domenica 29 giugno 2014

IL CERVO VOLANTE Una vita adulta brevissima ma di un’importanza vitale per tutti



IL CERVO VOLANTE
(Lucanus cervus)
Diventa adulto in questo mese di giugno e……

Una vita adulta brevissima ma di un’importanza vitale per tutti.
Ma non riusciamo a rendercene conto per i disvlori che sono stati inculcati nei nostri cervelli, sin dalla nascita, dalla cultura dominante dell’oppressione laica e religiosa e dello sfruttamento economico
Una foto di cervo volante maschio sulla pagina FB di Luca con alcuni commenti insulsi e fuorvianti ha fatto scattare la mia reazione che ho inviato in messaggio privato e postata successivamente su FB e su altri social network.
Luca, mi spiace che un mio conterraneo, abitiamo nella stessa provincia, non dica nulla sui commenti che appaiono sulla  sua pagina fp.
Eppure al cfp di Bisuschio so che insegnanti sensibili agli animali e alla natura ce ne sono. Io stesso (non sono un insegnante) ho partecipato ad alcune lezioni con esperti esterni sulla microfauna acquatica. Nel caso del Cervo volante (Lucanus cervus), ma questo vale per qualsiasi altra forma di vita anche diversa da quella umana, forse valeva la pena di documentarsi. In internet e in wikipedia in particolare, si trovano descritte, da specialisti dei vari settori, molte delle caratteristiche degli animali che vivono con noi e che noi molto spesso ignoriamo o disprezziamo. Bisognerebbe conoscere la vita degli altri per evitare certe banalità che non aiutano nessuno a crescere culturalmente. La crescita culturale degli umani non è scontata per tutti; si consegue solo con la volontà personale, attraverso la conoscenza di ciò che potrebbe aiutare nella propria vita a vivere meglio individualmente e nella società. Non voglio annoiarti ma solo dirti come ho conosciuto il Cervo volante, la cui vita di adulto dura solo 30 giorni, se maschio, e 60 se femmina. Anch’io mi ero stupito, 6 anni fa, di vederne uno sulla strada asfaltata, dopo tantissimi anni che non ne vedevo più. E da quella riscoperta, con la sollecitazione di un esperto, che considero un mio “maestro di vita”, ho incominciato a fare delle ricerche e ho scoperto che è uno dei pochi insetti che sono a rischio di estinzione, che la causa di questa è l’abbattimento e la trasformazione in “pellet” di alberi vecchi e secchi, invece che lasciarli in piedi; che la perdita di questa specie comporta quella di altre come degli uccelli insettivori; che la perdita di uccelli insettivori comporta la diminuzione di rapaci falconidi, la cui perdita fa aumentare le prede del gruppo dei roditori. Che l’aumento dei roditori costituisce fonte di rischio per l’alimentazione umana e per le malattie trasmissibili, che l’aumento delle malattie contribuisce all’aumento della spesa pubblica per l’acquisto dei farmaci da parte del servizio sanitario e dei cittadini malati. E che questo contribuisce a impoverire  noi umani in quanto aumentano le spese di ogni famiglia. Insomma  il Cervo volante, come qualsiasi altro animale, è in stretto rapporto con noi e con l’ambiente. Se perdiamo una specie, perché distruggiamo il suo habitat di vita, stiamo avviandoci al suicidio. Forse varrebbe la pena di cercare di capire in che modo siamo in relazione io e te, che non ci conosciamo, e noi con gli altri sconosciuti. Oltre a capire di più sulla nostra esistenza e come sia possibile vivere meglio, ci stupiremmo quando guardiamo un Cervo volante che per diventare adulto impiega dai 4 ai 5 anni, rimanendo all’interno dell’albero marcio e secco, “morto in piedi” così si dice in gergo entomologico e forestale. E che quando lo diventa, rimane in vita solo un mese o due, perché l’apparato boccale gli si atrofizza lentamente e quindi non può più alimentarsi. E’ per questo che entro giugno potresti trovarne altri vivi e, alla fine del mese, anche molti morti. Allora potresti riuscire a capire perché tutti noi affermiamo, da ignoranti, che “non se ne vedevano da anni”. In realtà ogni anno escono dalla loro casa, solo nella forma  di adulti, in numero più o meno grande, ma rimangono in vita solo 30 giorni, il maschio, e 60 la femmina perché lei deve avere il tempo di accoppiarsi, scegliendo il suo maschietto ideale (il più adatto, quello che le permetterà di far sopravvivere la specie) e deporre le uova, scegliendo infine l’habitat più consono, affinché queste si schiudano, si trasformino in piccole larve, che cibandosi di legno marcio, diventeranno dei bruchi lunghi fino a 8 cm, grossi come un mignolo della mano di un uomo, ed escano, dalla loro casa (il tronco di albero “morto in piedi”) alla fine di maggio di ogni anno, per riavviare il ciclo della vita, utile alla sopravvivenza della loro specie e al mantenimento della biodiversità per la salvezza della nostra.

1 commento:

  1. gli insettivori non pofrebbero mangiare altri insetti ? questo solo per approfondire e non perchè non ci creda o non mi renda conto dell' importanza. Sono vegana per motivi etici, e da quando lo sono guardo a TUTTI gli animali, anche quelli pooco "carini " , in modo diverso..

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