http://domani.arcoiris.tv/la-bestemmia-giovanni-xxiii-papa-di-pacem-in-terris-nominato-patrono-dellesercito/?#comment-66195
Non importa se ha definito le guerre "roba da pazzi".
Alla sua immagine sorridente dovremo
aggiungere stellette e i gradi da generale che porta il vescovo
ordinario dei cappellani militari?
27-10-2011
di don
Paolo Farinella
Il mio
amico Enrico Peyretti (collaboratore di Domani) mi manda
questa sconvolgente notizia: «Il 24 ottobre 2011, al beato Giovanni XXIII papa è
stata dedicata a Roma, nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, una santa
Messa per promuoverne la
devozione, quale Santo Patrono dell’Esercito».
Da dove nasce questa bestialità? Continua
Peyretti: «Dal fatto che a venti anni, il chierico Angelo Giuseppe Roncalli dovette
interrompere gli studi teologici presso il Pontificio Seminario Romano (allora
chiamato Seminario di S. Apollinare) per prestare servizio militare nel Regio
Esercito Italiano, al posto del fratello Zaverio, indispensabile alla famiglia
nel lavoro dei campi».
La Messa è
stata officiata da Monsignor Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l’Italia, nonché generale di corpo di armata, che, nel corso della sua
omelia, ha ricordato le parole del Santo
Padre Benedetto XVI al Convegno Internazionale Ordinariati
Militari svoltosi sabato scorso: “Penso
in particolare all’esercizio della carità nel soldato che soccorre le vittime
dei terremoti e delle alluvioni, come pure i profughi, mettendo a disposizione
dei più deboli il proprio coraggio e la propria competenza. Penso all’esercizio
della carità nel soldato impegnato a disinnescare mine, con personale rischio e
pericolo, nelle zone che sono state teatro di guerra, come pure al soldato che,
nell’ambito delle missioni di pace, pattuglia città e territori affinché i
fratelli non si uccidano fra di loro”.
Cari Amici e Amiche, il papa della «Pacem in Terris», quello che, unico nella storia, ha definito la
guerra «alienum a ratione – roba da pazzi», è inglobato tra i guerrafondai della peggiore specie.
Le parole del papa attuale appoggiano le «missioni di pace», sapendo
che sono solo missioni di guerra finalizzate al predominio delle ricchezze e al
furto delle materi prime come il petrolio.
Annettere papa Giovanni al militarismo
è una bestemmia e farlo anche patrono dei militari è un insulto alla decenza
che un prete non dovrebbe nemmeno pensare.
Ecco, la Chiesa oggi è
rappresentata da monsignore Palvi che, addobbato con stellette e fanfare,
benedice armi, stupri, droga, soprusi di ogni genere e magari nei giorni di
festa predica sul rispetto della vita.
I cappellani militari non
hanno diritto a parlare di vita e di Gesù Cristo
perché lo hanno venduto.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro
storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio.
Dal 1998 al 2003 ha
vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda
intifada.
Ha conseguito due licenze:
in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione
con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista
"Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile
di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e
grazia" (2006), "Ritorno all'antica
messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti,
misteri" (2008).
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