EFFETTI DELLO SPECISMO
(Risposta a Gianfredo Ruggiero
presidente circolo culturale Excalibur)
Nonostante i
nostri riferimenti ideologici culturali rimangano distanti, hai espresso, e non
è la prima volta, considerazioni perfettamente condivisibili. Come tu sai lo
specismo è la discriminazione di specie. E questo avviene ancora tra animali
umani e animali da reddito. Tu puoi chiamarlo anche razzismo alimentare ma mi
sembra un po' improprio perche le forme
di discriminazione, generalmente si considerano quelle proiettate su specie
di "animali vivi" e non su
pezzi di animali morti: la carne. Quello che tu consideri "razzismo alimentare" è l'effetto
degli atti di specismo umani (purtroppo
anche di molti "animalisti")
che si manifestano nelle numerose forme di uccisione: sia che si adotti la
pistola per commettere questi biocidi o che si strangoli, o si
sgozzi, o si sperimenti, o s'impallini o si intrappoli o si uccida in altri
modi, magari perche alcuni animali non sono più produttivi di reddito. E' un comportamento aberrante che educa, in negativo ad un comportamento dell'uomo, che come sappiamo è dotato di
ragione e sentimenti, e lo trasforma in aguzzino, impunito dalle leggi che lui stesso
si è fatto su misura, per mantenere il suo potere ed agire in modo oppressivo, sfruttando le
caratteristiche di ciascuna specie, discriminando appunto, per esempio, chi vuoi mangiare, perché umano non è.
Ti consiglierei,
se non l'hai ancora letto, un bel libro: Altri
versi, edito da Oltre la specie e composto
da 26 relazioni tanti quante sono le
lettere dell'alfabeto latino in cui si
prendono in esame e si cerca di descrivere le più comuni forme di specismo:
Un elegante ed accattivante modo per
sensibilizzare all'etica aspecista nel suo complesso e dare l'opportunità di trasformare il
proprio comportamento creando un diverso ed equo rapporto con gli altri
esseri viventi senzienti. Questo diverso e nuovo stile
di vita e vero atto di amore per le altre forme di vita, potrebbe
modificare la vita sulla terra, la salute umana e quella degli altri animali,
l'ambiente in cui viviamo e la stessa sopravvivenza del mondo, contribuendo a garantire
migliori condizioni di vita alle future e giovani generazioni (a partire dai
nostri figli e nipoti). Un obiettivo che
molto spesso viene taciuto per l'egoismo degli uomini "più forti" e
dei loro sgherri; quelli che governa a tutti i livelli di potere, siano essi
laici (persone singole e associazioni) o religiosi (chiese e religioni più o
meno istituzionali).
RAZZISMO ALIMENTARE
Siamo tutti animalisti, a tavola però...
Per porre fine ai maltrattamenti su alcune specie di animali come cani,
gatti o cavalli siamo, giustamente, pronti a mobilitarci, a raccogliere firme
su internet e a scrive lettere di sdegno ai quotidiani.
Il nostro cuore
si riempie di rabbia quando vediamo in TV le raccapriccianti immagini delle
galline ovaiole costrette in spazi angusti, nella sporcizia e con gli arti
atrofizzati o quando ci sbattono davanti agli occhi le sequenze dei cagnolini
importati illegalmente dall'est europeo in camion asfittici, senza cibo e
acqua.
Davanti a tanta
crudeltà il nostro smisurato amore verso gli animali si manifesta con tutta la
sua forza e la rabbia ci assale.
Però, quando
altre specie o razze di animali, evidentemente ritenute meno nobili, sono
allevate in condizioni altrettanto
raccapriccianti e ancora in tenera età sono portate al macello per
essere letteralmente scannate per poi finire sulle nostre tavole, il nostro
incommensurabile amore verso gli animali... improvvisamente scompare per fare
posto al piacere del palato.
Micini e
cagnolini ci riempiono di gioia, maialini, coniglietti e pesciolini ci
riempiono...la pancia.
Se questa non è
ipocrisia è perlomeno... razzismo alimentare.
Gianfredo Ruggiero,
Presidente Circolo Culturale Excalibur - Varese
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