NELL’ULTIMO 20ENNIO ABBIAMO AVUTO GOVERNI, COMPRESO QUELLO ATTUALE (BERLUSRENZI) CHE SI SONO INCHINATI ALLA CHIESA PER NON APPLICARE LA COSTITUZIONE! E questo vale non solo per i finanziamenti “non dovuti” alla scuola privata ma anche e soprattutto per la TASSAZIONE DI IMMOBILI POSSEDUTI da ENTI LAICI O RELIGIOSI. E come sempre, quando si tratta di chiesa, si perpetua un’ingiustizia rispetto ai semplici cittadini che invece devono pagare fino all’ultimo euro per case e terreni, anche se non sono utilizzate. La costituzione fa distinzione tra scuola PUBBLICA e PRIVATA. La prima è gratuita e svolge una funzione laica (non parteggia per alcuna concezione di vita) e generale (per tutti) verso tutta la popolazione di uno stato. Anche per questo motivo alla scuola pubblica non può essere richiesta alcuna IMPOSTA IMMOBILIARE per la sua attività. La seconda invece, LA SCUOLA PRIVATA, oggi furbescamente chiamata PARITARIA, per evidenziare la stessa funzione della scuola pubblica, e quindi essere esente da tasse, in realtà è una preparazione confessionale e/o di “parte”, e quindi A PAGAMENTO PER CHI LA SCEGLIE.
LA
COSTITUZIONE ASSOGGETTA OGNI ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE, COMMERCIALE, FINANZIARIA
O DI SERVIZIO, CHE PRODUCE REDDITO, ALLE RELATIVE IMPOSTE. “CONTRIBUTO”
SEMPRE DOVUTO DA CHI SVOLGE UNA DI QUESTE 'ATTIVITA' d'intrapresa che, per
legge, DEVE SEMPRE ESSERE MESSA A
BILANCIO. Quindi al di là delle inconsistenti lamentele di preti, politici
e credenti, anche questa attività dev’essere assoggettata, come tutte le altre,
a PRELIEVO FISCALE, compreso QUELLO LOCALE (ICI-IMU e TASI) sugli immobili e
terreni di proprietà, indipendentemente da chi ne sia il titolare. E, a questo
proposito, sarebbe utile conoscere QUANTI E QUALI SONO I SINDACI ITALIANI CHE
HANNO RILEVATO IL PATRIMONIO DELLA “PIOVRA” CHIESA CATTOLICA, per identificare dove si svolgono attività
commerciali, visto che il bilancio dello stato del Vaticano o Santa Sede
non ha mai fatto emergere la sua integrale proprietà immobiliare. Sembra
proprio che la chiesa NON VOGLIA PROPRIO
REDERLO PUBBLICO, nelle sue peculiarità (NUMERO DI IMMOBILI SUL TERRITORIO
ITALIANO, UBICAZIONE E TIPO DI ATTIVITA’). Perché allora non chiediamo al
sindaco del comune di residenza, ognuno con la propria e-mail, di RENDERE
PUBBLICO, AGLI EFFETTI DELLA TRASPARENZA AMMINISTRATIVA, CONTRIBUTIVA E
FISCALE, il numero degli immobili della chiesa cattolica e delle altre
confessioni e di poter verificare numero ed esisti dei controlli effettuati
sulle attività svolte, ai fini dell’imposizione tributaria ai beni FANTASMA DEGLI
IMMOBILI DELLE ISTITUZIONI RELIGIOSE ed in primis la CHIESA CATTOLICA?
IL TESTO DELL'ARTICOLO DI LETTERA43
http://www.lettera43.it/economia/macro/cassazione-ici-anche-per-le-scuole-cattoliche_43675180738.htm
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