Opinioni di un vegan
LE MATITE COLORATE
SI MANGIANO?
di Troglodita
Tribe - troglovegan.wordpress.com
Chiara,
una cara amica vegan che insegna in una scuola materna, mi ha raccontato una
sua esperienza davvero interessante. Siccome c'era un bambino che aveva l'abitudine di mettere in
bocca tutto, lei e la sua collega hanno pensato a un gioco.
Chiedevano a voce alta:
«La
porta si mangia?» e tutti in coro «Noooo!».
«La banana si mangia?» e tutti in coro «Sììììì!».
E ancora:
«Le
matite colorate si mangiano?» «Noooo!».
«La
carta si mangia?» «Nooooo!»,
A quel punto a Chiara è venuta un'idea,
e ha chiesto:
«La gallina si mangia», e senza nessuna
esitazione tutti in coro: «Noooo!».
«Il
tavolo si mangia?» «Noooo!».
«I fagioli si mangiano?»
«Sììììì!».
«Il maialino si mangia?» «Noooo!».
La collega di Chiara, che non è vegan né
vegetariana, era un po' imbarazzata. Sosteneva che, per esempio, non si doveva dire maialino, ma prosciutto.
In altre parole, senza rendersene conto, sosteneva che la realtà dell'alimentazione basata sullo
sfruttamento, la prigionia e la morte degli animali è talmente crudele e
insopportabile che non può essere rivelata, insegnata, mostrata, nominata.
È da notare che i bimbi e le
bimbe non erano stati in alcun modo sensibilizzati. Nessuno,
prima del gioco, aveva parlato loro di mucche, conigli, maiali, galline, della
loro capacità di provare dolore, piacere, amore, amicizia.
I bimbi e le bimbe lo sapevano già, e immaginare di
mangiarseli suonava e suona nelle loro menti come qualcosa di inconcepibile,
proprio come l'idea di mangiare un tavolo o una finestra.
La bellezza, la meraviglia
e l'incanto nei confronti del mondo animale sono fenomeni strettamente
connaturati al mondo dei bambini.
Non a caso i giocattoli, le favole,
i cartoni animati, i libri, i vestitini che diamo loro sono incessantemente
popolati da animaletti di ogni genere.
Solo che,
contemporaneamente, si mettono quegli stessi animali sui loro piatti, senza
avere neppure il coraggio di spiegare il perché, anzi, nascondendo il più
possibile la squallida realtà che si cela dietro quei piatti.
Forse, invece di nascondere, invece di
inventare nuovi termini che mascherino. la crudeltà, la prigionia e la morte a
cui sottoponiamo tutti gli animali da reddito, dovremmo osservare un po' meglio
i bambini,cercando di recuperare la nostra empatia, la nostra sensibilità.
Imparare da loro, certo,
cambiando con coerenza il nostro stile di vita, la nostra alimentazione, incoraggiando e favorendo la naturale propensione al
rispetto di tutti gli abitanti di questo Pianeta.
www.terranuovaedizioni.it Gennaio 2013
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