IL CERVO
VOLANTE
(Lucanus
cervus)
Diventa adulto in questo mese di giugno e……
Una vita
adulta brevissima ma di un’importanza vitale per tutti.
Ma non
riusciamo a rendercene conto per i disvlori che sono stati inculcati nei nostri
cervelli, sin dalla nascita, dalla cultura
dominante dell’oppressione laica e religiosa e dello sfruttamento economico
Una foto di cervo volante maschio sulla pagina FB di Luca con alcuni
commenti insulsi e fuorvianti ha fatto scattare la mia reazione che ho inviato
in messaggio privato e postata successivamente su FB e su altri social network.
Luca, mi spiace che un mio
conterraneo, abitiamo nella stessa provincia, non dica nulla sui commenti che
appaiono sulla sua pagina fp.
Eppure al cfp di Bisuschio
so che insegnanti sensibili agli animali e alla natura ce ne sono. Io stesso
(non sono un insegnante) ho partecipato ad alcune lezioni con esperti esterni
sulla microfauna acquatica. Nel caso del Cervo volante (Lucanus cervus), ma questo vale per qualsiasi altra forma di vita
anche diversa da quella umana, forse valeva la pena di documentarsi. In
internet e in wikipedia in particolare, si trovano descritte, da specialisti
dei vari settori, molte delle caratteristiche degli animali che vivono con noi
e che noi molto spesso ignoriamo o disprezziamo. Bisognerebbe conoscere la vita
degli altri per evitare certe banalità che non aiutano nessuno a crescere
culturalmente. La crescita culturale degli umani non è scontata per tutti; si
consegue solo con la volontà personale, attraverso la conoscenza di ciò che
potrebbe aiutare nella propria vita a vivere meglio individualmente e nella
società. Non voglio annoiarti ma solo dirti come ho conosciuto il Cervo
volante, la cui vita di adulto dura solo 30 giorni, se maschio, e 60 se
femmina. Anch’io mi ero stupito, 6 anni fa, di vederne uno sulla strada
asfaltata, dopo tantissimi anni che non ne vedevo più. E da quella riscoperta,
con la sollecitazione di un esperto, che considero un mio “maestro di vita”, ho
incominciato a fare delle ricerche e ho scoperto che è uno dei pochi insetti
che sono a rischio di estinzione, che la causa di questa è l’abbattimento e la
trasformazione in “pellet” di alberi vecchi e secchi, invece che lasciarli in piedi;
che la perdita di questa specie comporta quella di altre come degli uccelli
insettivori; che la perdita di uccelli insettivori comporta la diminuzione di
rapaci falconidi, la cui perdita fa aumentare le prede del gruppo dei roditori.
Che l’aumento dei roditori costituisce fonte di rischio per l’alimentazione
umana e per le malattie trasmissibili, che l’aumento delle malattie
contribuisce all’aumento della spesa pubblica per l’acquisto dei farmaci da
parte del servizio sanitario e dei cittadini malati. E che questo contribuisce
a impoverire noi umani in quanto
aumentano le spese di ogni famiglia. Insomma
il Cervo volante, come qualsiasi altro animale, è in stretto rapporto
con noi e con l’ambiente. Se perdiamo una specie, perché distruggiamo il suo habitat
di vita, stiamo avviandoci al suicidio. Forse varrebbe la pena di cercare di
capire in che modo siamo in relazione io e te, che non ci conosciamo, e noi con
gli altri sconosciuti. Oltre a capire di più sulla nostra esistenza e come sia
possibile vivere meglio, ci stupiremmo quando guardiamo un Cervo volante che
per diventare adulto impiega dai 4 ai 5 anni, rimanendo all’interno dell’albero
marcio e secco, “morto in piedi” così si dice in gergo entomologico e forestale.
E che quando lo diventa, rimane in vita solo un mese o due, perché l’apparato
boccale gli si atrofizza lentamente e quindi non può più alimentarsi. E’ per
questo che entro giugno potresti trovarne altri vivi e, alla fine del mese, anche
molti morti. Allora potresti riuscire a
capire perché tutti noi affermiamo, da ignoranti, che “non se ne vedevano da
anni”. In realtà ogni anno escono dalla loro casa, solo nella forma di adulti, in numero più o meno grande, ma
rimangono in vita solo 30 giorni, il maschio, e 60 la femmina perché lei deve
avere il tempo di accoppiarsi, scegliendo il suo maschietto ideale (il più
adatto, quello che le permetterà di far sopravvivere la specie) e deporre le
uova, scegliendo infine l’habitat più consono, affinché queste si schiudano, si
trasformino in piccole larve, che cibandosi di legno marcio, diventeranno dei
bruchi lunghi fino a 8 cm, grossi come un mignolo della mano di un uomo, ed escano,
dalla loro casa (il tronco di albero “morto in piedi”) alla fine di maggio di
ogni anno, per riavviare il ciclo della vita, utile alla sopravvivenza della loro specie e al mantenimento della biodiversità per la salvezza della nostra.
gli insettivori non pofrebbero mangiare altri insetti ? questo solo per approfondire e non perchè non ci creda o non mi renda conto dell' importanza. Sono vegana per motivi etici, e da quando lo sono guardo a TUTTI gli animali, anche quelli pooco "carini " , in modo diverso..
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