venerdì 30 marzo 2012

QUANDO MANGI SAI CHI MANGI?


EFFETTI DELLO SPECISMO
(Risposta a Gianfredo Ruggiero presidente circolo culturale Excalibur)
Nonostante i nostri riferimenti ideologici culturali rimangano distanti, hai espresso, e non è la prima volta, considerazioni perfettamente condivisibili. Come tu sai lo specismo è la discriminazione di specie. E questo avviene ancora tra animali umani e animali da reddito. Tu puoi chiamarlo anche razzismo alimentare ma mi sembra un po' improprio perche le forme di discriminazione, generalmente si considerano quelle proiettate su specie di "animali vivi" e non su pezzi di animali morti: la carne. Quello che tu consideri "razzismo alimentare" è l'effetto degli atti di specismo umani (purtroppo anche di molti "animalisti") che si manifestano nelle numerose forme di uccisione: sia che si adotti la pistola per commettere questi biocidi o che  si strangoli, o si sgozzi, o si sperimenti, o s'impallini o si intrappoli o si uccida in altri modi, magari perche alcuni animali non sono più produttivi di reddito. E' un comportamento aberrante che educa, in negativo ad un comportamento  dell'uomo, che come sappiamo è dotato di ragione e sentimenti, e lo trasforma in aguzzino, impunito dalle leggi che lui stesso si è fatto su misura, per mantenere il suo potere ed agire in modo oppressivo, sfruttando le caratteristiche di ciascuna specie, discriminando appunto, per esempio, chi vuoi mangiare, perché umano non è.
Ti consiglierei, se non l'hai ancora letto, un bel libro: Altri versi,  edito da Oltre la specie e composto da 26 relazioni tanti quante sono le lettere dell'alfabeto latino in cui si prendono in esame e si cerca di descrivere le più comuni forme di specismo: Un elegante ed accattivante modo per sensibilizzare all'etica aspecista nel suo complesso e dare l'opportunità di trasformare il proprio comportamento creando un diverso ed equo rapporto con gli altri esseri viventi senzienti. Questo diverso e nuovo stile di vita e vero atto di amore per le altre forme di vita, potrebbe  modificare la vita sulla terra, la salute umana e quella degli altri animali, l'ambiente in cui viviamo e la stessa sopravvivenza del mondo, contribuendo a garantire migliori condizioni di vita alle future e giovani generazioni (a partire dai nostri figli e nipoti). Un obiettivo che molto spesso viene taciuto per l'egoismo degli uomini "più forti" e dei loro sgherri; quelli che governa a tutti i livelli di potere, siano essi laici (persone singole e associazioni) o religiosi (chiese e religioni più o meno istituzionali).
RAZZISMO ALIMENTARE
Siamo tutti animalisti, a tavola però...
 Per porre fine ai maltrattamenti su alcune specie di animali come cani, gatti o cavalli siamo, giustamente, pronti a mobilitarci, a raccogliere firme su internet e a scrive lettere di sdegno ai quotidiani.
Il nostro cuore si riempie di rabbia quando vediamo in TV le raccapriccianti immagini delle galline ovaiole costrette in spazi angusti, nella sporcizia e con gli arti atrofizzati o quando ci sbattono davanti agli occhi le sequenze dei cagnolini importati illegalmente dall'est europeo in camion asfittici, senza cibo e acqua.
Davanti a tanta crudeltà il nostro smisurato amore verso gli animali si manifesta con tutta la sua forza e la rabbia ci assale.
Però, quando altre specie o razze di animali, evidentemente ritenute meno nobili, sono allevate in condizioni altrettanto  raccapriccianti e ancora in tenera età sono portate al macello per essere letteralmente scannate per poi finire sulle nostre tavole, il nostro incommensurabile amore verso gli animali... improvvisamente scompare per fare posto al piacere del palato.
Micini e cagnolini ci riempiono di gioia, maialini, coniglietti e pesciolini ci riempiono...la pancia.
Se questa non è ipocrisia è perlomeno... razzismo alimentare.
Gianfredo Ruggiero, Presidente Circolo Culturale Excalibur - Varese

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