Per i nuovi valori di felicità e solidarietà
della
maggioranza dei viventi
Manifesto"Siamo a
un bivio"
(Non solo siamo a un bivio. Ma non
prevedendo in prospettiva la costruzione di un etica aspecista ci
autodistruggeremo. IL MANIFESTO POTREBBE
ESSERE INTEGRATO CON I VALORI, CONCETTI, SCELTE POLITICHE E PRINCIPI riportati
in color fucsia con caratteri MAIUSCOLO)
La più grave crisi che il nostro
mondo abbia conosciuto non accenna a finire. Anzi, diventa permanente producendo una costante regressione
sociale, politica, culturale, morale ed ecologica. Essa affonda le radici nelle
gigantesche diseguaglianze, nell’umiliazione del mondo del lavoro, nel
dissennato sfruttamento della natura e dei beni comuni che hanno caratterizzato
l’ultimo quarto di secolo. E, per crudele paradosso, (NON È SOLO UN CRUDELE PARADOSSO: GIUDIZIO MORALE, MA SONO LE CONSEGUENZE DI
SCELTE POLITICHE FONDATE SUL MODELLO DI ACCUMULAZIONE CAPITALISTICA CON I MEZZI
DELLO SFRUTTAMENTO, GIOCO FINANZIARIO, TOLLERANZA DELL’EVASIONE ED ELUSIONE
DELLE MULTINAZIONALI E SCHIAVIZZAZIONE DI UMANI E NON UMANI) continua ad accentuare
quelle diseguaglianze e quella spoliazione, a causa della gestione di un
potere sempre più monopolizzato da una piccola minoranza di speculatori globali,
in un circolo vizioso che deve essere
spezzato. Opponendoci da subito ai trattati internazionali in corso segretamente TTIP e TISA che vogliono ampliare
quelle condizioni aberranti di schiavizzazione economico-sociale e culturale
dettate dal primato del mercato e del profitto.
L’Unione Europea, lungi dal
rappresentare una possibile alternativa a questo stato di cose, ne
esprime un volto ottuso e meschino, accanendosi con
politiche di austerità che nel favorire
i Paesi più forti provocano l’ulteriore impoverimento e il degrado – vera e
propria asfissia sociale – di quelli più
fragili.
E tuttavia anche in Europa, proprio sulla sponda del Mediterraneo, si è
aperta una breccia. Come già è successo in America Latina, la storia sembra essersi
rimessa in movimento anche qui. In
Grecia, in primo luogo, dove Syriza è possibile forza di governo e dove
una vittoria il 25
gennaio mostrerebbe a tutti che quanto viene presentato come impossibile in realtà
possibile è. In Spagna, dove Podemos è oggi il primo partito
per popolarità. Di
qui può partire quel processo di radicale inversione delle politiche europee, l’unico che ci può
salvare – perché nessun Paese può farcela da solo se non cambia l’Europa.
In Italia il quadro politico appare
invece bloccato. Mentre la società si è rimessa in
movimento, con il mondo del lavoro che ha ripreso con forza la parola, il Governo di Matteo Renzi si è attestato
su una linea di frontale contrapposizione, incarnando pienamente quella stessa filosofia della Troika che ha condotto
la Grecia sull’orlo della morte sociale, e portando
a compimento il processo di dissoluzione del suo Partito come forza in un
qualche modo ascrivibile alla “sinistra”.
Jobs Act e riforma del pubblico impiego, decreto Poletti e precarizzazione
come forma principale del lavoro, Sblocca Italia, riforme
costituzionali, riforma elettorale, privatizzazioni, “partito della
Nazione” o “partito del Capo”, uniti
a un asservimento indecente dell’informazione, disegnano il profilo di una vera e propria emergenza democratica e pongono con urgenza il problema di ridare
rappresentanza a una parte
potenzialmente maggioritaria del Paese oggi drammaticamente priva di
riferimento politico, come dimostra l’aumento verticale di chi
non andato più a votare. Tanto più dopo che si è consumata una frattura davvero “storica” – e riteniamo incomponibile – tra il mondo del lavoro e il partito di
Renzi.
Se non ora quando?
Per tutte queste ragioni riteniamo oggi ineludibile la costruzione anche in
Italia di un’alternativa politica credibile e reale, che costituisca un’effettiva rottura di continuità sia di visione che di programma e di stile. Per ciò che propone. E
per la pratica che ne contraddistingue l’agire.
Una proposta politica che per essere credibile non può che essere unitaria e insieme radicale, rompendo con la logica
della frammentazione e delle continue divisioni e, insieme, innovando nel modo di organizzarsi e di concepire la politica e l’azione
collettiva. La breccia che si è aperta in Europa e
la riattivazione del conflitto sociale in Italia ci indicano una
possibilità – che per ognuno di noi diventa una responsabilità – di tentare di "unire ciò che il neoliberismo
ha diviso" e di rompere la drammatica
separazione tra la dimensione politica e quella sociale.
Nel sottoscrivere questo “Manifesto” noi intendiamo metterci al servizio di un processo che
porti alla costituzione di una sola “casa comune della sinistra e dei
democratici italiani in un quadro europeo” saldamente ancorata nel sociale che preveda una tappa
fondamentale nella presentazione alle prossime elezioni politiche di un’unica
lista che, come già in Grecia e in
Spagna, si proponga come autentica alternativa di governo: una lista in
grado di unire tutte le componenti sia organizzate che disperse di una sinistra non arresa alla austerità
europea e alla sua versione autoritaria italiana incarnata dal
renzismo. Un soggetto politico unico e plurale, forte perché capace di dare una voce
comune a tante componenti diverse, strategicamente alternativo al
neoliberismo (ANTROPOCENTRICO) come visione del mondo, e in opposizione - sul piano elettorale europeo e nazionale -, alle forze politiche che l’hanno incarnato
e allo stesso PD che su quella visione del mondo ha fondato non solo da
oggi la sua politica di governo.
Non dunque un’esperienza “testimoniale” – la costruzione di una “piccola
casa” per esuli delle troppe sinistre – ma una
proposta all’altezza dell’emergenza in atto, la quale richiede di mettere
in campo la maggior forza
possibile per invertire la tendenza in corso. Per fermare un’azione di regressione sociale e democratica senza
precedenti, portata fino al cuore dell’assetto costituzionale. Per arginare la devastazione di un patrimonio culturale
condiviso (QUELLO ARRIVATO FINO A NOI È IL FRUTTO
DEL CLERICO-CAPITALISMO, QUINDI NON DEMOCRATICO PER DEFINIZIONE). Per impedire che della frustrazione sociale
approfittino forze e culture
reazionarie e razziste. E per contrapporre a tutto ciò un sistema di
valori, (che comprenda il riconoscimento degli animali come esseri senzienti) e
un modello di azione e di vita all’altezza dei tempi (PROMUOVENDO L’ETICA INTERSPECIFICA) che diventi rapidamente maggioritario
nel Paese.
E’ possibile individuare fin d’ora una prima semplice piattaforma programmatica. Pochi
punti, ampiamente condivisi da molti movimenti in tutto il mondo e da un
grande arco di forze anche in Italia, intorno
a cui è possibile una larga convergenza e sul cui lavoro di elaborazione
potrà consolidarsi una effettiva pratica partecipativa, unitaria e inclusiva:
·
Spezzare le catene del
debito pubblico con cui la finanza speculativa che ormai controlla l’economia
del mondo intero tiene sotto ricatto i governi, si appropria di una
quota crescente delle entrate fiscali, privatizza
a suo vantaggio, sanità, scuola, pensioni, servizi pubblici e beni comuni
con l’unico fine del profitto;
·
* Porre fine alle politiche di austerità con
un piano europeo di investimenti pubblici per creare occupazione, sostenere i redditi di
chi lavora o cerca lavoro, contrastare la piaga del precariato che sta lacerando alla
radice i legami sociali e privando del futuro intere generazioni, consentire il
riscatto del Mezzogiorno, risanare l’ambiente, difendere i beni comuni, avviare la conversione ecologica (ED ETICA) dei consumi e del sistema produttivo per contribuire a sventare cambiamenti del clima
irreversibili, che possono rendere tra breve invivibile
tutta la Terra.
·
* Promuovere l’eguaglianza tassando i grandi patrimoni e i grandi redditi, impedendo eccessive
accumulazioni di ricchezza e potere, combattere la piaga della povertà
(crescente) istituendo un reddito
di cittadinanza universale che permetta anche a chi è senza lavoro di condurre
una vita dignitosa; ripristinare ed
estendere i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinare
e sostenere la contrattazione collettiva nazionale e fare in modo che ad eguale
prestazione corrispondano uguali diritti e retribuzioni, restituire dignità
alla vita lavorativa anche attraverso l'abrogazione delle recenti controriforme
sulle pensioni.
·
* Rifondare il SERVIZIO
SANITARIO pubblico e quello della PUBBLICA ISTRUZIONE applicando la
costituzione
·
* Finanziare la
RICERCA PUBBLICA e solo sussidiariamente quella privata con controlli e
utilizzo dei risultati nell’interesse primario dei viventi e della loro salute.
·
* Abolire il
concordato, strumento clerico-fascista di potere e non di fede e destinare gli
attuali e successivi finanziamenti per finanziare il welfare: diritto alla
salute, all’ambiente, all’etica interspecifica, al lavoro, all’istruzione, alle
unioni d’amore reciproco e solidarietà, alla dignità, alla scuola, al gioco
creativo dell’infanzia e alla promozione dell’autentica laicità del paese e
dell’europa.
·
* Sostenere
il diritto alla autodeterminazione di donne e uomini, anche lottando contro
ogni forma, materiale e simbolica, legislativa e culturale,
di patriarcato, sessismo, omofobia, transfobia.
·
* Promuovere
– ripartendo oneri e benefici tra tutti i paesi – l’accoglienza e l’inclusione di chi arriva in Europa per sfuggire alla
miseria o a guerre di cui anche i nostri governi sono complici. Costruire
una grande comunità dei popoli dell’Europa e del Mediterraneo fondata
sulla pari dignità. Combattere il razzismo E LO SPECISMO che le forze di destra ED ECONOMICO-FINANZIARIE alimentano e sfruttano in tutta l’Europa E NEL MONDO per aizzare contro un
bersaglio di comodo le vittime delle loro devastanti politiche economiche ETICHE ED AMBIENTALI;
·
* Affermare la democrazia in campo politico ed economico: difendere e dare attuazione ai diritti
sanciti dalla Costituzione PREVEDENGO L’ULTERIORE
DIRITTO DI ESISTERE AGLI ESSERI SENZIENTI e imporre una trasparenza totale a progetti, bilanci, accordi, e
trattative pubbliche e private. E’ questa una condizione irrinunciabile per coinvolgere tutta la cittadinanza
attiva nella lotta contro la corruzione, le mafie e il malaffare E LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE, DI
SPECIE E DI CREDO; per difendere la
sovranità popolare dalle aggressioni delle multinazionali; e per realizzare, a
fianco di quella rappresentativa, una democrazia
partecipativa: non solo nelle istituzioni ma anche sui luoghi di
lavoro;
·
* Dare vita a un’attiva politica di pace a livello europeo nella consapevolezza
degli enormi rischi di guerra comportati
dalla transizione egemonica
mondiale che si compie nel cuore della crisi con lo spostamento del baricentro economico e politico mondiale
dall’ovest all’est (dall’area atlantica
all’asse Cina-India) e della necessità che ciò avvenga, a differenza del passato, in modo
sostanzialmente pacifico e senza un massacro sociale.
·
* Promuovere un pensiero fondato sul rispetto e la valorizzazione della natura, IL RICONOSCIMENTO DEGLI ESSERI SENZIENTI E del vivente, di tutte le differenze
di genere, DI SPECIE, DI CREDO e cultura, sulla
solidarietà come antidoto alla
competizione di tutti contro tutti imposta dal “pensiero unico” dominante; una cultura che metta al primo posto
le persone UMANE NON UMANE
SENZIENTI e che contrasti la
violenza, la corsa agli armamenti, AI MATTAOI E AI BIOCIDI ANIMALI e la guerra; contrastare lo smantellamento della scuola,
della università e della ricerca pubbliche, depauperate e trasformate in culla della cultura della competizione
La casa comune che vorremmo .
Perché porti al risultato necessario, questo processo costituente unitario non può essere il frutto della
sommatoria di ceti politici ma deve riuscire a coinvolgere tutte le energie e le risorse che esistono nel
Paese, con la loro diversità, nella dimensione
della politica, del sociale, del mondo intellettuale e delle competenze.
Per questo siamo convinti che esso debba farsi intrecciando e riconnettendo
più livelli: pratiche unitarie sociali e
territoriali e dialogo E CONFRONTO politico. Radicamento
territoriale e lavoro istituzionale. Campagne e vertenze comuni e sostegno ALL’ETICA ASPECISTA, a forme di
solidarietà e auto-organizzazione mutualistica e comunitaria. E’ questa la condizione perché vi si possano ritrovare tutte le componenti e le iniziative, sociali,
ETICHE e politiche, collettive e individuali, che hanno costruito
l'esperienza della lista L'Altra Europa con Tsipras, OMETTENDO POLITICAMENTE QUELLE ASPECISTE
E LAICHE. Ma non solo. Lavoriamo ad uno
spazio politico ancora più largo, aperto
a tutte quelle persone che condividono un’idea di giustizia TRA I VIVENTI e di solidarietà sociale, di corresponsabilità generazionale ed
ecologica, di lotta ad ogni forma di
discriminazione di genere o di luogo. E che possono riconoscere nell’azione del
Partito della sinistra europea e del gruppo parlamentare del GUE un orizzonte
d’impegno trans-nazionale che operi fin d’ora per la costruzione di vere e
proprie coalizioni sociali a dimensione europea, in
antitesi alle “larghe intese” continentali.
Uno spazio nel quale si possano ritrovare tutti coloro (e sono tanti, anche
in Italia), i quali non vogliono
rinunciare agli ideali di Eguaglianza, Libertà, Giustizia sociale, Dignità e
Fraternità ASPECISTA (il più negletto E PARZIALE dei valori dell’89
francese): il “nucleo normativo” della
modernità democratica, oggi
insidiato da un potere globale che vede solo nell’utilità (e nel denaro che ne è il simbolo) l’esclusivo statuto del mondo.
A tal fine ci
proponiamo di lavorare per sostenere la creazione di larghe coalizioni sociali
di movimenti, associazioni e forze politiche, per promuovere iniziative e campagne
unitarie sui temi del lavoro (della
difesa dei diritti e della lotta alla precarizzazione), dei beni comuni, della accoglienza e dell’inclusione UMANA E NON UMANA, della democrazia e della pace
anche tramite strumenti specifici finalizzati a ciò, come assemblee e consulte
territoriali e nazionali, impegnandoci al più ampio dialogo e alla più
grande collaborazione con tutte le persone e le forze interessate e
disponibili per raggiungere questo obiettivo comune.
Il processo unitario a
cui vogliamo contribuire deve
avvenire nel modo più democratico e
partecipato possibile, con il massimo
di apertura a tutti gli apporti e il massimo sforzo per arrivare, ovunque
possibile, a posizioni e scelte condivise (valorizzazione del punto di
vista dell’altro). Per
questo apriamo questo appello alle adesioni individuali e collettive,
e ci impegniamo a coinvolgere e far
partecipare democraticamente in tutti i passaggi successivi chi vi aderirà, con la massima trasparenza e con forme di
aggregazione e cooperazione nei territori le più ampie, aperte e partecipative
possibile, perché è soprattutto
nei “luoghi della vita” che si può costruire l’alternativa.
Il 2015 può essere davvero l’anno del cambiamento. Non possiamo non dare anche noi, in Italia, il nostro contributo.
Ci mettiamo a disposizione per costruire insieme a tutte le donne e gli
uomini che condividono questa esigenza un grande appuntamento a marzo, che sia
l’inizio di questo processo di cui nessuno possiede proprietà o brevetto e di
cui ognuno può essere protagonista.
Facciamo ciascuno un passo indietro, E PERMETTIAMO A CHI NON NE HA ANCORA
FATTI DI FARNE ALMENO UNO per fare insieme due
passi avanti.
Per Assemblea L’altra
Europa con Tispras di Bologna- gennaio 2014
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