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sabato 29 agosto 2015

CACCIA SI O CACCIA NO - UNA QUESTIONE CULTURALE E DI POTERE - NONOSTANTE L'OPPOSIZIONE DELLA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI SI PERPETUA COME UN DOGMA - IL CASO DEI CINGHIALI

LA SOVRAPPOPOLAZIONE DEI CINGHIALI SI PUO' LIMITARE SOMMINISTRANDO ALIMENTI SPECIFICI, come in molti hanno già detto, CON EFFETTI DI CONTENIMENTO DELLA RIPRODUZIONE. E' UN'ALTERNATIVA ETICA ALLA MATTANZA DI ESSERI SENZIENTI, CHE TIENE CONTO DELLA VITA DEGLI ANIMALI E IMPOSTA UN EQUILIBRATO RAPPORTO CON GLI  UMANI che pretendono di avere dei sentimenti, ma che non hanno ancora sviluppato l’intelligenza emotiva.

Ma i cacciatori sono contrari perché si limita la loro libertà, dicono (invece quella dei non umani si può benissimo limitare, anzi annientare). Eh sì  perché non potrebbero più provare il brivido di uccidere e non potrebbero rifornirsi di armi e munizioni e giustificare il loro  sentirsi "grandi" e "potenti".

Quando si apre la caccia o la si anticipa, come in questi giorni, si afferma sempre che “sono troppi i cinghiali in questa zona occorre diminuirli”: ammazziamoli, ma senza usare questo termine che fa paura! La legge biblica dice "occhio per occhio". 

Per logica si dovrebbe allora PROCEDERE ALLO STERMINIO DEL SOVRAPPIÙ DI UMANI. Una delle risposte è: ma l'uomo è stato creato ad immagine di dio e dio può tutto.  Chissà perché, questi uomini e donne cacciatori (di ogni  classe sociale e professionale), si dimenticano che dio ha anche fissato la legge del taglione, quella “della vendetta", molto praticata dappertutto, specialmente dove si adora questo dio ebraico-cristiano. Ma questa notizia (dimenticanza) non deve diffondersi e non la si trova su nessun giornale, specie su quelli della chiesa. E perché? 

Per volontà di dio? NO, PER INTERESSE DELLE FABBRICHE DI ARMI, ABBIGLIAMENTO, RISTORANTI LOCALI ED INDOTTO (l’interesse alla vita degli animali non conta, perché si contrappone a quello economico umano). Se così non fosse, DIMINUIREBBERO I PROFITTI DELLE AZIENDE, DELLE ISTITUZIONI E DEI POLITICI E LE SODDISFAZIONI DEI FRUSTRATI (antropocentrici golosi, ambiziosi e biocidi).


ABOLIAMO LA CACCIA FIRMIAMO PER PRESENTARE UNA PROPOSTA SERIA IN PARLAMENTO e chiediamo che si attualizzi il regolamento predisposto dalla presidenza della camera, per CONSIDERARE L’IMPEGNO POLITICO DEI CITTADINI, e NON IGNORARLO, e dare tempi certi alla discussione delle PROPOSTE PRESENTATE, le cui firme vengono raccolte a norma di legge, e non fare come nel ventennio berlusconiano. 

Non lasciamo che continui LA PRASSI DI TUTTI I PARTITI DI MAGGIORANZA di IGNORARLE, lasciandole ad impolverarsi nei cassetti, trasformando nei fatti questa istituzione nella casa della falsa democrazia "cristiana" e laica del capitale.

lunedì 16 marzo 2015

EXPO 2015 - ALIMENTAZIONE UMANA E QUELLA DEGLI UCCELLI - QUANDO LA CULTURA DOMINANTE, SOSTENUTA DALLE STRUTTURE RELIGIOSE, NON RISPONDE


RMF (Radio missione Francescana), un interessante giornale on line riceve il mio articolo: Etica interspecifica? Mai sentita. Non fa parte della cultura dominante. L'articolo che cerca di esporre parte delle premesse che portano alle tesi di una cultura "altra", rispetto a quella esposta da uno dei suoi redattori, viene posto nel dimenticatoio.
  
Voli d’uccello e la “nuova” cultura di Bergoglio.

L’articolo di Pierfausto Vedani,  introdotto dal titolo “Voli di predazione” m’invita all’approfondimento di alcuni temi. Sembrerebbe un titolo generico, come dire “Cammino di salute”, ma non “Cammino di Compostela”, che ha un significato ben preciso in una fede, quella cristiana, ma allora che cosa significa? Dipende dalla cultura che ciascuno di noi ha interiorizzato, senza poter o dover riflettere. E siamo in tanti, la maggioranza degli umani. Ma agli effetti dell’informazione che viene data occorre aver riguardo ai “fatti”, i quali devono essere analizzati con le 5 W: who, what, why, when, where (da qualche tempo va di moda saper l’inglese). E nel caso del titolo: Chi il soggetto che preda, Cosa l’oggetto ovvero il soggetto predato, Perché il motivo, la causa, e gli effetti prodotti,   Quando il tempo in cui si verifica e Dove il luogo in cui avviene. Ma sono sicuro che l’autore del pezzo è consapevole dello schema, perché è una delle prime nozioni che danno alla scuola di giornalismo.  Ma allora perché si è usato il termine “predazione” nel testo dell’articolo con riferimento ad alcuni uccelli più grandi che etologicamente predano “gli uccellini”, quando il primo soggetto dell’articolo è l’alimentazione umana? Lo sappiamo tutti che sono i grandi produttori-imprenditori che predano i piccoli umani-consumatori, ma non appare quasi mai evidente nelle informazioni giornalistiche.
E questo è un primo motivo di riflessione che porta con se una serie di altri problemi volutamente irrisolti, non dall’uomo in generale, ma solo da alcuni. Quelli di potere, presenti in ogni epoca della storia umana.
“Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” è il titolo dell’esposizione internazionale 2015 di Milano cui fa riferimento Vedani. Ma siamo sicuri che si parlerà di “alimentare i soggetti abitanti il pianeta” e non “le tasche degli investitori, quasi sempre anche evasori”?  E poi alimentare chi a discapito di chi? Domanda che non appare negli slogan pubblicitari e consumistici del mondo capitalistico. E non deve apparire, perché chi sarà presente a Expo, oltre ai relativi committenti, sono coloro che hanno abbracciato ad occhi chiusi le scelte di capitalizzare le proprie produzioni con relativi sfruttamenti, siano esse biologiche, macrobiotiche o cibo spazzatura e non quelle di “alimentare i viventi”. Con queste scelte, ben ponderate e calibrate, lanciate da messaggi ingannevoli di produttori, politici, informatori e istituzioni religiose, non si deve assolutamente scoprire da una parte, la necessità di sopravvivenza dei 9.000.000 di italiani diseredati, poveri, senza lavoro, inoccupati, ecc. che cercano di riappropriarsi del diritto alla propria dignità perduta. Elemento peraltro ben evidenziata dall’articolo di Vedani, con considerazioni che l’asciano l’amaro in bocca ma che non aiutano a vedere le cause. E dall’altra si deve sempre nascondere, nelle trasmissioni televisive che propongono ricette in cui è presente la sofferenza e la morte di miliardi di animali, presentate come leccornie di qualificati cuochi nazionali e internazionali. E non solo in TV e nelle trasmissioni radiofoniche. Ma anche nei documenti  politici e ufficiali, civili (per es. linee della dieta alimentare delle mense scolastiche) e religiosi (esempio lo sgozzo e lo spezzettamento dell’agnello pasquale che toglie i peccati del mondo. E’ forse per questo che lo si uccide? Per poter mantenere i peccati che molte volte si sovrappongono ai reati impuniti dei potenti?). Allora è proprio che gli altri non vogliono che si sappia, e comunque non vogliamo vedere e in questo c’è l’aiuto delle istituzioni civili e religiose che non vogliono aiutarci a vedere. Il tutto contribuisce a non modificare o farci modificare le nostre conoscenze e i nostri comportamenti verso gli altri. Alla fine Rimane sullo sfondo il senso della pietà quando gli uccellini vengono predati o addirittura non iniziano neppure a vivere perché l’oggetto della predazione è l’uovo stesso in cui l’embrione si sta trasformando in una nuova vita. E per consolarsi Vedani propone il paragone con la predazione animale, esprimendo  i comuni falsi sentimenti di pietà di certi umani, più o meno potenti rispetto alle comunità o collettività, come quelli di cacciatori, macellai, domatori, massime autorità religiose, responsabili di spettacoli viaggianti, come già avveniva nel medioevo, in cui il “buon” Federico II si esibiva con il suo bestiario al seguito (rigorosamente in prigioni semoventi) e i suoi falchi schiavizzati;  di vivisettori, organizzatori di feste e celebrazioni patronali e non, civili e religiose. Soggetti umani in cui prevalgono i valori dello sport, del profitto, dell’economia, della biodiversità, dell’alloctonofobia, del divertimento, della tradizione e dei costumi (come per es. le stole di ermellino e le zanne di avorio di elefante nei paramenti e arredi sacri),  rispetto ad altri valori come  quello della vita, della non sofferenza, della dignità, compassione, solidarietà e felicità per tutti gli esseri viventi (umani e non umani). L’uomo, creato o evolutosi negli ultimi due milioni di anni, si è trasformato a seconda delle condizioni di vita date dall’ambiente e nel momento in cui vi si trovava. Ma questo non sembra proprio interessare la cultura forgiata sull’economia e la finanza, che in questi ultimi anni sta spodestando la politica (l’arte della ricerca della felicità: per tutti). Per far assumere il predominio della gestione del denaro, cui la chiesa cristiana ha contribuito non poco a lasciare fare agli altri (gli ebrei) per poi accorgersi che doveva sporcarsi le mani per poter stare tra i grandi, nel sistema del capitale e dello sfruttamento, usufruendo dei benefici materiali conseguenti, invece di realizzare i valori della completa vita animale (umana e non umana). Nella storia ci sono stati alcuni religiosi  che avevano già ammonito le autorità politiche ecclesiastiche del pericolo di questo scivolamento, sia tra i primi cristiani che negli ultimi secoli. Uno di questi, nel secolo scorso, è stato Ivan Illic. Un autore (sacerdote, teologo e professore1, tra i preparatori dei documenti preparatori del concilio vaticano II, nonché Vice rettore dell’Università di Puerto Rico e fondatore in Messico del Centro Intercultural de Documentación CIDOC) che ha descritto cristianamente e minuziosamente gli effetti perversi della politica dell’industria americana sui bambini, futuri consumatori del sistema. Ma la chiesa cattolica, su richiesta dell’FBI, lo richiama in vaticano e, gradualmente, lo spoglia dei suoi incarichi di docente. Continuerà a denunciare al mondo, nei suoi viaggi, la sua analisi di oppressione del capitale sull’umanità, restando nella chiesa ma dalla parte dei vangeli. Illic parte dai bambini e dalla loro diseducazione fornita dalle istituzioni americane. Ma un altro docente, dell’università di Torino, Piero Martinetti2, (uno dei dodici professori universitari, su 1225, che rifiutano il giuramento al regime fascista), si occupa di filosofia "teoretica", in particolare "religiosa",  allargando la sua analisi verso gli altri non umani, gli ultimi degli ultimi: gli animali. Ma in entrambi i casi la chiesa temporale non ha motivo ne tempo di ascoltarli. Non che nella storia non ci siano stati altri umani sensibili al rapporto con gli altri animali. A partire da Pitagora a Teofrasto3, amico di Aristotele e direttore della scuola, quando quest’ultimo per motivi politici è costretto a fuggire, a Plutarco, punto di riferimento dei primi cristiani, per quasi tutto l’alto medio evo. Per citare ancora: Francesco da Paola, Leonardo da Vinci e tanti altri. Basta scorrere le pagine dei siti di critica antispecista* e/o dei cattolici vegetariani, di filosofia e di etica, che sorgono in internet come un’immensa necessità, repressa da una certa cultura, per accorgersi di come sia stata gestita da parte dei potenti, omettendo di considerare la vita dell’altra parte, più immensa, del mondo  vivente. Allora sarebbe bene domandarsi perché si continua a tener nascosto questi fatti ai non potenti: una volta si chiamavano servitori, schiavi, servi della gleba, proletari, attributi che mantengono ancora oggi parte dei significati e delle prerogative perchè fondati sullo sfruttamento e sulla parzialità della cultura, anche se oggi ci chiamano “cittadini”, da tenere costantemente sotto controllo culturale da parte dei potenti di turno,  se non addirittura ostracizzandoci quando le richieste di conoscenza diventano un rischio di perdita di denaro (in USA la legge approvata già da qualche anno dai rappresentanti delle multinazionali, petrolieri e banche (di risparmio e d’affari) ha previsto finanche un esplicito reato a chi ostacola il guadagno dell’imprenditore). In Italia invece, con un imposto e accolto “colpo di stato” da parte della UE, approvato da tutti i partiti e culminato nel CONGELAMENTO DEI PRINCIPI E DIRITTI POSTI NELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUIZONE, con la modifica dell’art 81 e collegati, non si dovranno attivare i diritti sociali, ambientali, sanitari e culturali, se non dopo aver investito primariamente in spese in “conto capitale” mantenendo il bilancio in pareggio. E quindi mai più! Le conseguenze di questa modifica le vediamo aggravarsi, già da qualche anno, a partire dal governo del “cattolico-paramassone” Monti in poi, nei settori dell’istruzione, della salute, dell’ambiente, della cultura e della sconosciuta etica.  Sul danno agli uomini, fatto da queste scelte sono d’accordo anche con il prof. Giuseppe Terziroli, altro redattore di RMF, nella parte del suo articolo - Da Lenin a Bergoglio – in cui afferma “Noi dobbiamo essere dalla parte dei poveri di spirito, di mezzi materiali, e oggi più che mai dei poveri di conoscenza. Specialmente quando si tratta, aggiungo io, di bioetica, etica aspecista e del valore della cultura scientifica che deve essere posta a servizio di tutte le forme di vita. Un convegno in questa direzione, tra laici e religiosi, magari coinvolgendo  il sempre più corposo e qualificante “Progetto giovani pensatori” dell’Università dell’insubria, forse non farebbe male a nessuno. Tutt’altro. Con Vedani, l’autore dell’etico “Volo di predazione”, ci sono posizioni distanti ma non incompatibili. Ma mi unisce un piccolo fatto: anch’io da bambino avevo una fionda; l’avevano tutti i miei amici, ma non l’ho mai usata né per colpire e rompere le luci dei lampioni né ferire o uccidere uccelli o altri animali (ovviamente allora non ero antispecista. Lo sono diventato all’età di 61 anni). Amavo la mia sempre gravida gatta Lillina, che purtroppo ho dovuto abbandonare in una cascina della Guaralda, perché se non l’avessi fatto, mia madre l’avrebbe uccisa. Ulteriore elemento della cultura specista.
Gianluca Albertini
1 Ivan Illich intende per convivialità il contrario della produttività industriale. Nel suo saggio[3] scrive:
« Ognuno di noi si definisce nel rapporto con gli altri e con l'ambiente e per la struttura di fondo degli strumenti che utilizza. Questi strumenti si possono ordinare in una serie continua avente a un estremo lo strumento dominante e all'estremo opposto lo strumento conviviale: il passaggio dalla produttività alla convivialità è il passaggio dalla ripetizione della carenza alla spontaneità del dono. [...] Il rapporto industriale è riflesso condizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi da un altro utente, che egli non conoscerà mai, o da un ambiente artificiale, che mai comprenderà; il rapporto conviviale, sempre nuovo, è opera di persone che partecipano alla creazione della vita sociale. »
2 Martinetti: “La psiche degli animali”, di cui è stata realizzata una rilettura drammaturgica ed il breve spettacolo che verrà riproposto in occasione del seminario.
“Martinetti sostiene che gli animali, così come gli esseri umani, possiedono intelletto e coscienza, quindi l’etica non deve limitarsi alla regolazione dei rapporti infraumani, ma deve estendersi a ricercare il benessere e la felicità anche per tutte quelle forme di vita senzienti (cioè provviste di un sistema nervoso) che come l’uomo sono in grado di provare gioia e dolore”.
3 Teofrasto allievo prediletto di Aristotele:
“Se qualcuno sostenesse che, non diversamente che i frutti della terra, il dio ci ha dato anche gli animali per il nostro uso, è comunque vero che, sacrificando esseri viventi, si commette contro di loro un'ingiustizia, perché si fa rapina della loro vita.... Si può dire che anche alle piante rubiamo qualcosa; ma questo furto non è commesso contro la loro volontà. Esse lasciano cadere i frutti anche se non le tocchiamo; e la raccolta dei frutti non comporta la distruzione delle piante, come avviene per gli esseri viventi quando perdono la vita”.  Cfr. Dario Del Corno, Introduzione a Plutarco, Adelphi, Milano 2001, in cui l'autore cita la Metafisica di Teofrasto
*Alcuni siti filosofici e antispecisti

http://liberazioni.noblogs.org/?p=205 Testati dagli animali – nuova sezione di Liberazioni e intervista a Judith Butler

http://liberazioni.noblogs.org/?p=494  Sentire un mondo senza dominio intervista al prof Massimo Filippi dell’Università San Raffaele

martedì 29 luglio 2014

ELOGIO DELLE BRICIOLE. SIAMO CAPACI DI GUARDARE CIO' CHE PER TRADIZIONE BUTTIAMO?

ELOGIO DELLE BRICIOLE
da "Facile Felice Frugale" di Troglodita Tribe 
Fate questo gioco

Prendete le vostre briciole di pane. Si, le vostre briciole, tutte le briciole di pane che fate in venti giorni. Ogni volta che tagliate il pane, mettete via le briciole, prima di riporre la tovaglia recuperate tutte le briciole. Non è difficile, basta farci l’abitudine e disporre di un contenitore adatto. In una settimana farete già una bella quantità di briciole che potrete usare in vari modi: mettetele nei passati di verdura, mettetele nella farinata di ceci, mettetele nel castagnaccio, mettetele nelle vostre creme, mettetele nell’impasto per i ripieni, mettetele nell’insalata.
Quando diventerete esperti di briciole, quando, cioè, comprenderete la grande importanza delle briciole, finalmente il gioco si farà più interessante perché il recupero delle briciole dovrà estendersi. Diventerete dei cercatori di briciole e il vostro sacchetto sarà sempre pieno di polvere d’oro.
A casa degli amici, dei parenti, dei conoscenti recupererete briciole.
Al ristorante, in mensa, al bar recupererete briciole.
Se andrete fiduciosi incontro alle briciole, le briciole vi indicheranno la strada, vi aiuteranno a comprendere.
Le briciole sono dei piccoli frammenti, talmente piccoli che non vale la pena di prenderli in considerazione, talmente piccoli che possiamo solo gettarli via.
Questo pensiero sciagurato e distruttivo è forse la base del consumismo e della superficialità che ci ha condotti nel baratro di oggi. 
Per una sorta di arroganza colonial-patriarcale abbiamo sempre buttato via le briciole, non ci siamo mai accontentati delle briciole. Le abbiamo sempre considerate, insieme a tutto ciò che è piccolo, di infima importanza, del tutto inaccettabili a causa della nostra grandezza.
Raccogliere le briciole, al contrario è un atto creativo perché ci stimola a ricercare nuovi metodi per riciclarle, riusarle, recuperarle.
Le briciole, poi, sono più leggere del pezzo intero originario, quindi più facilmente trasportabili, maneggiabili, conservabili, cucinabili.
Gli altri animali, invece, trattano le briciole con molto più rispetto e intelligenza rispetto a noi.
Ho visto cani, gatti, topi e altri simpatici elementi mangiare briciole con la stessa attenzione e diligenza di quando addentavano pezzi più grossi.
Gli animali, quindi, dimostrano una notevole saggezza ecologica. Loro conoscono l’importanza delle briciole. In effetti, quindi, in una società eco-felice, è accettabile gettare delle briciole solo per offrirle a passeri, piccioni e altri consumatori abituali.

Invece di mangiare animali, allora, dovremmo imparare la lezione delle briciole e passare ad una alimentazione più semplice, ad un’alimentazione realmente facile, realmente felice, realmente frugale.

domenica 23 marzo 2014

Dr.ssa De Petris L'ALIMENTAZIONE VEGANA HA UN RUOLO FONDAMENTALE E ALLA VOLTE DECISIVO CONTRO QUASI TUTTE LE MALATTIE


La dr.ssa Michela De Petris è una seria professionista che afferma quello che ancora oggi la maggioranza dei MEDICI pubblici e privati, laici e religiosi, degli operatori ospedalieri, ASL, universitari e delle MULTINAZIONALE DEI VELENI (BIG PHARMA), non vogliono che si sappia:

L'ALIMENTAZIONE VEGANA HA UN RUOLO FONDAMENTALE, e alle volte anche DECISIVO,  

nella cura  di moltissime malattie, tranne quelle degenerative.

Un caldo abbraccio alla dott. Michela De Petris che, ho conosciuto per la prima volta, insieme ad altri animalisti e antispecisti, alla 3.festa vegetariana di Varese del 2010 il cui intervento lo si può vedere qui

Ma anche "Cibo e Salute" Un contributo medico scientifico a favore di un'alimentazione sana e naturale - del 15 ottobre 2011 presso l'Anfiteatro Università della Svizzera Italiana di Lugano. Conferenza della Dott.ssa Michela De Petris, Medico chirurgo, specialista in scienza dell'alimentazione, su "I VANTAGGI DELLA DIETA SENZA PRODOTTI ANIMALI".
Convegno organizzato dall'ATRA - Associazione Svizzera per l'abolizione della Vivisezione.

Esprimo la mia più ampia stima per la sua capacità di trasmettere i contenuti e per la sua determinazione e forza professionale nel riaffermare studi e ricerche incontestabili.

Questo centro poliedrico di potere occulto, ma sempre più scoperto agisce, ancora per poco, in modo che NON SI PREPARINO, NE’ SI OFFRA L’OPPORTUNITA' DI USUFRUIRE DI DIETE VEGANE, PERSONALIZZATE IN RAPPORTO ALLE SINGOLE MALATTIE, E NEMMENO A RICHIESTA DEI MALATI, e QUESTO VA A FAVORE DI CHI non vuole evidenziare gli ERRORI O EFFETTI NEGATIVI DI CURA (le cosiddette MALATTIE IATROGENE che, secondo gli ultimi dati conosciuti  superano il 66 per cento delle cause di morte in ospedale) in particolare proprio per le interrelazioni con i  veleni somministrati.  E quindi non dover essere sottoposti a procedimenti, su denuncia di parte in sede penale o civile anche per il RISARCIMENTO DEL DANNO (INVALIDITA’ O MORTE DEL PAZIENTE, OLTRE AL DANNO BIOLOGICO)

lunedì 10 febbraio 2014

Lettera di protesta al prof. Mirabella che conduce una trasmissione di parte e quindi non obiettiva

Associazione Vegetariana/Vegan Animalista
Associazione di Volontariato Onlus affiliata all’EVU

AL PROF. MICHELE MIRABELLA
Conduttore trasmissione Rai Buongiorno Elisir”

Illustrissimo professore Mirabella, quando posso seguo volentieri la trasmissione da Lei condotta e considero Lei persona intelligente, colta ed equilibrata. Ma spesso succede che gli esperti in fatto di nutrizione invitati alla sua trasmissione si esprimano secondo la logica del dare alla gente buone notizie sulla loro cattiva condotta.
E’consuetudine allarmare la popolazione sui pericoli della scelta vegan ritenuta, a torto, carente di sostanze nutrizionali e bisognosa di integratori. Ho 65 anni, da quasi 40 sono vegetariano e da 25 vegan. Ho un’energia inesauribile e sfido chiunque alla mia stessa età a venirmi dietro. Quindi godo ottima salute, come altrettanto possono dimostrare (analisi ematiche e cliniche alla mano) tutti coloro che scelgono di non consumare né animali né i loro derivati.
I nutrizionisti di parte, i detrattori della scelta vegan, hanno un solo grande nemico: l’eccellente salute dei vegani. Infatti non c’è nulla nei prodotti animali che non sia presente nel mondo vegetale. Gli aminoacidi essenziali? Solo fumo negli occhi. Se i vegetali ne fossero privi come farebbero i più forti animali della terra come il rinoceronte, il bufalo, il bisonte, il cavallo, il toro, l’elefante ecc. a costruire lo loro possenti masse muscolari? La B12? L’ultima delle nostre preoccupazioni. Chi ha timori in tal senso gli basta assumere una pasticchina settimanale, senza gli effetti dei grassi saturi e proteine animali che stanno flagellando il genere umano.
Per tanto la invito cordialmente a non consentire affermazioni che non rispondono a verità e che, per par condicio, sarebbe giusto e doveroso da parte vostra avere in contraddittorio un esponente vegan quando si parla di alimentazione vegetariana o vegana.
Con molta cordialità
Franco Libero Manco

IL DESTINO DI UN POPOLO DIPENDE DA COSA MANGIA  
 
Giovedì 13 febbraio 2014 dalle ore 17,30, presso la sede AVA in piazza Asti 5/a, alle ore 17,30,
conferenza del Dr. Giorgio Gustavo Rosso, studioso e ricercatore del Benessere Naturale,
Editore e fondatore del Gruppo Editoriale Macro,

sul tema:
I DANNI DA FARMACI E VACCINI:
SPECCHIO DEL FALLIMENTO E DELLA
CORRUZIONE DELLA SCIENZA MEDICA

Quando i rimedi sono peggiori del male
la malattia diventa fonte di ingenti guadagni

Il Relatore risponderà alle domande del pubblico

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Dr. Franco Libero Manco
Presidente Associazione Vegetariana Animalista
Via Cesena 14 Roma 00182
Tel. 06 7022863 – 333 9633050

Domenica pomeriggio 9 febbraio p.v. alle ore 17,30 in sede AVA piazza Asti 5/a Roma,
conferenza del dr. Franco Libero Manco, presidente AVA e Movimento Universalista,

sul tema di un libro di sua pubblicazione

 “IL GRANDE ENIGMA

libera deduzione sull’origine, lo scopo e il fine delle cose.

Si affronteranno gli interrogativi più impegnativi della vita, del perché dell’esistenza, del dolore, della violenza in natura, della morte ecc.  
L’ingresso è libero e gratuito. Spaghettata per chi si trattiene dopo la conferenza.
Salute a voi. fl

Associazione di Volontariato Onlus affiliata all’EVU
via Cesena 14 Roma 00182 tel. 06 7022863 – 3339633050
francolibero.manco@fastwebnet.it; c.c.p.n. 58343153; c.f.n. 97365030580
In collaborazione con ABIN (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale)

giovedì 31 ottobre 2013

LA SIGNORA DELLE STELLE AMANTE DEI GATTI

La Signora delle Stelle
di Piergiorgio Odifreddi,

Margherita Hack, la Signora delle Stelle, se n’è andata a 91 anni. Era da tempo gravemente malata, ma aveva deciso di non curarsi più, lasciando alla Natura la decisione di quando richiamarla a sé.
Fino all’ultimo, dunque, è rimasta coerente con la sua  figura di intellettuale impegnata: da un lato, concentrata nello studio e nell’apprezzamento delle bellezze del cosmo, e  dall’altro lato, incurante delle convenzioni stabilite e insofferente delle superstizioni condivise.
Fin dalla giovinezza, aveva imparato a vivere sana. Era nata in una famiglia vegetariana e non  aveva mai mangiato carne, facendo sua la motivazione esposta dal filosofo Peter Singer nell’ormai classico libro Liberazione animale (Mondadori, 1991): il fatto, cioè, che mangiare gli animali richiede di causar loro enormi sofferenze, dalla nascita alla morte, e rende complici di quella che la Hack chiamava una “ecatombe giornaliera”.
Ai  difensori dell’inciviltà dei McDonald’s, che provavano a  sostenere con lei che un bambino  necessita di carne per crescere, la Hack rispondeva che  non solo lei era cresciuta benissimo, senza mai aver avuto malattie serie, ma aveva potuto praticare Sport agonistici, diventando in gioventù  campionessa di salto in alto e in lungo. E ancora a ottant’anni faceva giri In bicicletta di 100 chilometri e giocava a pallavolo.
L’altra faccia del vegetarianesimo della Hack era il suo famoso  amore per i gatti, dai quali viveva circondata in casa, e che spesso si vedevano gironzolare attorno a lei, o sederle vicino, durante le interviste registrate o gli  interventi in videoconferenza. Come quello nel quale l’abbiamo vista l’ultima volta, il 9 maggio  scorso a Pisa, nei “Dialoghi dell’Espresso” dedicati al tema Perché la ricerca è indispensabile. Questo intervento non fu che l’ultima testimonianza pubblica di una grande affabulatrice, che col passare del tempo aveva dedicato sempre  più energie a raccontare, a voce e per iscritto, le meraviglie delle stelle e dell’universo. E Poiché lo faceva con grande passione  e altrettanta chiarezza, era  ormai diventata la più famosa divulgatrice scientifica italiana, contendendo alla Levi  Montalcini il primato per la popolarità. Le sue conferenze erano affollate come concerti, e sentirla raccontare le ultime scoperte astronomiche  era un vero piacere per le orecchie e per la mente. D’altronde, era quello il suo vero lavoro, forse più nascosto e meno noto al  pubblico. Aveva cominciato a interessarsene fin dalla sua tesi di laurea, nell’ormai lontano 1945, sulle Cefeidi. Aveva poi insegnato astronomia a Trieste, dove tuttora viveva, dirigendone per quasi venticinque anni l’Osservatorio  Astronomico. Il suo valore scientifico era testimoniato dalla sua appartenenza all’Accademia Nazionale dei Lincei, di Galileiana memoria, e dalle sue collaborazioni con l’Ente Spaziale Europeo e la  Nasa statunitense.

Ma fin dagli anni ’70 aveva iniziato il suo impegno per la disseminazione del sapere scientifico in una società come quella italiana, succube di preti e idealisti, che rimane ancor oggi preda di un  atteggiamento antiscientista e superstizioso. Fin dagli inizi aveva dunque collaborato con il CICAP, il Comitato per il controllo delle Affermazioni sul Paranormale, fondato nel 1989 da Piero Angela. E la sua verve toscana le era servita spesso, per mettere alla berlina le credenze più retrograde e sciocche, spesso propagandate dai media. E non solo, visto che solo qualche settimana  fa l’intero Parlamento italiano ha votato all’unanimità a favore della sperimentazione della cura medica Stamina proposta da  uno psicologo di professione (sic!), rendendoci ancora una volta gli zimbelli del mondo scientifico  internazionale e facendoci sbeffeggiare per ben due volte dalla rivista “Nature”. Oltre che contro le  superstizioni antiscientifiche, la Hack combatté coraggiosamente anche contro quelle religiose e organizzate.
Era presidente onoraria dell’UAAR, l’Unione  degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, che si propone di dar voce a quel 15% della popolazione italiana che non  crede nelle favole  mediorientali, ma che certo non riceve il 15% della visibilità sui media e non ottiene l’8 per 1000 di finanziamento statale.


Da: l’Ateo bimestrale dell’UAAR 5-13