domenica 26 luglio 2015

FINALMENTE QUALCUNO rompe l'assurdo e pilotato silenzio. La suprema CORTE DI CASSAZIONE afferma che anche LE SCUOLE CATTOLICHE DEVONO PAGARE L'ICI ora IMU E TASI



NELL’ULTIMO 20ENNIO ABBIAMO AVUTO GOVERNI, COMPRESO QUELLO ATTUALE (BERLUSRENZI) CHE SI SONO INCHINATI ALLA CHIESA PER NON APPLICARE LA COSTITUZIONE! E questo vale non solo per i  finanziamenti “non dovuti” alla scuola privata ma anche e soprattutto per la TASSAZIONE DI IMMOBILI POSSEDUTI da ENTI LAICI O RELIGIOSI. E come sempre, quando si tratta di chiesa, si perpetua un’ingiustizia rispetto ai semplici cittadini che invece devono pagare fino all’ultimo euro per case e terreni, anche se non sono utilizzate. La costituzione fa distinzione tra scuola PUBBLICA e PRIVATA. La prima è gratuita e svolge una funzione laica (non parteggia per alcuna concezione di vita) e generale (per tutti) verso tutta la popolazione di uno stato. Anche per questo motivo alla scuola pubblica non può essere richiesta alcuna IMPOSTA IMMOBILIARE per la sua attività. La seconda invece, LA SCUOLA PRIVATA, oggi furbescamente chiamata PARITARIA, per evidenziare la stessa funzione  della scuola pubblica, e quindi essere esente da tasse, in realtà è una preparazione confessionale e/o di “parte”, e quindi A PAGAMENTO PER CHI LA SCEGLIE.


LA COSTITUZIONE ASSOGGETTA OGNI ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE, COMMERCIALE, FINANZIARIA O DI SERVIZIO, CHE PRODUCE REDDITO, ALLE RELATIVE IMPOSTE. “CONTRIBUTO” SEMPRE DOVUTO DA CHI SVOLGE UNA DI QUESTE 'ATTIVITA' d'intrapresa che, per legge, DEVE SEMPRE ESSERE MESSA A BILANCIO. Quindi al di là delle inconsistenti lamentele di preti, politici e credenti, anche questa attività dev’essere assoggettata, come tutte le altre, a PRELIEVO FISCALE, compreso QUELLO LOCALE (ICI-IMU e TASI) sugli immobili e terreni di proprietà, indipendentemente da chi ne sia il titolare. E, a questo proposito, sarebbe utile conoscere QUANTI E QUALI SONO I SINDACI ITALIANI CHE HANNO RILEVATO IL PATRIMONIO DELLA “PIOVRA” CHIESA CATTOLICA, per identificare dove si svolgono attività commerciali, visto che il bilancio dello stato del Vaticano o Santa Sede non ha mai fatto emergere la sua integrale proprietà immobiliare. Sembra proprio che la chiesa NON  VOGLIA PROPRIO REDERLO PUBBLICO, nelle sue peculiarità (NUMERO DI IMMOBILI SUL TERRITORIO ITALIANO, UBICAZIONE E TIPO DI ATTIVITA’). Perché allora non chiediamo al sindaco del comune di residenza, ognuno con la propria e-mail, di RENDERE PUBBLICO, AGLI EFFETTI DELLA TRASPARENZA AMMINISTRATIVA, CONTRIBUTIVA E FISCALE, il numero degli immobili della chiesa cattolica e delle altre confessioni e di poter verificare numero ed esisti dei controlli effettuati sulle attività svolte, ai fini dell’imposizione tributaria ai beni FANTASMA DEGLI IMMOBILI DELLE ISTITUZIONI RELIGIOSE ed in primis la CHIESA CATTOLICA?

IL TESTO DELL'ARTICOLO DI LETTERA43

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