giovedì 15 marzo 2012

LETTERA AI RICERCATORI CHE "SPERIMENTANO" SUGLI ANIMALI


 UN PROBLEMA ETICO IRRISOLTO 
PERVICACEMENTE, VOLONTARIAMENTE E GIURIDICAMENTE
NEL RAPPORTO CON GLI ALTRI AINMALI

Lettera ad uno sperimentatore.

Gentile signore,

            la sperimentazione sugli animali non umani, come Lei sa, viene detta anche in riferimento ad alcuni tipi di esperimenti che procurano lesioni e dolori ad un “animale da laboratorio” (come in gergo viene chiamata un “cavia”) con o senza anestesia. Ovvero, in riferimento a esperimenti che mirano a verificare la tossicità o l’efficacia di svariate sostanze, dagli ingredienti chimici usati per qualsiasi prodotto, ai farmaci, alle droghe. Tali esperimenti  procurano in generale la morte dei soggetti utilizzati (allevati o catturati in natura), vuoi sani, vuoi fatti ammalare appositamente per verificare l’efficacia del farmaco, spesso tra atroci dolori. Ecco perché anche questi esperimenti vengono chiamati . A volte l’esperimento può non essere letale, Comunque, in genere il soggetto viene poi sezionato (dopo averne procurato la morte normalmente con il classico colpo alla  nuca), per prelevarne gli organi e vedere fino a che punto sono stati compromessi dalle sostanze utilizzate.
            Circa i farmaci, solo nel 1938 il Congresso USA autorizzò la nascita della Food and Drug Administration (F.D.A.), per mettere un minimo di controllo. Negli anni ’60, con gli studi clinici “aperti”, si poteva ancora testare liberamente su cavie umane, anche in Europa. A metà anni ’70 la F.D.A. emise un codice etico (buone pratiche di laboratorio, e cliniche) per testare con più serietà anche sugli umani, imponendo gli “studi controllati” (dove occorre dichiarare lo scopo del test di una molecola per impedire di nasconderne i risultati). Per cui si passò ai test sui non umani per sperimentare “liberamente”.  
In Europa, la prima norma che obbliga a sperimentare prima sui non umani risale al 1965. In Italia, al 1977. 
I test clinici (sugli umani) confermano da allora quelli sui non umani, e non il contrario. E’ infatti necessario poi sperimentare sull’uomo, sebbene non per ogni tipo di effetto collaterale (come la cancerogenesi e la tossicità genetica e riproduttiva .. ) per ovvi motivi “etici” (chi oserebbe proporlo?). Col risultato che il solo test per tali  effetti è quello effettuato sui non umani (ma “nessuno” lo sa..).. 
Per i prodotti chimici, è del 2007 (regolamento REACh) l’obbligo di testare anche gli ingredienti non nuovi “solo” su non umani, con tanti auguri per i consumatori. Come mai? Ci si fida? 
Per i cosmetici, i test di cui sopra sono ancora effettuati solo sui non umani, e non si sa quando verranno aboliti, come dice la relazione della Commissione UE del 2011. Nonostante il disgusto generale per lo “scopo”. 
Infine, tutti i test vengono effettuati dalle industrie, con rari controlli da parte dello Stato (e come potrebbe?). Ossia: il controllore controlla se stesso. Ed i risultati sono coperti dal  segreto industriale! 
            Circa i famigerati “metodi alternativi”, che molti credono siano “sostitutivi” , in base alle normative europee sono tali anche quelli che ne riducono semplicemente il numero, o (e non “e”..) le sofferenze. A detta del ricercatore, ovviamente.  
Inutile quindi sperare in tali metodi per abolire la vivisezione, nonostante la propaganda sul principio delle 3R (ridurre, raffinare, sostituire).            Certamente i test sui non umani servono a qualcosa. 
Servono a vedere “che effetto fa” una sostanza, un farmaco, un ingrediente chimico, o una droga… Servono a produrre tesi di laurea o pubblicazioni “scientifiche”
Servono a poter poi sperimentare liberamente sugli umani.  
Ma non certo per sostituire i test sugli umani.  
Lo dicono anche riviste scientifiche internazionali.
            Dunque, si pone pertanto un problema etico, anche per gli umani, ad esempio per gli esperimenti che servono a testare i farmaci sostitutivi dei “generici” (ed a rinnovare così il brevetto sul nuovo farmaco per altri decenni..), benché magari non ve ne sia necessità. Ma si sa.. è il progresso.. O il guadagno? 
E se a testare su di noi (e inutilmente) fossero degli extra-terrestri evoluti? 
Lei sarebbe d’accordo? 
O li accuserebbe di essere “razzisti” e “incompetenti”?

Distinti saluti
Massimo Terrile                                                                                                       14 marzo 2012

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