazione del principio, cioè il NON VOLERE TUTELARE L’ANIMALE, che s’indebolisce. Gli animali sono tutti ESSERI SENZIENTI: UMANI E NON UMANI. E SE PERDIAMO ANCHE SOLO UNA SOLA SPECIE PER VOLONTA’ E CULTURA DELL’UOMO, il principio non ha più validità come tale. La cultura specista continuerà, come tenta di fare in questi anni, a riproporre le tradizioni e a NON CONSIDERARE IL DIRITTO ALLA VITA E ALLA DIGNITA’ dei DIVERSI, UMANI E NON UMANI; o magari solo di alcuni e non di altri, come accade per la preferenza degli animali di affezione. Diminuendo, in questo modo, la portata, equa, solidale e compassionevole e generale che ogni principio deve avere, oltre che a perdere la fiducia nella sua realizzazione. E’ come dire “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI” e poi troviamo persone che non “devono” essere giudicate dalla legge (quella uguale per tutti) ma da leggi diverse perché si sentono e s’immaginano diverse e su un gradino più alto. Allora perdiamo fiducia nel principio DI UGUAGLIANZA DAVANTI ALLA LEGGE. E perdere fiducia nei principi costituisce una pericolosa china che apre la strada all’autoritarismo, alla dittatura, alla perdita della libertà, alla povertà, alla schiavizzazione, non solo degli animali ma anche della maggioranza della popolazione umana di 7 miliardi a vantaggio di poche centinaia di migliaia di UOMINI E DONNE GOVERNANTI, dei SUPERPOTENTI e loro collaboratori. SI CANCELLEREBBE DALLA STORIA DELL’UOMO QUELLO CHE ERA, ED E’ ANCORA, UN SOGNO: VIVERE IN DEMOCRAZIA, DOVE OGNUNO PARTECIPA, VIVENDO IN PACE E GOVERNANDO LECITAMENTE, SECONDO EQUITÀ, E DOVE OGNUNO POSSA RICEVERE SECONDO LE PROPRIE NECESSITÀ DI VITA. UNA VITA CHE ASSICURI LA DIGNITÀ, LA GIUSTIZIA, L’UGUAGLIANZA  E LA LIBERTÀ DI TUTTI: UMANI E NON UMANI (e NON solo di POCHI).  

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