Caro
Senatore,
Questa
settimana è fissata la discussione del disegno di legge Costituzionale n. 813, recante “Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali”,
che giunge in aula, dopo essere stato
esaminato con procedura d’urgenza dalla Commissione Affari costituzionali,
che, per accelerare i tempi lo ha licenziato
in seduta notturna. Tanta
fretta non è sintomo di efficienza e non è giustificata dalla materia trattata, che
ha per
oggetto l’instaurazione di una procedura straordinaria per la revisione
costituzionale, in deroga all’art. 138 Cost., allo scopo di
agevolare una revisione profonda della Costituzione che investe i titoli I, II,
III e V della Parte seconda, ma
può estendersi anche alle garanzie giurisdizionali e costituzionali (titolo IV
e VI) ed alla prima Parte.
La Costituzione non è
una questione che possa essere trattata con somma urgenza
come avviene per le leggi finanziarie, le cui correzioni possono essere imposte
da situazioni contingenti e di mercato.
Le Costituzioni non
sono un puro atto di diritto positivo imposto comunque da un legislatore:
esse nascono da
un processo storico, sono memoria e
progetto e, come tali, definiscono
l’identità di un popolo, di una comunità politica organizzata in Stato.
La nostra Costituzione porta dentro di sé la memoria di 100
anni di storia italiana, nel bene e nel male; contempla le ferite del fascismo, il suo ripudio attraverso la lotta di liberazione e realizza le garanzie
perchè il fascismo non venga più riprodotto, attraverso una
tecnica di equilibrio dei poteri che impedisce ogni forma di dittatura.
La Costituzione italiana è stata forgiata
in quel “crogiolo ardente”
rappresentato dall’evento globale costituito dalla seconda guerra mondiale
e porta
l’impronta di uno spirito universale.
Mettere mano alla Costituzione non è mai un’azione banale, vuol dire mettere mano alla
storia, interrogarci sulla nostra
storia, sulle conquiste di civiltà giuridica faticosamente raggiunte, sui
successi, sui fallimenti, sui pericoli che sono all’orizzonte.
La Costituzione può essere
riformata per adeguarla ai tempi, ma non
tollera revisioni radicali che ne
snaturino l’impianto. I beni pubblici repubblicani che i Costituenti hanno attribuito al
popolo italiano, inerenti la garanzia dei diritti fondamentali e la qualità
della democrazia, costituiscono
un patrimonio irrecusabile, che non
può e non deve essere smantellato. Proprio per tutelare l’indisponibilità
di questo patrimonio, la Costituzione ha
previsto un procedimento “rigido” di revisione, incardinato nei binari
dell’art. 138, con il limite dell’immodificabilità della forma repubblicana e
dei principi costituzionali supremi. Fra questi ultimi, come rimarcato da autorevole dottrina, rientra il
principio della salvaguarda della rigidità costituzionale, che è il più supremo di tutti. Infatti,
se si
intaccasse la rigidità della Costituzione, tutti i suoi principi e valori
verrebbero esposti agli umori delle contingenti maggioranze politiche e
perderebbero di effettività.
Il fatto che per avviare un processo di revisione
costituzionale (la cui iniziativa, comunque, non
spetterebbe al Governo ma al Parlamento) si pretenda di incidere sulla rigidità
della Costituzione, lascia trasparire l’intento (o quantomeno la
possibilità) che
il processo riformatore esorbiti dai limiti sostanziali che la Carta stessa
fissa alla
sua revisione; limiti
che da molto tempo sono contestati da forze politiche portatrici di culture estranee ai principi e valori costituzionali, le quali, assieme all’antifascismo, contestano la
divisione dei poteri ed il principio fondamentale che la Repubblica sia
“fondata sul lavoro”.
Per queste ragioni ti
chiediamo di votare contro questo disegno di legge, perché integra un vero e
proprio illecito costituzionale: siamo infatti
convinti che la fedeltà alla Costituzione debba prevalere sulla disciplina di
partito e su ogni altra considerazione di opportunità politica e ti preghiamo di rivendicare la procedura
normale dell’art. 138 per le pur opportune modifiche costituzionali.
Raniero La Valle e Domenico
Gallo
Associazione
per la Democrazia Costituzionale
Comitati Dossetti per la Costituzione
Comitati Dossetti per la Costituzione
(8 luglio 2013)
Nessun commento:
Posta un commento