Dal libro: LE FUSA DI OSCAR di David Dosa – Mondadori
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2 parte
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«Avete domande da fare su questo reparto?» chiesi, cercando di rendermi utile.
«Avete sempre dei gatti, qui?» domandò in tono incredulo una delle donne.
«Sì. Abbiamo due gatti in questo reparto e altri quattro di sotto, oltre a un coniglio e a diversi uccelli» spiegò Mimi.
«È bellissimo» esclamò l'altra donna. Era quella che si era fermata a osservare Louise poco prima. Poi si voltò verso il padre.
«Papà, alla mamma i gatti piacevano tanto.» Aveva parlato al passato.
«A sua madre piacciono i gatti, vorrà dire» precisai.
La donna mi rivolse un' espressione stranita, forse imbarazzata. Mi resi conto di quanti familiari parlassero dei loro cari malati di demenza come se fossero già morti.
«In effetti» spiegai, per sdrammatizzare «abbiamo scoperto che la presenza di animali in realtà aiuta gli ospiti negli ultimi stadi della demenza. Sua madre apprezzerà molto la loro presenza.»
«Davvero?» chiese la donna.
«Sì. All'inizio nemmeno io ci credevo, ma ho passato abbastanza tempo qui dentro da rendermi conto che gli animali fanno una grossa differenza per gli ospiti e i loro familiari.»
La donna mi rivolse un' occhiata interrogativa che riconobbi subito. Era probabilmente la stessa che io avevo rivolto a Mary la prima volta che mi aveva confidato le sue riflessioni su Oscar.
«Suppongo che gli animali abbiano qualcosa che riesce ancora a toccarli.» Mi interruppi un istante.
«Mi piace pensare che abbiano anche qualcosa da insegnare a noi.»
La donna annuì e si guardò intorno. «Allora, che cosa ne pensi, papà?»
«Penso che questo sia il posto giusto.» L'uomo si sforzò di sorridere, date le circostanze, e si rivolse a Mimi. «Se è ancora disponibile il posto letto, noi vi affideremmo la mia Lucy.»
Mimi annuì e li accompagnò fuori dal reparto, già assorbita dalle spiegazioni sui vari moduli e le tante scartoffie da compilare.
Mentre uscivano, Mary spuntò in fondo al corridoio opposto spingendo un'ospite su una sedia a rotelle. Parcheggiò la paziente vicino al bancone della segreteria e poi l'abbracciò.
La donna sorrise e ricambiò l'abbraccio.
«Chi erano?» mi domandò, facendo il giro del bancone per venire a sedersi.
«Mimi è venuta qui con una famiglia. A quanto pare avremo una nuova ospite nel letto di Ruth.»
«Abbiamo sempre qualcuno, David. I letti non restano liberi a lungo.»
Ormai il sole al tramonto era sbiadito, come le parole scritte sull' acqua. A metà corridoio vidi Oscar spuntar fuori da una delle stanze in cui si era rifugiato. Guardò sia Mary sia me e si fermò. Poi si voltò e risalì l'altra metà del corridoio trotterellando con decisione nella direzione opposta. Quando arrivò all'ultima stanza sul lato destro si bloccò e parve annusare l'aria: con un guizzo della coda, scomparve all'interno. Guardai Mary e sorrisi. Oscar stava cercando di dirci qualcosa?
Lo stavo ascoltando.
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