RMF (Radio missione Francescana), un interessante giornale on line riceve il mio articolo: Etica interspecifica? Mai sentita. Non fa parte della cultura dominante. L'articolo che cerca di esporre parte delle premesse che portano alle tesi di una cultura "altra", rispetto a quella esposta da uno dei suoi redattori, viene posto nel dimenticatoio.
Voli d’uccello e la “nuova” cultura di Bergoglio.
L’articolo
di Pierfausto Vedani, introdotto dal
titolo “Voli di predazione” m’invita
all’approfondimento di alcuni temi. Sembrerebbe un titolo generico, come dire “Cammino di salute”, ma non “Cammino di Compostela”,
che ha un significato ben preciso in una fede, quella cristiana, ma allora che cosa
significa? Dipende dalla cultura che ciascuno di noi ha interiorizzato, senza
poter o dover riflettere. E siamo in tanti, la maggioranza degli umani. Ma agli
effetti dell’informazione che viene data occorre aver riguardo ai “fatti”, i
quali devono essere analizzati con le 5 W: who, what, why, when, where (da
qualche tempo va di moda saper l’inglese). E nel caso del titolo: Chi il soggetto che preda, Cosa l’oggetto ovvero il soggetto
predato, Perché il motivo, la causa,
e gli effetti prodotti, Quando il tempo in cui si verifica e Dove il luogo in cui avviene. Ma sono sicuro che l’autore del pezzo
è consapevole dello schema, perché è una
delle prime nozioni che danno alla scuola di giornalismo. Ma allora perché si è usato il termine “predazione”
nel testo dell’articolo con riferimento ad
alcuni uccelli più grandi che etologicamente predano “gli uccellini”, quando
il primo soggetto dell’articolo è l’alimentazione
umana? Lo sappiamo tutti che sono i grandi
produttori-imprenditori che predano i piccoli umani-consumatori, ma non
appare quasi mai evidente nelle informazioni giornalistiche.
E questo è un primo motivo di riflessione che porta con se una serie di altri problemi volutamente irrisolti,
non dall’uomo in generale, ma solo da alcuni. Quelli di potere, presenti in
ogni epoca della storia umana.
“Nutrire il
Pianeta. Energia per la Vita” è il
titolo dell’esposizione internazionale 2015 di Milano cui fa riferimento Vedani.
Ma siamo sicuri che si parlerà di “alimentare i soggetti abitanti il pianeta” e
non “le tasche degli investitori, quasi sempre anche evasori”? E poi alimentare
chi a discapito di chi? Domanda
che non appare negli slogan pubblicitari e consumistici del mondo capitalistico.
E non deve apparire, perché chi sarà presente a Expo, oltre ai relativi committenti,
sono coloro che hanno abbracciato ad occhi chiusi le scelte di capitalizzare le
proprie produzioni con relativi sfruttamenti, siano esse biologiche,
macrobiotiche o cibo spazzatura e non quelle di “alimentare i viventi”. Con
queste scelte, ben ponderate e calibrate, lanciate da messaggi ingannevoli di produttori,
politici, informatori e istituzioni religiose, non si deve assolutamente scoprire da una parte, la necessità di sopravvivenza dei 9.000.000
di italiani diseredati, poveri, senza
lavoro, inoccupati, ecc. che cercano di riappropriarsi del diritto alla
propria dignità perduta. Elemento peraltro ben evidenziata dall’articolo di
Vedani, con considerazioni che l’asciano l’amaro in bocca ma che non aiutano a
vedere le cause. E dall’altra si deve sempre
nascondere, nelle trasmissioni televisive che propongono ricette in cui è presente la sofferenza e la
morte di miliardi di animali, presentate come leccornie di qualificati cuochi
nazionali e internazionali. E non solo in TV e nelle trasmissioni radiofoniche.
Ma anche nei documenti politici e ufficiali,
civili (per es. linee della dieta alimentare delle mense scolastiche) e
religiosi (esempio lo sgozzo e lo spezzettamento dell’agnello pasquale che
toglie i peccati del mondo. E’ forse per questo che lo si uccide? Per poter
mantenere i peccati che molte volte si sovrappongono ai reati impuniti dei
potenti?). Allora è proprio che gli altri non vogliono che si sappia, e
comunque non vogliamo vedere e in questo c’è l’aiuto delle istituzioni civili e
religiose che non vogliono aiutarci a vedere. Il tutto contribuisce a non
modificare o farci modificare le nostre conoscenze e i nostri comportamenti
verso gli altri. Alla fine Rimane sullo sfondo il senso della pietà quando gli
uccellini vengono predati o addirittura non iniziano neppure a vivere perché l’oggetto
della predazione è l’uovo stesso in cui l’embrione si sta trasformando in una
nuova vita. E per consolarsi Vedani propone il paragone con la predazione
animale, esprimendo i comuni falsi sentimenti di pietà di certi umani,
più o meno potenti rispetto alle comunità o collettività, come quelli di cacciatori,
macellai, domatori, massime autorità religiose, responsabili di spettacoli
viaggianti, come già avveniva nel medioevo, in cui il “buon” Federico II si esibiva con il suo bestiario al seguito
(rigorosamente in prigioni semoventi) e i suoi falchi schiavizzati; di vivisettori, organizzatori di feste e
celebrazioni patronali e non, civili e religiose. Soggetti umani in cui prevalgono
i valori dello sport, del profitto, dell’economia, della biodiversità,
dell’alloctonofobia, del divertimento, della tradizione e dei costumi (come per
es. le stole di ermellino e le zanne di avorio di elefante nei paramenti e
arredi sacri), rispetto ad altri valori
come quello della vita, della non sofferenza,
della dignità, compassione, solidarietà e felicità per tutti gli esseri viventi (umani e non umani). L’uomo,
creato o evolutosi negli ultimi due milioni
di anni, si è trasformato a seconda delle condizioni di vita date
dall’ambiente e nel momento in cui vi si trovava. Ma questo non sembra proprio
interessare la cultura forgiata
sull’economia e la finanza, che in questi ultimi anni sta spodestando la
politica (l’arte della ricerca della felicità: per tutti). Per far assumere il predominio della gestione del denaro,
cui la chiesa cristiana ha contribuito non poco a lasciare fare agli altri (gli
ebrei) per poi accorgersi che doveva sporcarsi le mani per poter stare tra i
grandi, nel sistema del capitale e dello sfruttamento, usufruendo dei benefici
materiali conseguenti, invece di realizzare i valori della completa vita animale (umana e non umana). Nella
storia ci sono stati alcuni religiosi che avevano già ammonito le autorità politiche ecclesiastiche del pericolo di questo
scivolamento, sia tra i primi cristiani che negli ultimi secoli. Uno di questi,
nel secolo scorso, è stato Ivan Illic.
Un autore (sacerdote, teologo e professore1,
tra i preparatori dei documenti preparatori del concilio vaticano II, nonché Vice rettore dell’Università di Puerto Rico e fondatore in Messico del Centro
Intercultural de Documentación CIDOC) che ha descritto cristianamente e minuziosamente gli
effetti perversi della politica dell’industria americana sui bambini, futuri
consumatori del sistema. Ma la chiesa cattolica, su richiesta dell’FBI, lo
richiama in vaticano e, gradualmente, lo spoglia dei suoi incarichi di docente.
Continuerà a denunciare al mondo, nei suoi viaggi, la sua analisi di
oppressione del capitale sull’umanità, restando nella chiesa ma dalla parte dei
vangeli. Illic parte dai bambini e dalla loro diseducazione fornita dalle
istituzioni americane. Ma un altro docente, dell’università di Torino, Piero Martinetti2, (uno dei dodici
professori universitari, su 1225, che rifiutano il giuramento al regime
fascista), si occupa di filosofia "teoretica", in particolare "religiosa", allargando la sua analisi verso gli altri non
umani, gli ultimi degli ultimi: gli animali. Ma in entrambi i casi la chiesa temporale non ha motivo ne tempo di
ascoltarli. Non che nella storia non ci siano stati altri umani sensibili
al rapporto con gli altri animali. A partire da Pitagora a Teofrasto3, amico di Aristotele e
direttore della scuola, quando quest’ultimo per motivi politici è costretto a
fuggire, a Plutarco, punto di riferimento dei primi cristiani, per quasi tutto
l’alto medio evo. Per citare ancora: Francesco da Paola, Leonardo da Vinci e
tanti altri. Basta scorrere le pagine dei siti di critica antispecista* e/o dei
cattolici vegetariani, di filosofia e di etica, che sorgono in internet come un’immensa necessità, repressa da una certa cultura, per
accorgersi di come sia stata gestita da
parte dei potenti, omettendo di considerare la vita dell’altra parte, più
immensa, del mondo vivente. Allora sarebbe
bene domandarsi perché si continua a tener nascosto questi fatti ai non
potenti: una volta si chiamavano servitori, schiavi, servi della gleba,
proletari, attributi che mantengono ancora oggi parte dei significati e delle
prerogative perchè fondati sullo sfruttamento e sulla parzialità della cultura,
anche se oggi ci chiamano “cittadini”,
da tenere costantemente sotto controllo
culturale da parte dei potenti di turno,
se non addirittura ostracizzandoci
quando le richieste di conoscenza diventano un rischio di perdita di denaro (in
USA la legge approvata già da qualche anno dai rappresentanti delle
multinazionali, petrolieri e banche (di risparmio e d’affari) ha previsto finanche
un esplicito reato a chi ostacola il guadagno dell’imprenditore). In Italia
invece, con un imposto e accolto “colpo di stato” da parte della UE, approvato
da tutti i partiti e culminato nel CONGELAMENTO
DEI PRINCIPI E DIRITTI POSTI NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUIZONE, con la
modifica dell’art 81 e collegati, non si
dovranno attivare i diritti sociali, ambientali, sanitari e culturali, se non dopo aver investito primariamente in spese in “conto capitale”
mantenendo il bilancio in pareggio. E quindi mai più! Le conseguenze di
questa modifica le vediamo aggravarsi, già da qualche anno, a partire dal
governo del “cattolico-paramassone” Monti in poi, nei settori dell’istruzione,
della salute, dell’ambiente, della cultura e della sconosciuta etica. Sul danno agli uomini, fatto da queste scelte
sono d’accordo anche con il
prof. Giuseppe Terziroli, altro
redattore di RMF, nella parte del
suo articolo - Da Lenin a Bergoglio – in
cui afferma “Noi dobbiamo essere dalla parte dei poveri di spirito, di mezzi
materiali, e oggi più che mai dei poveri di conoscenza”.
Specialmente quando si tratta, aggiungo
io, di bioetica, etica aspecista e del
valore della cultura scientifica
che deve essere
posta a servizio di tutte le forme di vita. Un convegno in questa
direzione, tra laici e religiosi, magari coinvolgendo il sempre più corposo e qualificante “Progetto giovani pensatori” dell’Università
dell’insubria, forse non farebbe male a nessuno. Tutt’altro. Con Vedani, l’autore dell’etico
“Volo di predazione”, ci sono posizioni distanti ma non incompatibili. Ma mi unisce un piccolo fatto: anch’io da
bambino avevo una fionda; l’avevano tutti i miei amici, ma non l’ho mai usata
né per colpire e rompere le luci dei lampioni né ferire o uccidere uccelli o
altri animali (ovviamente allora non ero antispecista. Lo sono diventato
all’età di 61 anni). Amavo la mia sempre gravida gatta Lillina, che purtroppo
ho dovuto abbandonare in una cascina della Guaralda, perché se non l’avessi
fatto, mia madre l’avrebbe uccisa. Ulteriore elemento della cultura specista.
Gianluca
Albertini
1 Ivan Illich intende
per convivialità il contrario della produttività industriale. Nel suo saggio[3] scrive:
« Ognuno di noi si definisce nel
rapporto con gli altri e con l'ambiente e per la struttura di fondo degli
strumenti che utilizza. Questi strumenti si possono ordinare in una
serie continua avente a un estremo lo strumento dominante e all'estremo
opposto lo strumento conviviale: il passaggio dalla produttività alla
convivialità è il passaggio dalla ripetizione della carenza alla spontaneità
del dono. [...] Il rapporto industriale è
riflesso condizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi
da un altro utente, che egli non conoscerà mai, o da un ambiente artificiale,
che mai comprenderà; il rapporto conviviale,
sempre nuovo, è opera di persone che partecipano alla creazione della vita
sociale. »
|
2 Martinetti: “La psiche degli animali”, di cui è stata realizzata una rilettura drammaturgica ed il breve
spettacolo che verrà riproposto in occasione del seminario.
“Martinetti sostiene che gli animali, così come gli esseri umani, possiedono intelletto e coscienza, quindi
l’etica non deve limitarsi alla regolazione dei rapporti infraumani, ma deve
estendersi a ricercare il benessere e la felicità anche per tutte quelle forme
di vita senzienti (cioè provviste di un sistema nervoso) che come l’uomo sono in grado di provare gioia e
dolore”.
3 Teofrasto allievo
prediletto di Aristotele:
“Se qualcuno sostenesse
che, non diversamente che i frutti della terra, il dio ci ha dato anche gli
animali per il nostro uso, è comunque vero che, sacrificando esseri viventi, si commette contro di
loro un'ingiustizia, perché si fa rapina della loro vita.... Si può
dire che anche alle piante rubiamo qualcosa; ma questo furto non è commesso
contro la loro volontà. Esse lasciano cadere i frutti anche se non le
tocchiamo; e la raccolta dei frutti non comporta la distruzione delle piante,
come avviene per gli esseri viventi quando perdono la vita”. Cfr. Dario Del Corno, Introduzione a Plutarco, Adelphi, Milano 2001, in cui
l'autore cita la Metafisica di
Teofrasto
*Alcuni siti filosofici e antispecisti
http://liberazioni.noblogs.org/?p=205
Testati dagli animali – nuova sezione di Liberazioni e intervista a
Judith Butler
http://liberazioni.noblogs.org/?p=494 Sentire un
mondo senza dominio intervista al prof Massimo Filippi dell’Università San
Raffaele
https://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/2013/04/26/asinus-novus/ Asinus Novus e la disobbedienza civile
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