UN PROBLEMA ETICO IRRISOLTO
PERVICACEMENTE, VOLONTARIAMENTE E GIURIDICAMENTE
NEL RAPPORTO CON GLI ALTRI AINMALI
Lettera ad uno sperimentatore.
Gentile signore,
la
sperimentazione sugli animali non umani, come Lei sa, viene detta anche
in riferimento ad alcuni tipi di esperimenti che procurano lesioni e dolori ad
un “animale da laboratorio” (come in gergo viene chiamata un
“cavia”) con o senza anestesia. Ovvero, in riferimento a esperimenti
che mirano a verificare la tossicità o l’efficacia di svariate sostanze,
dagli ingredienti chimici usati per qualsiasi prodotto, ai farmaci, alle droghe.
Tali esperimenti procurano in generale la morte dei soggetti utilizzati
(allevati o catturati in natura), vuoi sani, vuoi fatti ammalare appositamente
per verificare l’efficacia del farmaco, spesso tra atroci dolori. Ecco
perché anche questi esperimenti vengono chiamati . A volte l’esperimento
può non essere letale, Comunque, in genere il soggetto viene poi sezionato
(dopo averne procurato la morte normalmente con il classico colpo alla nuca),
per prelevarne gli organi e vedere fino a che punto sono stati compromessi
dalle sostanze utilizzate.
Circa
i farmaci, solo nel 1938 il Congresso USA autorizzò la nascita della Food and
Drug Administration (F.D.A.), per mettere un minimo di controllo. Negli anni
’60, con gli studi clinici “aperti”, si poteva ancora testare
liberamente su cavie umane, anche in Europa. A metà anni ’70 la F.D.A.
emise un codice etico (buone pratiche di laboratorio, e cliniche) per testare
con più serietà anche sugli umani, imponendo gli “studi
controllati” (dove occorre dichiarare lo scopo del test di una molecola
per impedire di nasconderne i risultati). Per cui si passò ai test sui non
umani per sperimentare “liberamente”.
In Europa, la prima norma che
obbliga a sperimentare prima sui non umani risale al 1965. In Italia, al 1977.
I test clinici (sugli umani) confermano da allora quelli sui non umani, e non
il contrario. E’ infatti necessario poi sperimentare sull’uomo,
sebbene non per ogni tipo di effetto collaterale (come la cancerogenesi e la
tossicità genetica e riproduttiva .. ) per ovvi motivi “etici” (chi
oserebbe proporlo?). Col risultato che il solo test per tali effetti è quello effettuato
sui non umani (ma “nessuno” lo sa..)..
Per i prodotti chimici, è
del 2007 (regolamento REACh) l’obbligo di testare anche gli ingredienti
non nuovi “solo” su non umani, con tanti auguri per i consumatori.
Come mai? Ci si
fida?
Per i cosmetici, i test di cui sopra sono ancora effettuati solo sui non
umani, e non si sa quando verranno aboliti, come dice la relazione della
Commissione UE del 2011. Nonostante il disgusto generale per lo “scopo”.
Infine, tutti i test vengono effettuati dalle industrie, con rari controlli da
parte dello Stato (e come potrebbe?). Ossia: il controllore controlla se
stesso. Ed i risultati sono coperti dal segreto industriale!
Circa
i famigerati “metodi alternativi”, che molti credono siano
“sostitutivi” , in base alle normative europee sono tali anche
quelli che ne riducono semplicemente il numero, o (e non “e”..) le
sofferenze. A detta del ricercatore, ovviamente.
Inutile quindi sperare in tali
metodi per abolire la vivisezione, nonostante la propaganda sul principio delle
3R (ridurre, raffinare, sostituire). Certamente i test sui non umani
servono a qualcosa.
Servono a vedere “che effetto fa” una sostanza,
un farmaco, un ingrediente chimico, o una droga… Servono a produrre tesi
di laurea o pubblicazioni “scientifiche”.
Servono a poter poi
sperimentare liberamente sugli umani.
Ma non certo per sostituire i test sugli
umani.
Lo dicono anche riviste scientifiche internazionali.
Dunque,
si pone pertanto un problema etico, anche per gli umani, ad esempio per gli
esperimenti che servono a testare i farmaci sostitutivi dei
“generici” (ed a rinnovare così il brevetto sul nuovo farmaco per
altri decenni..), benché magari non ve ne sia necessità. Ma si sa.. è il
progresso.. O il guadagno?
E se a testare su di noi (e inutilmente) fossero
degli extra-terrestri evoluti?
Lei sarebbe d’accordo?
O li accuserebbe di
essere “razzisti” e “incompetenti”?
Distinti
saluti
Massimo Terrile 14
marzo 2012
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