LAICITA' IN U.S.A. ?
"in
7 stati usa la legge proibisce l’accesso a cariche pubbliche a chi neghi l’esistenza di dio".
La
mistificazione religiosa di democratici e repubblicani USA sovverte il primo emendamento della
costituzione americana. Credenti
(anche di comodo) del dio che dice di essere AMORE PER L’ALTRO e approvano
leggi cosiddette “laiche” escludendo dalla tutela e partecipazione al confronto
democratico 1/5 dei cittadini che non appartengono ad alcuna religione.
Busch jr. il
famoso petroliere e sfascista della costituzione americana, post 11 settembre,
rispondendo ad una domanda di una giornalista si espresse così: “NON CREDO CHE GLI ATEI DOVREBBERO ESSERE CONSIDERATI
CITTADINI” violando il precetto contrario
contenuto nella democratica disposizione della costituzione americana.
L’
America non si smentisce mai: viene colonizzata da credenti, trucidando i
nativi che non accettavano il dio del nulla e delle discriminazioni bibliche e continua oggi a governare permettendo gli
olocausti di miliardi di animali con conseguenze letali sulla salute degli
umani discriminando inoltre i non credenti nel dio fasullo a cui credono
politici e religiosi a fini di mero potere e oppressione materiale sulle altre
forme di vita
Gianluca
Albertini.
"4/5
della popolazione mondiale vedono tutti gli aspetti della vita attraverso “un
prisma di fede”
"Che ne è
di quel quinto di cittadini che non appartengono ad alcuna religione?"
………………………………………………………
sabato 24 agosto 2013
(ovvero
come si attua da parte dei governi USA, alla pari delle “larghe intese”
italiano,
la
discriminazione tra cittadini con lo strumento di potere della fede religiosa)
John Kerry
Il rapporto tra gli Stati
Uniti e i culti religiosi è sempre stato controverso. Dal punto di vista della
Costituzione la separazione tra la sfera istituzionale e quella religiosa viene
sancita dal primo emendamento che, oltre a garantire ai cittadini la libertà di stampa e quella di parola, proibisce
esplicitamente al Congresso, oltre che agli organi legislativi dei vari stati,
di emanare leggi per il riconoscimento di qualsiasi religione. Ciò tuttavia non si traduce in una laicità
veramente compiuta, gli USA sono e rimangono una nazione decisamente ancorata
ad una visione teistica, al punto che si ritrovano riferimenti a Dio ovunque,
dalle banconote
ai giuramenti ufficiali. Del resto, la colonizzazione di quell’area è pur
sempre partita con i religiosi della Mayflower.
"la legge proibisce l’accesso a cariche pubbliche
a chi neghi l’esistenza di Dio"
Particolarmente avversati sono i non
credenti, percepiti generalmente come persone da emarginare e addirittura discriminati ufficialmente da ben sette stati del sud; in questi, infatti, la legge proibisce l’accesso a
cariche pubbliche a chi neghi l’esistenza di Dio. Significativo a tal proposito quanto disse l’ex presidente
George W. Bush rispondendo ad un giornalista: «Non credo che gli atei dovrebbero
essere considerati cittadini». Radicalmente diverso l’approccio di Barack Obama, ad oggi l’unico presidente che abbia citato
i non credenti ponendoli sullo stesso piano dei credenti, e per giunta nel suo discorso d’insediamento: «Siamo una nazione di cristiani e
musulmani, di ebrei e indù… e di non credenti».
Oggi, però, proprio
l’amministrazione Obama sembra aver intrapreso una strada nettamente in
contrasto con il contenuto di quel discorso.
Il Segretario di Stato, John Kerry, ha appena annunciato l’istituzione di un “Ufficio
per i rapporti con le comunità di fede” pensato
per rivolgersi alle comunità religiose di tutto il mondo. Secondo Kerry ci sono punti in comune tra le religioni abramitiche, e tra
queste e tutte le altre religioni e filosofie, «che
si parli di indù, o confuciani, o qualunque altro dei tanti approcci alla
nostra esistenza terrena e alla nostra relazione con un essere supremo».
È evidente che
chi non si relaziona con un essere supremo non è nemmeno preso in
considerazione. La direzione di
questo ufficio è stata affidata a Shaun Casey, docente di etica cristiana
al Wesley Theological Seminary,
un’organizzazione universitaria protestante.
"4/5
della popolazione mondiale vedono tutti gli aspetti della vita attraverso “un
prisma di fede” "
A sentire puzza di bruciato in
questa operazione è Austin Dacey, rappresentante
presso le Nazioni Unite dell’IHEU, federazione internazionale umanista
di cui anche l’Uaar fa parte. Dacey sostiene che
questa baracca sembra essere stata pensata apposta per emarginare ulteriormente
i non credenti, e lo fa in un
articolo in cui spiega alcuni
punti discutibili dell’iniziativa. Dacey inizia citando un
articolo di qualche mese fa di in cui la giornalista Amy Frykholm faceva notare
che il lavoro di coinvolgimento delle comunità religiose iniziò quando a capo
della diplomazia statunitense c’era Hillary Clinton. Su iniziativa della ex first lady venne
costituito, in seno al Congresso, un gruppo di
lavoro su Religione e Politica Estera che lo scorso ottobre presentò un libro bianco in cui
proponeva l’istituzione di un ufficio permanente, quello che appunto ha adesso
istituito Kerry. In quel documento si
poneva l’accento sul fatto che 4/5 della popolazione mondiale vedono tutti gli
aspetti della vita attraverso “un prisma di fede”, e che sebbene la fede
sia spesso causa di conflitti, essa contribuisce
al bene della società civile e può
promuovere “il progresso umano e la
coesistenza pacifica”.
Infine, il libro bianco chiudeva con
il consiglio di sviluppare apposite linee guida in ottemperanza al primo
emendamento della Costituzione. Questa è secondo Casey la parte più sospetta, perché denota che la preoccupazione di
contravvenire alla Costituzione è effettivamente fondata. Finora vi sono state
interpretazioni diverse in questo senso, Casey cita in particolare un giudice della
Corte Suprema (O’Connor) secondo cui quando un governo intrattiene
eccessivamente rapporti con le religioni si è in presenza di una violazione del
primo emendamento, in quanto si trasmette il messaggio
che chi non è affiliato ad alcuna religione non fa pienamente parte della
comunità politica. D’altro canto, però, c’è anche un precedente di
segno opposto; una causa intentata da Freedom From
Religion Foundation contro un ufficio che aveva organizzato un programma di
supporto rivolto a comunità religiose, e in quel caso la Corte Suprema non ravvisò violazioni del primo
emendamento in quanto non vi era stato un finanziamento diretto da parte di
organi legislativi.
"che
ne è di quel quinto di cittadini che non appartengono ad alcuna
religione?"
Rimane il fatto che l’istituzione di
canali di dialogo nei confronti delle religioni comporta necessariamente il
riconoscimento indiretto di alcune religioni ed il disconoscimento di fatto di
altre. Ma chi può stabilire, in modo oggettivo,
quando un gruppo di cittadini, o un’associazione, che magari ha formulato un
minimo di regole dottrinali, sia da considerare una religione e quindi in un
ente che può rapportarsi con lo Stato? Se la distinzione viene fatta in modo
arbitrario allora si è non solo in presenza di una violazione della
Costituzione, ma addirittura di una patente forma di discriminazione.
È quello che avviene in Italia con il sistema delle
intese, dove è il governo a decidere con chi e in che tempi addivenire
ad un’intesa con lo Stato, e infatti all’Uaar l’intesa è
stata negata basandosi sull’assunto che non
rappresenta una religione. Inoltre, rapportarsi con una religione significa anche individuare degli
interlocutori, e anche in questo caso non è affatto detto che il procedimento
sia semplice e scevro da problemi. E infine, domanda fondamentale, che ne è di quel quinto di cittadini che
non appartengono ad alcuna religione?
Evidentemente rimangono tagliati fuori da questa
iniziativa, e se questa non è discriminazione cos’altro potrebbe esserlo?
Nessun commento:
Posta un commento